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Le citazioni letterarie nei film di Quentin Tarantino

I film di Quentin Tarantino sono dei veri e propri pilastri del cinema. I suoi film sono pieni di citazioni appartenenti anche al mondo della letteratura

MILANO – Quentin Tarantino è uno dei registi più talentuosi dei nostri tempi: i suoi film sono delle vere e proprie icone del cinema, continua ispirazione per i cinefili, i registi e non solo. Pulp Fiction, Kill Bill, Le iene sono pezzi di storia che difficilmente verranno dimenticati. Nato il 27 marzo 1963 a Knoxville, Tennessee, iniziò la sua carriera negli anni Novanta con Le iene raggiungendo il successo di critica, per poi vincere la Palma D’oro al Festival di Cannes con Pulp Fiction, film che si è avvalso anche ben sette nomination agli Oscar 1995, vincendo quello per la miglior sceneggiatura originale. Davanti al regista “DJ”, chiamato così per la sua capacità di mischiare e orchestrare stili molto diversi tra loro, si prospetta una florida carriera: Kill Bill, Bastardi senza gloria, Django, The Hateful Eight e quest’anno uscirà nelle sale C’era una volta a…Hollywood.
Quentin Tarantino è sempre stato un amante del mondo dei libri: infatti all’età di quindici anni venne portato a casa dalla polizia perché rubò il libro Scambio a sorpresa di Eimore Leonard in un negozio; la madre lo punì facendogli leggere moltissimi libri. E anche nei suoi film le citazioni letterarie non mancano: ecco le più interessanti.

Jackie Brown

Jackie Brown è l’unico film di Tarantino tratto esplicitamente da un libro: il romanzo in questione è Punch al rum di uno degli scrittori preferiti del regista, Elmore Leonard, lo stesso autore del libro Scambio a sorpresa, che Quentin rubò all’età di quindici anni. Una parte del film è stato ambientato proprio nel centro commerciale in cui il regista rubò il libro, ossia il Del Amo Fashion Center.

Gli artifici letterari

Nei film di Tarantino molto spesso l’intreccio non rispetta la trama: anticipazioni e flashback, dislocazioni temporali sono un tratto distintivo del regista. Prima di Pulp Fiction, il film che fa della dislocazione temporale il proprio modo di procedere nella narrazione, questa tecnica era usata molto raramente. Proprio come accade nei libri, i salti temporali e la cronologia frammentata sono molto frequenti.

1art1, 36889, Poster, motivo: Pulp Fiction - Quentin Tarantino, 91 x 61 cm

Uno scrittore come attore

Nel film Le iene (1992) Mr.Blue è interpretato da Edward Bunker, uno dei migliori scrittori di gialli e noir, anche a causa del suo passato da criminale. I suoi libri sono apprezzati da Niccolò Ammaniti e da James Ellroy.

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Sylvia Plath

Sempre per quanto riguarda il film Le iene, il regista avrebbe voluto che il protagonista Joe Cabot declamasse poesie di Sylvia Plath. Non fu però possibile dal momento che gli eredi della poetessa non cedettero i diritti.

Vincent Vega

Vincent Vega, protagonista di Pulp Fiction, interpretato da John Travolta, quando va in bagno legge e sfoglia una copia di Modesty Blaise di Peter O’Donnel. Si tratta del fumetto che ha per protagonista una giovane donna addestrata al crimine.

tarantino pulp fiction

Black Mask

Era il titolo di lavorazione della pellicola Pulp Fiction. Infatti dopo aver caratterizzato i personaggi, Tarantino pensò che la maniera migliore per dar voce al mondo del crimine e descrivere questo mondo fosse quella di ispirarsi alla struttura pulp del magazine Black Mask. Il genere che affrontava questo periodico era per lo più quello dei racconti polizieschi, ma anche storie d’avventura, mystery e storie d’amore e dell’occulto.

black mask tarantino

Sigfrido e la saga dei Nibelunghi

In Django (2012), uno degli ultimi film di Tarantino, il Dottor Schulz, il cacciatore di taglie proveniente dalla Germania che in passato era un dentista, racconta la storia allo schiavo Django una parte della storia di Sigfrido e la saga dei Nibelunghi. Durante la stesura del film infatti il regista venne influenzato dalla mitologia nordica: la visione dell’opera L’anello del Nibelungo assieme a Christoph Waltz diede una piega innovativa al copione, che già inconsapevolmente si avvicinava alla storia di Sigfrido.

Agatha Cristie

Il film The Hateful Eight (2015) ricorda molto la struttura dei gialli di Agatha Christie, per la capacità di creare tensione intorno alla ricerca del colpevole dell’omicidio. In particolare, ci sono riferimenti al romanzo più famoso della Christie: Dieci piccoli indiani. Basti pensare al contesto: un gruppo di persone chiuso in una casa, un assassino tra di loro. Piano piano, non ne rimane più nessuno in vita. Quentin Tarantino stesso confermò questa teoria in una conferenza stampa: “Siccome non riuscirò a fare tutti i film che vorrei, ogni volta mi rendo conto che alla fine faccio cinque film in uno. – ha esordito Tarantino – In questo caso sapevo che volevo realizzare un western, ma mentre scrivevo si sviluppava anche un giallo alla Agatha Christie, e dopo che l’ho montato mi sono reso conto che avevo realizzato anche un horror”.

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