Didattica a distanza o lezioni in presenza? Sull’argomento i pareri sono opposti. Adottata per esigenze imposta dall’aggravamento della curva epidemica del Covid-19, la didattica a distanza è considerata un metodo positivo di insegnamento da potenziare in futuro. Ora, per generale convinzione la scuola svolge una funzione sociale e inclusiva, è una «comunità educante e di dialogo», basata sullo scambio delle esperienze. Possono essere raggiunti tali obiettivi seduti davanti a un computer e con un collegamento internet che in alcune aree del Paese sono precari?
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Didattica a distanza: costi e benefici
La pandemia mette a dura prova i bambini e gli adulti ma i primi sono maggiormente colpiti poiché in età scolare la socialità è fondamentale per una armonica crescita psicologica e mentale. La sospensione della didattica in presenza nelle scuole ha dei costi certi, ma benefici molto incerti perché la chiusura delle scuole non riduce il contagio tant’è che alcuni stati come la Germania non hanno sospeso l’attività didattica. A tutt’oggi non è sicura la correlazione tra presenza scolastica e aumento dei contagi; al contrario, chiusure prolungate hanno effetti permanenti sul rendimento scolastico, sulle abilità cognitive, sulla propensione all’abbandono scolastico e sullo stato psicofisico degli studenti.
Le conseguenze della sospensione didattica
In realtà, l’entità del contagio dipende da altri fattori: il trasporto pubblico locale, i protocolli dell’attività scolastica. Pertanto, chiudere la scuola rappresenta un’ipoteca sul futuro di una intera generazione perché i danni causati dalla sospensione didattica non si recuperano più. Anzi, sono perdite permanenti per gli studenti e per il Paese in quanto la ripartenza si baserà sul livello di formazione delle nuove generazioni e indebolire il processo di accumulazione del capitale umano per periodi prolungati di chiusura delle scuole non è certo il modo migliore di edificarla.
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La formazione scolastica
Più chiaramente, chiudere la scuola oggi rappresenta un’ipoteca sul futuro di una generazione perché essa è un settore in cui i danni della sospensione didattica non si recuperano più, con relative perdite permanenti per gli studenti e per tutto il Paese. Il problema della formazione scolastica è una priorità nazionale che se non verrà affrontato per tempo avrà effetti devastanti e duraturi.
Pertanto è urgente adottare soluzioni in linea con gli altri Paesi europei che le scuole le mantengono aperte anche in condizioni sanitarie critiche. Comunque, in Italia a decorrere dal 7 gennaio 2021, al 75 per cento degli studenti sarà garantita l’attività didattica in presenza con priorità alle quinte classi delle superiori.
Giuseppe Sangregorio