Da esteta a estetista, il passo è breve. E così, anche per la Maturità 2025, Gabriele D’Annunzio non verrà ricordato come l’autore protagonista delle tracce di prima prova – ancora una volta le attese della vigilia sono state deluse – ma come il simbolo degli “strafalcioni” da esame. Ormai, infatti, questo orrore è diventato un classico di ogni tornata di colloqui orali. Ma non l’unico.
Perché quello del malcapitato diplomando o diplomanda – in questi casi la riservatezza è doverosa – che ha ridotto il “vate” a esperto in trattamenti estetici è solo il primo di una lunga serie di svarioni andati in scena quest’anno e raccolti, come di consueto, dal portale Skuola.net, grazie alle “soffiate” degli studenti che hanno assistito agli orali di Maturità, in corso in questi giorni.
Gli strafalcioni della Maturità 2025: D’Annunzio “estetista”
D’altronde, quando ci si confronta con una figura celebre per il suo culto estremo della bellezza a tutto tondo, non c’è da stupirsi se si possa rischiare di confondere la cura dell’anima con quella del corpo, soprattutto in un tempo in cui i centri estetici sono sempre più frequentati anche dagli adolescenti.
Adolescenti che sono grandi consumatori anche di Intelligenza Artificiale. E forse proprio da quest’ultima hanno ben imparato l’arte delle “allucinazioni”: dalla Storia alla Letteratura, passando per l’Arte e le Scienze, l’elenco degli scivoloni è lungo e ricco di momenti da consegnare di diritto agli annali. Con perle come il premio Oscar assegnato a Marie Curie, il Nobel per la Pace da Hitler o, ancora, scambi frequenti di attribuzione tra opere, autori e nazionalità.
Partendo proprio dai grandi scrittori, la tortura per D’Annunzio prosegue anche con l’usurpazione delle sue opere. Visto che un candidato al diploma ha finito per “privare” il poeta anche del suo componimento più celebre, attribuendo “La pioggia nel pineto” a Giovanni Pascoli.
Ma, stando alla visione dei maturandi, l’autore de “Il Fanciullino” potrebbe essere denunciato anche per un altro furto, quello della teoria della “frantumazione dell’io”, che secondo uno studente non sarebbe stata tradotta in forma letteraria da Luigi Pirandello, ma proprio da Pascoli.
E non finisce qui. A scuotere le fondamenta della letteratura italiana ci si è messo pure quel maturando che ha collocato Alessandro Manzoni nel 1600, forse distratto dall’ambientazione de I Promessi Sposi.
Ma l’apice, forse, si è raggiunto con uno spunto di letteratura francese: Émile Zola, uno dei più importanti scrittori d’Oltralpe, caposcuola del naturalismo e noto per il suo impegno nell’affare Dreyfus, a dire di un giovane, avrebbe avuto origini italiane: potrebbe aver confuso lo scrittore con l’ex giocatore di calcio Gianfranco Zola – sardo “Doc” – o aver pensato che fossero almeno parenti.
Gli errori da matita rossa legati alla storia
Passando al revisionismo storico, tipico di ogni edizione degli “strafalcioni” che si rispetti, la carne al fuoco, spesso davvero incandescente, non manca affatto. Ad esempio, quando si pensa ad Adolf Hitler, è quasi impossibile legarlo ad azioni positive. Eppure, secondo uno studente, il despota del Terzo Reich avrebbe vinto il Premio Nobel per la Pace.
Un’affermazione che, purtroppo, non rispecchia per nulla la realtà storica e che, a meno che non fosse una provocazione, denota una comprensione un po’ distorta di una delle figure più controverse della storia.
Un altro colpo alla memoria storica di quel periodo, per fortuna meno agghiacciante, arriva da un collega diplomando, che ha risposto che il campo di concentramento di Auschwitz fu liberato dagli americani, dimostrando una conoscenza storica decisamente imprecisa, considerando che fu l’Armata Rossa sovietica a liberare il lager situato in Polonia.
Mentre per la categoria “errori cronologici”, si commenta da solo quel maturando che ha collocato l’inizio della Seconda Guerra Mondiale nel 1933, anziché nel 1939: sei anni di conflitti in più, con buona pace degli storici, senza che nessuno se ne sia accorto?
