“Italo Calvino nelle città” è un film-documentario di Davide Ferrario che racconta la vita di Calvino, pensato per celebrare i cent’anni della nascita dello scrittore (L’Avana, Cuba 15 ottobre 1923), attraverso il tema delle città: un racconto suddiviso tra le città “visibili” in cui ha vissuto, ha lavorato, o da cui è rimasto suggestionato nei suoi viaggi; e quelle “invisibili”, inventate per il famoso libro edito da Einaudi nel 1972.
Il docufilm è diretto dal regista Davide Ferrario, che lo ha pensato e scritto a quattro mani con Marco Belpoliti adattando i testi dello stesso scrittore: nel cast Valerio Mastandrea, Alessio Vassallo, Filippo Scotti e la partecipazione straordinaria di Violante Placido.
Il film dedicato al celebre scrittore, accolto calorosamente dopo essere stato presentato nella sezione FreeStyle Arts della 19° edizione della Festa del Cinema di Roma, arriverà nelle sale italiane il 28, 29 e 30 ottobre distribuito da RS Productions in collaborazione con Mirari Vos.
Italo Calvino nelle città
Il documentario ripercorre la vita di Italo Calvino attraverso il tema delle città con una narrazione alternata tra le città “visibili” in cui è cresciuto (Sanremo), ha vissuto e lavorato (Torino, Parigi, Roma) o che lo hanno colpito nei suoi viaggi (New York) e quelle “invisibili” inventate per il famoso libro edito da Einaudi nel 1972.
Le prime sono descritte attraverso un’importante selezione di materiale di archivio (filmati d’epoca, interviste, fotografie) e i monologhi di Filippo Scotti, Alessio Vassallo e Valerio Mastandrea che interpretano Italo Calvino in momenti differenti della sua vita.
A Violante Placido è affidato il compito di portare lo spettatore dentro la dimensione onirica e fantastica delle città invisibili sullo sfondo di scenari più astratti: l’attrice si muove in scenari astratti, una fabbrica abbandonata, una villa fatiscente, un teatro dismesso. Le due dimensioni si intrecciano creativamente per creare uno story-telling che restituisce quel senso di realtà fantastica che è alla base delle opere di Calvino.
Le città di Calvino
Il documentario inizia da Sanremo, seguendo Filippo Scotti, un giovanissimo Italo Calvino. Qui il centro è Villa Meridiana dove vivevano i Calvino e la stazione botanica costruita nella Villa. Questo è il periodo della formazione dello scrittore, durante gli anni del fascismo. È anche il periodo partigiano nelle Alpi Marittime di Calvino e il racconto Ricordo di una battaglia. Si fa riferimento in questo capitolo a La Pigna e a Il sentiero dei nidi di ragno.
Poi è la volta di Torino, su cui Calvino ha scritto molte cose sparse nella sua opera. La città dell’Einaudi, ma anche della Fiat, la città dove ha studiato dopo l’esperienza partigiana e si è laureato. Qui in un periodo di vita che va dal 1946 fino agli anni settanta del Novecento lavorerà prima all’Einaudi e poi come redattore dell’edizione piemontese de “L’Unità”. È Alessio Vassallo a interpretare Italo a Torino.
Il documentario si sposta poi a New York, dove Calvino (sempre interpretato da Alessio Vassallo) ha vissuto per sei mesi con una borsa di studio dal 1959 al 1960: “La città che ho sentito come la mia città più di qualunque altra città è New York…”. C’è il diario di viaggio Un ottimista in America (paragone tra URSS e USA) e varie lettere (le lettere sono un documento molto ampio sulla sua vita).
A Roma, dove è stato in diverse occasioni dal 1954 al 1964 e dove ha affittato un piccolo appartamento nel 1962, è invece Valerio Mastandrea a interpretare un Calvino più maturo. La prima vera casa è in via Monte Brianzo, si è sposato con Esther Calvino a l’Avana e nel 1964 nasce la figlia Giovanna. E dove ritorna nel 1980.
È la volta di Parigi dove si trasferisce nel 1967, nella villetta di Square de Chatillon, e vi resta sino al 1980. In questi tredici anni, Parigi diventa il centro della sua vita intellettuale (Eremita a Parigi): Greimas, Barthes, Lévi-Strauss, Perec, Oulipo, Queneau, eccetera. Qui scrive i racconti su Parigi che si trovano nel libro Palomar.
E infine Roccamare, dove costruisce una casa al mare di vacanza, vicino di casa di vari scrittori come Fruttero e altri ancora. Trascorrerà qui gli ultimi anni della sua vita. Colpito da un ictus, verrà ricoverato all’ospedale di Siena, dove muore nel settembre del 1985.
Le città invisibili sono messe invece in scena in modo più cinematografico. Sono interpretate da Violante Placido che si muove in scenari astratti, quali una fabbrica abbandonata, una villa fatiscente, un teatro dismesso, un rave. Queste due dimensioni lavorano dialetticamente per produrre quel senso di realtà fantastica che è così caratteristico dei lavori di Calvino.
Una caratteristica speciale del film è inoltre la riscoperta di Calvino come paroliere di canzoni. Grazie alla collaborazione con Sugar Music e Caterina Caselli, Italo Calvino nelle città presenta la riscoperta di un pezzo scritto da Calvino per Luciano Berio: Ora mi alzo, tratto dall’”azione teatrale” Allez-Hop del 1959. L’esecuzione è stata appositamente affidata al talento di Raphael Gualazzi, che ne trae una cover di straordinaria classe ambientata a New York.
Regista e produzione
Dopo Umberto Eco – La Biblioteca del mondo e La strada di Levi Davide Ferrario torna a trattare di letteratura al cinema e a concentrarsi su un’altra figura di spicco della cultura italiana dallo stile inconfondibile, restituendoci attraverso la propria modalità narrativa anche un’immagine di Calvino diversa e a tratti intelligentemente ironica.
Italo Calvino nelle città è una produzione Anele con Rai Cinema, Luce Cinecittà e RS Productions, prodotto da Gloria Giorgianni con Pietro Peligra, con il sostegno del Ministero della cultura direzione generale cinema e audiovisivo e di Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund e con il patrocinio di Comune di Torino, Comune di Sanremo, Comune di Avigliana e Comune di Mondovì.