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Pier Paolo Pasolini e il messaggio di pace nel film “Uccellacci e Uccellini”

Scopri l'attualità del film "Uccellacci e Uccellini" di Pier Paolo Pasolini e il suo potente messaggio di pace universale.

In un mondo di qualunquismo dilagante fatto di falchi oppressori e oppressi passerotti, attuale è soprattutto la pellicola del 1966 dal titolo “Uccellacci e Uccellini diretta da Pier Paolo Pasolini che con lucidità e lungimiranza si rivolge a degli uomini che vanno non si sa dove, con la volontà di richiamare l’uomo alla sua missione di civiltà, pace, umanità ed educazione.

Il film è un invito a una riflessione e presa di coscienza che vede la disuguaglianza fra le diverse classi sociali che scorre in canali oppressivi, come la peggiore minaccia per rendere l’uomo libero.

Come in un canto aperto, il cineasta vuole trasmettere il suo accorato appello di rinnovamento e rigenerazione dell’umanità per un futuro di amore unificante e lo veicola attraverso le voci di San Francesco e del Corvo:

“Francesco: Bisogna cambiallo questo mondo, Fra’ Ciccillo!

È questo che non avete capito!

Un giorno verrà un uomo dagli occhi azzurri e dirà: «Sappiamo che la giustizia è progressiva, e sappiamo che man mano che progredisce la società si sveglia la coscienza della sua imperfetta composizione e vengono alla luce le disuguaglianze stridenti e imploranti che affliggono l’umanità».

Non è forse questa avvertenza della disuguaglianza tra classe e classe, tra nazione e nazione, la più grave minaccia della pace!”

 

“Corvo: è ora di finirla con le guerre! Dobbiamo lottare uniti per la pace.

Lottare uniti per la pace!

Più della metà degli esseri che compongono questa umanità progredita è in uno stato di sofferenza che è ignobile e intollerabile.

Soffre la fame, la fame letteralmente”

Uccellacci e Uccellini

Sul film Pier Paolo Pasolini disse: «Uccellacci e uccellini è stato il mio film che ho amato e continuo ad amare di più perché, come dissi quando uscì, è il più povero e il più bello.»

Nel film, dall’originalità narrativa, tutto è da leggersi come efficaci simbolismi, dalla critica sociale, dai dialoghi alla musica, dalle riprese alle ambientazioni scelte dall’artista Pasolini nei cui dialoghi troveremo sorprendenti riferimenti nell’attualità di fatti che in questi giorni stiamo tragicamente vivendo.

In un clima sognante, padre e figlio interpretati rispettivamente da Totò e Ninetto Davoli  si avviano in un viaggio picaresco nelle campagne romane e nella storia, incontrando un corvo che tenta di guidarli per le molteplici vie del marxismo.

Il soggetto e la sceneggiatura sono di Pier Paolo Pasolini, la produzione di Alfredo Bini, mentre la musica è opera del Maestro per eccellenza Ennio Morricone.

I versi nei titoli di testa sono cantati da Domenico Modugno e scritti dallo stesso Pasolini mentre la canzone “Carmé Carmé” è scritta e cantata da Totò.

Pier Paolo Pasolini su Totò

Pier Paolo Pasolini ha fatto abilmente emergere le capacità recitative e drammatiche di uno dei maggiori attori della commedia all’italiana, Antonio De Curtis in arte Totò non più soltanto quello dei film consumistici, ma il Totò dotato di una comicità culturalmente elevata.

Il cinema della maschera da una parte e l’ermetica e multiforme poetica pasoliniana dall’altra.

Un esempio cinematografico di come la poesia possa essere applicata alla realtà più crudele è determinato proprio dal rapporto con Totò:

 “Io ho scelto Totò per la sua natura, diciamo così, doppia.

Da una parte c’è il sottoproletariato napoletano, e dall’altra c’è il puro e semplice clown, il burattino snodato, l’uomo dei lazzi e degli sberleffi.

Queste due caratteristiche insieme mi servivano a formare il mio personaggio. Ed è per questo che l’ho usato.

Nei miei film Totò non si presenta come piccolo-borghese, ma come proletario o sottoproletario, cioè come lavoratore.

E il suo non accorgersi della storia è il non accorgersi della storia dell’uomo innocente, non del piccolo borghese che non vuole accorgersene per i suoi miseri interessi personali e sociali”.

Premi e riconoscimenti

Il film “Uccellacci e Uccellini” al Festival di Cannes, nel 1966, ha vinto il Premio menzione speciale della giuria.

Nel 1967 durante i Nastri d’Argento, la pellicola ha ricevuto ben 3 nomination con la candidatura come miglior regista a Pier Paolo Pasolini, candidatura a Ennio Morricone come migliore colonna sonora e candidatura migliore sceneggiatura a Pasolini.

“Uccellacci e Uccellini” ha poi vinto 2 premi tra cui il Premio miglior soggetto e il premio migliore attore protagonista conferito a Totò.

Il messaggio di pace nel film di Pier Paolo Pasolini

“Uomo del mio tempo, dove sta andando l’umanità?

In un mondo sconvolto dalle bombe, dalla sopraffazione, dalla violenza, dalla violazione dei diritti, dai lutti non c’è più posto per far giocare i bambini…”

L’attualità, la lungimiranza e la lucidità con cui Pier Paolo Pasolini è riuscito a richiamare l’uomo alla sua missione di civiltà, educazione ed umanità anche attraverso l’uso del cinema.

Per Pasolini il cinema è un invito a una riflessione e presa di coscienza che vede la disuguaglianza che scorre in canali oppressivi come la peggior minaccia per rendere l’uomo libero.

L’attualità delle pellicole di Pasolini emerge impetuosa anche alla luce dei conflitti armati che coinvolgono tutti noi e che macchiano e minacciano le pagine di storia contemporanea.

I conflitti armati aperti nel mondo continuano a macchiare e minacciare le pagine della storia contemporanea.

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