Maturità 2026, tutte le novità previste dalla riforma

4 Settembre 2025

Dalla denominazione all'obbligatorietà della prova orale: scopri tutte le novità della riforma che cambierà l'esame di Maturità a partire dal 2026

Maturità 2026, tutte le novità previste dalla riforma

Non è ancora cominciato l’anno scolastico in tutte le regioni italiane che già si parla di esami di Maturità. Oggi 4 settembre il Consiglio dei ministri nel pomeriggio dovrebbe esaminare il decreto che rivoluzionerà l’esame di Stato a partire dal 2026, denominato “Misure urgenti per la riforma dell’esame di stato del secondo ciclo di istruzione e per il regolare avvio dell’anno scolastico 2025/2026”.

La riforma, annunciata dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, non si limita a un semplice cambio di denominazione ma ridisegna completamente la struttura delle prove finali del secondo ciclo di istruzione. Scopriamo le principali novità.

Esame di Maturità, cosa cambia con la riforma

La denominazione tornerà a essere “esame di Maturità”, abbandonando definitivamente la dicitura “esame di Stato” per restituire alla prova “quel valore di rito di passaggio tra un’età e l’altra”, secondo le parole del ministro.

Ciò che cambierà radicalmente sarà la struttura delle prove: mentre la prima prova scritta di italiano dovrebbe rimanere sostanzialmente invariata, la seconda prova, specifica per indirizzo, subirà importanti cambiamenti: per la prova di matematica potrebbero essere inseriti quesiti di logica e ragionamenti di problem solving.

La prova orale

La prova orale verrà completamente modificata, al fine di poter valutare con maggiore attenzione l’autonomia, la consapevolezza e la capacità di argomentazione degli studenti attraverso un colloquio multidisciplinare che valorizzerà anche i Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (ex alternanza scuola-lavoro) e l’educazione civica.

Una delle novità più rilevanti riguarda l’obbligatorietà della prova orale: gli studenti che si rifiuteranno volontariamente di partecipare al colloquio, pur avendo completato le prove scritte, dovranno ripetere l’anno scolastico. Finora era possibile ottenere la promozione anche senza sostenere gli orali, grazie ai crediti acquisiti e ai risultati delle prove scritte.

Tale decisione è stata presa per contrastare i casi verificatisi negli ultimi esami di Stato, quando alcuni candidati hanno scelto di non presentarsi al colloquio finale: il primo episodio è stato quello di uno studente di diciannove anni di Padova; poi c’è stato il caso di una studentessa di Belluno che si è lamentata con i docenti che non l’hanno mai voluta conoscere davvero. Successivamente è venuto il turno di un altro studente veneto, di Treviso, di uno studente di una scuola privata di Firenze e infine di una studentessa della provincia di Pesaro e Urbino demoralizzata da un sette in condotta e di un ragazzo del bresciano, sesto ma primo in ordine di tempo.

L’indagine

Una decisione già preannunciata dal ministro Valditara e che, già lo scorso anno, aveva accolto il consenso dei docenti: da un sondaggio nazionale della Tecnica della Scuola risultò infatti che 7 docenti su 10 ritengono corretto “punire” con la ripetizione del quinto anno delle superiori il maturando che boicotta la prova.

Non solo docenti: dal sondaggio, che ha coinvolto 1.101 lettori della testata specializzata: 716 sono docenti, 164 genitori, 53 studenti, 18 dirigenti, è emerso che l‘idea di Valditara di bocciare chi fa scena muta alla Maturità piace alla maggior parte degli “adulti”, che siano docenti, dirigenti o genitori. Gli studenti, invece, hanno qualche perplessità.

In particolare, il 70,5% dei docenti si è detto favorevole alla bocciatura per chi boicotta l’orale della maturità; solo il 24,7% invece si è espresso in modo contrario. Situazione simile anche per quanto riguarda i dirigenti scolastici: il 60,7% si è detto d’accordo. Situazione analoga pure per quanto riguarda i genitori: si sono espressi per la ripetizione dell’anno il 65,9%.

Caso diverso per gli studenti, che non si sono mostrati così compatti: il 58,7% di loro ha espresso la propria contrarietà alla proposta del ministro. Ad essere favorevole è stato solo il 33,3%.

Le date della Maturità 2026

Intanto, per gli esami di Maturità del 2026, le date sono state già comunicate e, per la prima volta, si inizierà di giovedì: il 18 giugno 2026 con lo scritto di italiano. Quindi non più di mercoledì come avvenuto fino ad oggi. Seguirà il giorno dopo, venerdì 19, la prova di indirizzo.

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