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“Pazza” di Loredana Berté, la canzone inno all’amor proprio

Prima in classifica secondo il giudizio della sala Stampa, "Pazza" di Loredana Berté rappresenta un inno all'amore verso se stessi, un invito alla consapevolezza di se, a smettere di odiarsi e a finirla di dare importanza al giudizio altrui

Loredana Berté torna sul palco del Festival di Sanremo per la 12ma volta con “Pazza”, una canzone che ha molto di autobiografico e che lancia un messaggio importante: dobbiamo amare più noi stessi.

Visibilmente emozionata una volta salita sul palco dell’Ariston, Loredana Berté dopo un inizio in cui sembra essere tradita appunto dall’emozione man mano conquista la scena e prende padronanza del brano che ha portato quest’anno a Sanremo: si tratta di un brano in perfetto stile Berté.

A fine serata, “Pazza” di Loredana Berté ha messo d’accordo tutti già dalla prima serata, con la sala Stampa che l’ha collocata al primo posto nella classifica parziale della kermesse musicale. 

Il brano “Pazza” fa parte del nel nuovo album di Loredana Berté intitolato “Ribelle”, in uscita il 9 febbraio e contenente 36 canzoni dell’artista tra cui “Figlia di…”, “Bollywood”, “Ho smesso di tacere”, “Sei bellissima”, “Dedicato”, “Non sono una signora”, “E la luna bussò”, “In alto mare” e “Acqua”. 

“Pazza”, il testo della canzone di Loredana Berté

Sono sempre la ragazza
Che per poco già s’incazza
Amarmi non è facile
Purtroppo io mi conosco
Ok ti capisco
Se anche tu te ne andrai via da me

Col cuore che ho spremuto come un dentifricio
E nella testa fuochi d’artificio
Adesso vado dritta ad ogni bivio
Va bene sono pazza che c’è, che c’è

Io sono pazza di me, di me
E voglio gridarlo ancora
Non ho bisogno di chi mi perdona io, faccio da sola, da sola
E sono pazza di me
Sì perché mi sono odiata abbastanza
Prima ti dicono basta sei pazza e poi
Poi ti fanno santa

Io cammino nella giungla
Con gli stivaletti a punta
E ballo sulle vipere
Non mi fa male la coscienza
E mi faccio una carezza perché non riesco a chiederle
Col cuore che ho spremuto come un dentifricio
E nella testa fuochi d’artificio
E se in giro è tutto un manicomio
Io sono la più pazza che c’è, che c’è

Io sono pazza di me, di me
E voglio gridarlo ancora
Non ho bisogno di chi mi perdona io, faccio da sola, da sola
E sono pazza di me
Sì perché mi sono odiata abbastanza
Prima ti dicono basta sei pazza e poi
Poi ti fanno santa

Scusa se ti ho fatto male
Forse non sono normale, o forse
Io sono pazza di me, di me
E voglio gridarlo ancora
Non ho bisogno di chi mi perdona io, faccio da sola, da sola

E sono pazza di me
Sì perché mi sono odiata abbastanza
Prima ti dicono basta sei pazza e poi
Poi ti fanno santa

L’importanza di amare di più se stessi

Loredana Berté è stata sempre una cantante fuori dal coro, dal look stravagante con i suoi capelli azzurri e spesso protagonista di performance a Sanremo che hanno fatto discutere, come quando nel 1986 sul palco dell’Ariston interpretò la canzone “Re” affiancata da due ballerine con tutte e tre che indossavano un finto pancione.

Un’esibizionismo, però, mai fine a se stesso, ma denso di significati e di messaggi importanti, come quello portato sul palco dell’Ariston quest’anno. “Pazza” è un testo che ricorda un po’ le atmosfere tipica delle poesie di Alda Merini e che affronta temi vicini a quelli affrontati dalla poetessa dei Navigli, come quello relativo all’importanza di essere consapevoli della propria personalità e della propria follia, una condizione che fa rima con libertà e in cui molti, spesso nascosti perché intimoriti dal giudizio della società, si possono ritrovare.

Il testo di “Pazza” rappresenta un inno all’amore verso se stessi, un invito alla consapevolezza di se, a smettere di odiarsi e a finirla col dare importanza al giudizio altrui: solo così è possibile vivere in maniera consapevole, restando fedeli alla propria natura.

“E sono pazza di me
Sì perché mi sono odiata abbastanza
Prima ti dicono basta sei pazza e poi
Poi ti fanno santa”

Photocredits: Raiplay

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