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Errori nella simulazione di seconda prova, gli strafalcioni del MIUR

Due errori nella simulazione di seconda prova del liceo classico, evidente la fretta nella compilazione: un personaggio inesistente e un termine sbagliato.

MILANO – Oggi si è tenuta in tutta Italia la simulazione della seconda prova di maturità, molto attesa da studenti e docenti dopo la riforma voluta dal ministro Bussetti. La prova è infatti diventata multidisciplinare: non più una sola materia di indirizzo ma entrambe; latino e greco per il classico, matematica e fisica per lo scientifico, e via dicendo.Tuttavia, pare che il MIUR abbia avuto un po’ fretta nella compilazione della prova per il classico: gli studenti hanno riscontrato ben due errori nel testo.

Drusilla o Livilla?

Il primo è presente nel testo italiano di contestualizzazione al brano latino da tradurre (dagli Annales di Tacito), dove si fa riferimento a una “Drusilla nuora dell’imperatore”. Ma Livia Drusilla Claudia era in realtà la moglie dell’imperatore Augusto, madre dell’imperatore Tiberio, bisnonna di Caligola e trisavola di Nerone. Non dunque la «nuora dell’imperatore, vedova del primo marito», di cui parla il testo ministeriale. Quella è invece un’altra giovane nobildonna romana, Livilla («Piccola Livia»), così chiamata proprio in onore alla nonna Livia Drusilla. L’imprecisione è comprensibile, vista la somiglianza tra i due nomi e l’effettivo grado di parentela tra le due donne. Tuttavia, l’errore non ha certo aiutato gli studenti nella decifrazione del testo di un autore ostico come Tacito.

Obsequium inesistente

Meno giustificato è invece il secondo errore presente nella simulazione, contenuto nelle domande di comprensione del testo. Nel terzo quesito, viene chiesto agli studenti di elaborare un commento rispetto al termine obsequium, ritenuto centrale nell’argomentazione di uno dei personaggi del brano riportato. Peccato, però, che nel brano in questione il termine non sia nemmeno presente. Solo nel post-testo in italiano compare tangenzialmente la parola “obbedienza”, ma con un significato da quello proposto da chi ha pensato le domande. «È lodevole la scelta del tema – dichiara una docente del Liceo Classico Carducci di Milano al Corriere – di cui però non si tratta nel passo proposto ai poveri studenti».

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