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Abolita la chiamata diretta dei docenti, ecco cosa cambia

La chiamata diretta per i professori da parte della scuola, novità introdotta dalla riforma ‘Buona scuola’ per rendere le assunzioni più meritocratiche, è stata abolita ieri di comune accordo

MILANO – La chiamata diretta per i professori da parte della scuola, novità introdotta dalla riforma ‘Buona scuola’ per rendere le assunzioni più meritocratiche, è stata abolita ieri di comune accordo tra il Miur, capitanato dal neo ministro Marco Bussetti, e i sindacati di settore FLC CGIL, Cisl Scuola, UIL Scuola.

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Cosa cambia

L’accordo siglato dal nuovo governo, che smantella una delle novità introdotte dalla ‘Buona Scuola’ renziana, prevede che il personale docente venga assegnato dall’Ufficio scolastico territoriale all’istituto scolastico scelto attraverso la graduatoria e utilizzando i punteggi delle domande di trasferimento. Quindi non ci sarà più l’assunzione diretta da parte dell’istituto tramite valutazione del curriculum dell’insegnante. L’assegnazione avverrà in due fasi: innanzitutto la copertura dei posti disponibili prioritariamente per le categorie protette, quindi i posti residuali assegnati seguendo il punteggio di mobilità. Alla presentazione della domanda, che avverrà a partire dal 27 giugno e sarà come sempre on line, il docente indicherà la scuola – una soltanto, prima erano cinque – da cui partire. Nel caso di mancata indicazione sarà considerato l’istituto capofila in quell’ambito. Le operazioni dovranno essere concluse entro il 27 luglio.

 

Dichiarazioni

Dicono i sindacati: “Questo atto rende oggettivo e non discrezionale l’arruolamento”. Dall’opposizione, la senatrice PD Malpezzi dichiara: “Dispiace che il primo atto del governo sia stato quello di cancellare non già la chiamata diretta che non è mai esistita ma la chiamata per competenze che era uno strumento importante più nelle mani dei docenti che dei dirigenti per scegliere la scuola più adatta alle proprie competenze professionali. Inoltre, la chiamata per competenze era anche un modo per offrire agli studenti docenti motivati e non quelli assegnati attraverso una graduatoria”. Il ministro Bussetti è invece del parere opposto: “Con l’accordo sindacale di oggi si dà attuazione a una precisa previsione del contratto del governo del cambiamento, sostituendo la chiamata diretta, connotata da eccessiva discrezionalità e da profili di inefficienza, con criteri trasparenti e obiettivi di mobilità ed assegnazione dei docenti dagli uffici territoriali agli istituti scolastici”.

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