Si è da poco concluso un anno scolastico senza precedenti, rivoluzionato da un’emergenza sanitaria drammatica e inaspettata. Superata la fase più critica, che ha colto tutti impreparati, è necessario pensare a come progettare la ripresa delle attività di scuola e formazione, alla luce dei cambiamenti avvenuti. Le linee guida del Piano scuola 2020-2021, per la ripresa dell’attività scolastica a settembre, sono al centro del dibattito. Nel testo del documento si fa riferimento a turni differenziati, organizzazione delle classi in più gruppi studio, lezioni in aula anche il sabato alternate a lezioni online, ampliamento degli spazi per garantire distanziamento ed evitare assembramenti, divisione dei percorsi d’entrata e d’uscita, uso delle mascherine nelle aree comuni. L’intento è quello di “riprendere le attività in un complesso equilibrio tra sicurezza, contenimento del rischio di contagio, benessere socio emotivo di studenti e lavoratori (..)”.
Interventi normativi e prescrittivi: quali limiti
Molti presidi e docenti si stanno interrogando su come accogliere i propri studenti. Sicuramente le indicazioni operative sono importanti per il contenimento del virus. Tuttavia trattandosi di una vera e propria forma di prevenzione all’interno del contesto educativo scolastico, occorre sottolineare una componente altrettanto importante. Limitarsi a iniziative basate sull’informazione e sulle pratiche corrette può non bastare. Le campagne informative incentrate sui pericoli non sempre amplificano la consapevolezza e modificano gli atteggiamenti, soprattutto in fase evolutiva.
Prevenzione affettiva
Affinché la prevenzione sia efficace è fondamentale che la posizione degli adulti sia di mediazione, comprensione ed elaborazione dei significati affettivi dell’esperienza vissuta e di quella in essere. È importante non lasciare vuoti spazi della mente in cui si depositano fantasie, proiezioni e percezioni emotive relative alle ansie e alle preoccupazioni proprie e altrui. È fondamentale poter sostenere il passaggio delle tematiche del contagio e della malattia da un’area non accessibile, né elaborabile e comunicabile, ad un’area di pensabilità. Si tratta di un percorso da attivare in modo specifico a partire dalle risorse emotive e dallo sviluppo psico fisico degli studenti di diverso ordine e grado.
Il ruolo degli adulti
Agli adulti spetta la responsabilità e il compito di accompagnare gli studenti nell’impatto con la realtà, evitando che il rispetto delle norme si traduca in un’esperienza valida solo per il contesto scolastico o in rappresentazioni in cui l’altro sia percepito come una minaccia per sé e per i propri cari. Il virus si è diffuso in una società già troppo individualista. Il distanziamento fisico deve essere compensato da vicinanza emotiva. La relazione che dona senso a paure, angosce, speranze, attraverso le parole espresse in classe, svolge una funzione preventiva altrettanto importante di quella organizzata sul distanziamento metrico. Dal modo in cui si deciderà di accogliere gli studenti a settembre dipende gran parte della credibilità e autorevolezza adulta. Bisogna farsi carico delle proprie responsabilità, ammettere le proprie fragilità, garantire una funzione protettiva e accogliente, non giudicante, che tenga conto di quanto accaduto e delle sue ripercussioni sulle vite di tutti noi. In alternativa, si può sempre pensare che basti una mascherina, un gel disinfettante e qualche voto gravemente insufficiente erogato immediatamente a studenti che hanno beneficiato della promozione garantita, per far capire loro che tutto è cambiato, tranne la scuola.
Matteo Lancini
Psicologo e psicoterapeuta. Presidente della Fondazione “Minotauro” di Milano. Docente presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università Milano-Bicocca. Autore di numerose pubblicazioni sull’adolescenza, le più recenti: Il ritiro sociale negli adolescenti. La solitudine di una generazione iperconnessa (Raffaello Cortina, 2019). Cosa serve ai nostri ragazzi. I nuovi adolescenti spiegati ai genitori, agli insegnanti, agli adulti. (Utet, 2020).
Carmen Giorgio
Psicologa e psicoterapeuta. Socia dell’Istituto “Minotauro” di Milano.