C’è stato, poi, chi ha sostenuto che l’Italia sia ancora oggi una Monarchia. Peccato che il nostro Paese sia diventato una Repubblica con il referendum del 2 giugno 1946. Ora, non resta che far sapere a quel maturando che, purtroppo o per fortuna, il nostro sistema di governo è cambiato circa 80 anni fa.
Tutti gli altri strafalcioni di questa Maturità
Nel “minestrone”, c’è pure spazio per altre affermazioni piuttosto bizzarre. Ad esempio, qualcuno ha ricordato come dietro al rapimento e all’uccisione di Aldo Moro ci fosse la mano di Cosa Nostra. Quindi, se tanto mi dà tanto, le stragi di Mafia e gli attentati ai giudici Falcone e Borsellino sono stati opera delle Brigate Rosse. Qualcosa non torna!
Un’altra perla dell’esame di quest’anno ha visto poi protagonista la scienza. In particolare, Marie Curie: la fisica e chimica polacca, secondo uno studente, avrebbe vinto non uno ma ben due premi…Oscar. In un certo senso ha ragione, perché parliamo della “migliore scienziata protagonista” del ‘900.
Marie Curie, infatti, è considerata la “madre della fisica moderna”, grazie ai suoi studi pionieristici sulla radioattività. Proprio per questo, nel 1903, divenne la prima donna insignita del Premio Nobel per la Fisica. Probabilmente lei ha apprezzato di più il riconoscimento effettivamente assegnatole.
Anche la Storia dell’Arte merita un piccolo approfondimento, visto che continua a subire maltrattamenti ogni anno. La vittima principale degli studenti è sempre lui, il bistrattato Pablo Picasso, celebre esponente del Cubismo. Prima con una storpiatura del nome, erroneamente trasformato in “Paolo”, poi descrivendo la sua opera più importante, “Guernica”, come un quadro “dipinto di rosso” mentre, come noto un po’ a tutti, è in bianco e nero, per una precisa scelta dell’artista.
Non è solo la preparazione, però, a venire meno durante gli orali di Maturità. In certi casi, è stato anche il cosiddetto galateo scolastico a essere stato dimenticato. Un esempio clamoroso è quello di uno studente che ha deciso di fare scena muta durante l’esame, trasformando il suo colloquio in una pantomima: magari avrà avuto già il 60 in tasca e si sarà voluto divertire un po’, non sapendo forse di aver rischiato davvero grosso.
A un altro maturando, che ha risposto “non la so” a tutte le domande di scienze, la professoressa ha chiesto se ci fosse qualcosa che gli fosse piaciuto durante l’anno. La sua risposta? L’ennesimo “No”. Uno scambio di vedute che ha lasciato la Commissione senza parole, ma che ha anche scatenato la reazione dell’insegnante: “Ci saranno provvedimenti”, ha detto la docente. Come finirà? Probabilmente non molto bene per il ragazzo ma, certo, questa è una scena che nessuno dimenticherà facilmente.
Gli errori della Commissione d’esame
Ma il bello degli strafalcioni è che non risparmiano nessuno, nemmeno i membri della Commissione. Gli errori, infatti, a volte provengono da chi dovrebbe segnalarli. Un esempio lampante arriva da una commissaria di arte che, parlando del Futurismo, ha affermato con sicurezza che questo movimento è nato nel 1919, anziché nel 1909. A peggiorare la situazione, il docente di storia che ha corretto la collega, dando vita a una discussione in sede di colloquio orale. Sarà stato il caldo.
E i colpi di scena non finiscono qui. Perché una studentessa ha, infatti, raccontato di come il commissario esterno di scienze abbia trasformato il suo esame in un vero e proprio “orale di famiglia”. Visto che, durante una discussione sul DNA, la mamma e la sorella gemella della ragazza sono state chiamate in scena, con il professore che ha chiesto alla signora se i gemelli avessero lo stesso patrimonio genetico.
I primi posti della classifica, però, vanno a un’altra coppia di professori. Da un lato, un commissario di inglese che, parlando di Charles Dickens, ha continuato per tutto il suo intervento a citare il romanzo “The picture of Dorian Gray”, che però è di Oscar Wilde. Dall’altro, un docente di Latino, che durante l’interrogazione si è fissato su una serie di domande su una delle sue materie: il Latino. Peccato che nel programma di quella classe non ci fosse traccia di quella disciplina, lui era lì per altro.