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Squid Game, una petizione per fermare la serie tv del momento

E' stata pubblicata su Change.org una petizione diretta alla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza per fermare Squid Game, la serie tv coreana di cui tutti stanno parlando. Riprende così l'eterno dilemma tra censura e libertà d'espressione

“Fermiamo lo Squid game”. E’ stata pubblicata su Change.org una petizione diretta alla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza dalla Fondazione Carolina, Onlus dedicata a Carolina Picchio, la prima vittima acclarata di cyberbullismo in Italia. Carolina si tolse la vita nel 2013 per l’umiliazione di vedersi in un video mentre, priva di coscienza, dei suoi coetanei giocavano con il suo corpo mimando atti sessuali.

La petizione

“Di fronte allo sgomento di mamme e maestre delle scuole materne non bastano i buoni propositi, ma serve un’azione concreta” dicono dalla Onlus, spiegando che il loro non è “un atto censorio, ma risponde alla necessità di far fronte alla sconfitta dei parental control e alla crisi della genitorialità. Una débâcle messa nudo dai social e, soprattutto, dalle decine di segnalazioni che gli esperti per la sicurezza digitale delle nuove generazioni hanno raccolto da tutta Italia”.

E’ vero che Netflix suggerisce la visione della serie a utenti sopra i 14 anni di età, eppure Squid Game è diventata virale, anche tra i bambini. “Da oggi è possibile firmare la petizione per bloccare questo contenuto, micidiale per gli utenti più piccoli e i giovani più fragili – denuncia Ivano Zoppi, segretario generale della Fondazione Carolina – A questo punto, l’unica soluzione possibile – sottolinea il referente della fondazione – sembra la censura vecchio stampo. Qualcuno storcerà il naso, ma oramai sembra l’unico strumento possibile a difesa del principio di incolumità dei minori”.

Squid Game

Squid Game (tradotto in italiano”Il gioco del calamaro”) è una serie televisiva sudcoreana  scritta e diretta da Hwang Dong-hyuk. La serie è stata distribuita in tutto il mondo sulla piattaforma di streaming Netflix a partire dal 17 settembre 2021. Costituita da nove episodi, Dquid Game narra la storia di un gruppo di persone che rischiano la vita in un mortale gioco di sopravvivenza, che ha in palio 45600000000 ₩, pari a circa 33 milioni di euro, e fu concepita da Hwang sulla base delle sue personali difficoltà giovanili, oltre che alle disparità socio-economiche vigenti in Corea del Sud. Protagonista è Seong Gi-hun, un uomo divorziato e sommerso dai debiti che viene invitato a giocare ad una serie di giochi tradizionali per bambini per vincere una grossa somma di denaro.

Giusto censurare la serie tv?

E’ giusto, quindi, censurare la serie tv Squid Game per il pericolo che i bambini emulino anche nella vita reale le azioni della serie? Per riflettere meglio sull’argomento, riprendiamo il punto di vista di Francesca Barra, condiviso sul suo profilo Facebook. 

“Perché essere i numeri uno, avere successo, soldi, sembra l’unica cosa che conti e, quando questo non avviene, per la società, la famiglia, sparisci. Muori. Diventi un perdente. La serie record coreana Squid Game in onda su Netflix lo racconta benissimo attraverso 456 persone- perdenti nel lavoro, sommersi da debiti- che accettano di partecipare a giochi legati all’infanzia per vincere 40 milioni di dollari. A costo di morire. Naturalmente il genere trascina scontate polemiche sull’eccessiva violenza e alimenta il noiosissimo dibattito sul “cattivo esempio” che darebbe ai ragazzini. Diciamo subito che se fate vedere questa serie ai ragazzini , senza controllo, il problema è vostro e non della serie.

Perché andrebbe spiegata fino in fondo ai ragazzi e forse anche a quegli stessi adulti che vorrebbero censurarla. Non è possibile che ci vediate solo cinismo, violenza e non la costruzione – sebbene splatter – di un sotto mondo che lotta contro la discriminazione, la diseguaglianza, il capitalismo, la solitudine. Che sopravvive e cerca di farlo a ogni costo, perché più dei soldi è la disperazione il vero motore che attiva i giocatori a quelle prove estreme. Infilatevi le lenti giuste e riconoscete le sfumature umane, la pietà, l’amicizia, il senso di impotenza che a me, personalmente, hanno commosso e toccato più del pretesto del sangue. Non amo il genere violento e non sarei riuscita a guardare 5 episodi di seguito se non avessi riconosciuto in quel solo contesto, la straordinaria capacità di rappresentare tutti i mali, gli incubi, ma anche tutto il bene che si può rintracciare anche all’inferno.

Volete controllare i vostri figli? Fatelo su tanti social in cui diventano volgari e pericolosi o superficiali , ma basta prendersela con il cinema!”

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