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“Viva l’Italia”, Francesco De Gregori canta l’Italia che resiste

"Viva l'Italia" è una delle colonne sonore di questi giorni trascorsi in casa a "resistere" contro un nemico invisibile. Analizziamo il testo di Francesco De Gregori

“Viva l’Italia” è una delle colonne sonore di questi strani giorni trascorsi in casa a “resistere” contro un nemico invisibile, il Coronavirus. Il celebre brano di Francesco De Gregori rappresenta un racconto lucido e impietoso dei momenti più bui dell’Italia, un elenco dei pregi e dei difetti del popolo italiano. Analizziamone il testo per capire in che modo Viva l’Italia esprima al meglio vizi e virtù del popolo italiano.

Viva l’Italia liberata

Il brano è contenuto nell’omonimo album Viva l’Italia uscito nel 1979. Il singolo di Viva l’Italia venne poi esportato anche in Brasile con la traduzione in portoghese di Paulo Coelho. Il viaggio di De Gregori inizia con il racconto doloroso periodo del nazifascismo. “Viva l’Italia / Viva l’Italia liberata” è il manifesto che è ripartita dopo la guerra. Un Paese che oggi è anche “L’Italia del valzer e l’Italia del caffè” anche se non del tutto ripresa perché è stata “colpita al cuore/l’Italia con gli occhi asciutti nella notte scura”. Chiaro riferimento qui agli anni di piombo che avevano piegato nuovamente il Paese dopo la guerra. 

L’Italia delle contraddizioni

Nelle strofe successive, De Gregori racconta un Paese fatto di contraddizioni al suo interno, “l’Italia metà giardino e metà galera”. “L’Italia dimenticata e l’Italia da dimenticare” sono versi che raccontano di un Paese che trascura le proprie bellezze e al tempo stesso dovrebbe fare a meno di certi vizi che la contraddistinguono. Per De Gregori siamo un Paese passionale, “che si dispera e che si innamora”. Mentre “l’Italia sulla luna” è un chiaro riferimento al sogno per l’epoca del primo uomo sulla luna, avvenuto nel 1969, anno in cui il testo della canzone viene concluso.

L’Italia che resiste, come oggi

La parte conclusiva fa riferimento ad alcuni dei periodi bui della storia del nostro Paese. “L’Italia del 12 dicembre” è un chiaro riferimento all’attentato di piazza Fontana a Milano. Ad essa fa subito seguito “l’Italia con le bandiere”, ovvero l’istinto di reagire e scendere in piazza per ribellarsi ai soprusi e alla violenza. “L’Italia che resiste” con cui si conclude il brano ha molto in comune con l’Italia di oggi, in cui le bandiere sventolano sui balconi e la gente reagisce alla “notte scura” rimanendo a casa per sconfiggere il nemico, stavolta invisibile.

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