Anche l’esame di Maturità si adegua ai canoni di comunicazione dettati dal mondo dei social. Più o meno volutamente. Fatto sta che, per la maggior parte dei maturandi – oltre 1 su 2 -, il colloquio conclusivo è iniziato con una immagine proposta dalla commissione – dai quadri famosi ai personaggi storici passando per oggetti di uso comune o paesaggi – a partire dalla quale sviluppare un discorso multidisciplinare.
Una prestazione che, nella maggior parte dei casi, è avvenuta a porte aperte: complessivamente 3 maturandi su 4 hanno voluto che i loro “follower” della vita di tutti i giorni li accompagnassero nell’atto finale dell’Esame di Stato: il 34% ha voluto accanto sia amici che parenti, il 27% ha preferito solo i coetanei, il 10% ha ammesso solo i genitori.
A rivelare come si sono svolti gli orali della Maturità 2025 è stato un instant-poll del portale Skuola.net, che ha raccolto le testimonianze di oltre 250 studenti che hanno concluso le loro fatiche già la scorsa settimana e che quindi hanno posto finalmente termine all’incubo del confronto diretto con i commissari. Dettato, in larga parte, dall’incognita dei collegamenti.
L’esame orale di Maturità
Per chi non lo sapesse, infatti, l’orale inizia con il candidato che osserva uno spunto fornito dalla commissione e, a seguito del quale, deve sviluppare un discorso multidisciplinare che colleghi gli argomenti studiati nelle varie materie oggetto dell’ultimo anno di studi.
E quest’anno, per l’avvio del colloquio, i professori hanno optato in maniera massiccia per contenuti “visuali”: non a caso, il 52% degli intervistati si è visto proporre un’immagine o un quadro. Solo 1 maturando su 5 ha trovato ad attenderlo un testo scritto, mentre formule matematiche o teoremi sono stati protagonisti in appena il 3% dei casi.
C’è poi chi ha dovuto commentare la foto di un personaggio famoso (7%) o una data storica (2%). Curioso il 14% che ha indicato “altro”: tra le tracce più insolite compaiono oggetti reali, brani musicali, frasi famose, mappe geografiche, immagini astratte. C’è persino chi si è visto proporre, in un tecnico industriale, la foto del caricabatterie di un personal computer…
Le impressioni positive dei maturandi
Alla fine, comunque, l’impressione più diffusa è quella di essere riusciti a cavarsela. L’80% degli studenti si è detto preparato ad argomentare lo spunto proposto. Mentre il 15% ha dichiarato di averlo domato solo in parte. Solo 1 su 20, però, si è sentito davvero spiazzato.
Anche sul piano della trasversalità – l’approccio dell’esame odierno, votato alla multidisciplinarietà, come detto vuole che il materiale iniziale sia il filo conduttore per collegare le varie materie scolastiche – sembra che le cose abbiano funzionato a dovere. La maggior parte dei maturandi ha retto il colpo: il 73% è riuscito a passare senza problemi per tutte o quasi tutte le materie, il 17% lo ha fatto con qualche incertezza e solo il 2% ha ammesso di essere andato completamente in tilt.
La durata dell’orale
Il tutto, in un faccia a faccia che è durato – come da tradizione – tra i 40 e i 60 minuti per quasi tutti. Per oltre la metà degli studenti (51%), l’interrogazione si è chiusa in 30-45 minuti. Un quarto ha toccato l’ora piena, il 10% ha sforato i 60 minuti, mentre un fortunato 14% è riuscito a cavarsela in meno di mezz’ora.
Anche se, poi, gli intoppi in corso d’opera non sono mancati. Solo 1 diplomando su 2 ha rivelato di avere affrontato un orale liscio come l’olio, senza alcuna complicazione da parte dei prof.
Tra gli altri, invece, c’è chi (il 25%) è stato messo in difficoltà sia dai docenti esterni della commissione, e chi – oltre che con i docenti “sconosciuti” – ha avuto problemi anche con i prof interni (il 17%). E non manca neppure chi (2%) che è stato incalzato proprio da un docente della sua scuola.
Gli argomenti affrontati all’orale
Il colloquio, in teoria, avrebbe dovuto toccare anche tutti gli altri aspetti accessori previsti dall’esame di Stato. Ma, nella pratica, alcuni elementi sono rimasti sullo sfondo.
La relazione sul PCTO (l’ex alternanza scuola- lavoro), ad esempio, è stata affrontata solo di sfuggita nel 68% dei casi, approfonditamente nel 29%, del tutto ignorata nel 3%.
Per quanto riguarda le domande di Educazione civica, il 48% è passato solo per un quesito generico, mentre il 20% ha affrontato più domande strutturate. Un terzo degli studenti non ha affrontato affatto l’argomento.
E ancora: Curriculum dello studente e Capolavoro. Due novità degli ultimi anni, che però non figurano tra gli elementi “obbligatori” dell’esame. Non a caso, nel 66% dei colloqui questi due strumenti sono stati totalmente ignorati dalle commissioni. Solo al 14% è stato chiesto conto di entrambi gli argomenti; ma, forse, anche per volontà del candidato, che ha voluto mettersi in mostra. Negli altri casi, si è parlato solamente di uno dei due: più spesso del Curriculum (12%) che del Capolavoro (8%).
Questo è avvenuto probabilmente perché, spesso, al di là del discorso iniziale il colloquio è stato arricchito da parecchie domande extra. Che hanno allungato i tempi. Più di 2 su 3 sono stati chiamati a rispondere a un bel numero di domande sul programma scolastico: al 34% sono stati posti dai tre ai sei quesiti extra, mentre un buon 17% ha dovuto rispondere a oltre sei quesiti aggiuntivi. Circa un terzo ha dovuto smarcarne un terzetto. Solo il 15% non ha ricevuto domande extra.