Premetto che forse questa è stata una preoccupazione solo mia, ma la condivido comunque perché nello scrivere questi articoli ho promesso di raccontare quanto mi è successo con sincerità. Ebbene: quando ho iniziato ad inviare il mio romanzo ad agenti letterari ed editori, fra me e me pensavo: e se chi riceve il manoscritto poi me lo copia? Come non farsi rubare un’idea favolosa?
[su_posts id=”113596″]
Nell’inviare quelle email col testo in allegato mi sembrava di espormi al pericolo che un editore poco onesto rapito dall’idea originale di uno sconosciuto, la facesse riconfezionare da un bravo editor per farla uscire a nome di un suo autore che già vantava un suo pubblico (ovvero che avrebbe garantito un buon volume di vendite).
Certo, l’operazione di scopiazzatura sarebbe stata ordita ad arte, sulla falsariga di quello che facevo io stesso al liceo durante le verifiche di latino. Se il mio vicino di banco traduceva “La Gallia intera è divisa in tre parti” allora io, scaltro, rimescolavo un po’ la solfa e sul foglio protocollo sentenziavo “La Gallia è, nel complesso, divisa in tre regioni”. Se poi la professoressa avesse protestato, avrei vaneggiato qualcosa sull’importanza della licenza poetica e di interpretare Giulio Cesare. Insomma, nella stagione degli invii avevo timore che chi riceveva L’Influenza del blu prima me lo avrebbe rifiutato e poi avrebbe pubblicato L’impatto del turchese.
[su_posts id=”114215″]
Prima di proseguire vorrei dire che, col senno di poi, riconosco quanto ingenua fosse la mia paura. Un po’ perché economicamente parlando la posta in gioco di un libro ben riuscito non è di milioni e milioni. Un po’ perché, a guardare le classifiche dei libri più venduti su Amazon ci si rende conto che un’idea selvaggiamente inedita non è necessariamente quello che il mercato vuole (ovvero quello che poi si vende). Forse una nicchia di lettori forti ed esigenti la ama alla follia, ma stiamo parlando di un gruppo ristretto di persone, magari paragonabile numericamente alla popolazione che suona il clarinetto. Fantozziano o no che fosse, il mio timore era che qualcuno copiasse L’Influenza del blu. Di qui il quesito che mi assillava: come posso tutelarmi se un giorno trovo L’impatto del turchese sullo scaffale di una libreria?
[su_posts id=”114719″]
Ci sono molti modi di proteggere la propria idea in maniera efficace: uno di questi non costa quasi nulla ed è piuttosto sicuro. Non perdo tempo con gli altri metodi, a mio avviso tutti più onerosi e complessi e vado subito al punto. Quello che ti consiglio di fare è di stampare il romanzo in copisteria, cacciarlo dentro una busta, chiuderla molto molto bene, andare in posta e inviarlo a te stesso a mezzo raccomandata. Quando esegui questa operazione, vedrai che l’impiegato allo sportello stamperà un’etichetta con nome e indirizzo del destinatario (tu stesso) e con la data di invio (ripeto, con la data di invio). Quando ricevi il pacco, non aprirlo e nascondilo in casa in un posto sicuro (io lo avevo messo dietro lo zoccolino e sotto la lavastoviglie in cucina). Nel malaugurato caso in cui dovessi venire a conoscenza della pubblicazione de L’impatto del turchese, potrai sporgere denuncia verso lo scopiazzatore e in un gesto plateale potrai gridare
“Vostro onore, porto alla sua attenzione la prova numero uno”. A quel punto il tuo zelante avvocato estrarrà dalla toga una busta ben chiusa con una data di invio visibile sull’etichetta. E rivolto verso una giuria col fiato sospeso, potrà aprire la busta davanti a tutti facendo notare che già uno, due o tre anni fa L’influenza del blu conteneva tutte le idee che hanno fatto de L’impatto del turchese un bestseller internazionale.
[su_posts id=”115204″]
Ora che ci penso, c’è quasi da augurarsi che tutto questo accada: avresti una strategia di lancio a prova di bomba con una copertura stampa senza precedenti (lo sai che La Gioconda è diventata così famosa solo dopo il suo furto nel 1911?). E anche senza copertura stampa, almeno i membri della giuria se ne acquisterebbero una copia come gesto di compassione verso l’autore: niente male considerando che secondo l’AIE solo il 4% dei libri pubblicati vende oltre mille copie!
[su_posts id=”116436″]
[su_posts id=”116835″]