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Decreto scuola approvato: previste 48mila assunzioni

Il decreto scuola è stato approvato in via definitiva. Con 160 voti favorevoli, 121 contrari e nessuna astensione, il provvedimento ha avuto il placet del Senato con il voto di fiducia chiesto dal governo

Il decreto scuola è stato approvato in via definitiva: il provvedimento ha avuto il placet del Senato con il voto di fiducia chiesto dal governo, con 160 voti favorevoli, 121 contrari e nessuna astensione. Il decreto, che fu approvato in prima lettura dalla Camera il 3 dicembre scorso, prevede norme per il reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti.

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Il testo sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 28 dicembre. I bandi dei concorsi potrebbero essere pubblicati nel mese di febbraio 2020.

Due concorsi e oltre 48mila assunzioni

Grazie a due concorsi sono previste quasi 50mila assunzioni a tempo indeterminato di insegnanti. Verrà bandito un concorso straordinario, rivolto a chi lavora nella scuola da almeno tre anni, per l’assunzione di 24mila docenti e uno ordinario, sempre da 24mila posti, per tutti gli altri che abbiano ovviamente i titoli e il merito per iniziare ad insegnare.

Ci saranno due procedure distinte per il concorso straordinario tra chi ha insegnato nelle statali e chi ha invece prestato servizio nelle paritarie ovvero nei percorsi di istruzione o formazione professionale. La differenza sostanziale è che la prima permette agli insegnanti di essere assunti in ruolo, rientrando naturalmente nei primi 24 mila posti e ottenendo il punteggio minimo di 7/10; mentre la seconda consente di ottenere l’abilitazione per insegnare nelle secondarie. La prova sarà analoga a quella prevista per il reclutamento, ma sarà distinta. Potranno sostenerla quelli che hanno svolto almeno tre anni di servizio, anche non consecutivi, presso scuole statali, scuole paritarie, ovvero nell’ambito di percorsi di istruzione e formazione professionale. A parteciparvi potranno essere anche quelli che già insegnano ma che intendono appunto abilitarsi per un’altra classe di concorso rispetto a quella per cui insegnano. Quando si parla di tre anni, si intende compreso l’anno in servizio.

Come sarà l’esame

Una prova scritta informatizzata, composta da quesiti a risposta multipla su argomenti afferenti le classi di concorso e sulle metodologie didattiche. La prova – che riguarda il programma di esame previsto per il concorso ordinario per titoli ed esami per la scuola secondaria bandito nel 2016 10 – si intende superata con un punteggio minimo di 7/10 o equivalente. Un’altra grande differenza è che mentre i 24 mila assunti potranno conseguire i 24 crediti formativi a carico dello Stato (il costo è di circa 4 mila euro), per gli abilitanti i crediti sono a carico proprio. 

I professori non potranno spostarsi per 5 anni

Una delle novità è l’innalzamento, da 3 a 5 anni, dell’obbligo di permanenza nella scuola di titolarità: il professore non potrà cioè chiedere di essere trasferito prima dei 5 anni, così gli studenti avranno maggiore garanzia di continuità didattica.

Le graduatorie

Arriva una mobilità volontaria per quei docenti presenti nelle graduatorie di merito degli ultimi concorsi, che potranno così spostarsi (in coda a chi è già in quella regione) in regioni dove c’è possibilità di essere assunti in tempi più brevi. Le graduatorie di istituto si trasformano in graduatorie provinciali; i soggetti inseriti in queste graduatorie dovranno comunque indicare un massimo di 20 scuole.

Insegnanti di religione cattolica 

Dopo quindici anni dal precedente, arriva un concorso per insegnanti di religione cattolica; la quota riservata al personale in servizio da più di tre anni è del 50%.

Il bonus insegnanti

Il bonus per la valorizzazione del merito del personale docente, inizialmente destinato solo agli insegnanti di ruolo, sarà destinato anche ai docenti con contratto a tempo determinato fino al termine delle attività didattiche (30 giugno) o fino al termine dell’anno scolastico.

L’educazione civica

Il testo dispone che l’introduzione dell’insegnamento dell’educazione civica – il cui avvio è slittato a settembre 2020 – non determina l’incremento della dotazione organica complessiva, né l’adeguamento dell’organico dell’autonomia alle situazioni di fatto oltre i limiti del contingente previsto.

Via: Corriere della Sera

 

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