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Il commissario Montalbano, 3 motivi per guardarlo in tv

Il commissario Montalbano è tornato in televisione con le repliche dei suoi casi. Ecco perché dovremmo riguardare questa serie.

Il commissario Montalbano torna in televisione. Dal 14 aprile, infatti, la Rai ha iniziato a mettere in onda le repliche della serie tv nata dalla penna di Andrea Camilleri. Questa sera, alle 21:25 su Rai 1 sarà trasmesso l’episodio “La rete di protezione”. In questo articolo vi spieghiamo perché dovreste cogliere l’occasione per rivedere o assaporare per la prima volta il carattere di questo incredibile personaggio.

Il mito di Montalbano

Il commissario di Vigata piace così tanto agli italiani perché non è un personaggio montato, costruito per somigliare a qualcuno o per rappresentare chissà quale eroe. Montalbano è umano, per certi versi perfino troppo. Camilleri pubblicò per la prima volta un romanzo con protagonista Salvo Montalbano nel 1994 e in circa vent’anni è riuscito a plasmare il personaggio e le sue avventure in maniera così viva e reale da farlo diventare un vero e proprio mito. Il salto sul piccolo schermo arriva nel 1999 e la scelta dell’interprete non fa che aumentare la maestria del prodotto. Luca Zingaretti entra nei panni di Salvo Montalbano con una bravura e un’immedesimazione sorprendenti.

La cura dei dettagli

La serie di Montalbano deve il suo enorme successo anche all’attenzione che dedica ai dettagli. Il fatto di essere nata da una serie di romanzi e racconti è già di per sé un fatto non trascurabile. Si nota infatti una maggiore attenzione nelle descrizioni, nei sentimenti e nei dialoghi, molto più curati rispetto ad altri prodotti televisivi. La trama di tutti gli episodi è accuratamente sviluppata e riportata sullo schermo. Non ci sono i soliti stereotipi e le sotto trame si articolano in maniera coerente. Il commissario Montalbano, quindi, continua ad essere attuale nonostante il passare degli anni.

“La rete di protezione” in onda stasera

Luca Zingaretti nei panni del commissario più amato d’Italia si ritrova a dover risolvere un nuovo e strano enigma. L’ingegner Sabatello porta a Montalbano alcuni filmini girati per decenni dall’ormai defunto padre che raffigurano sempre la stessa cosa: l’inquadratura fissa di un muro. Il commissario intuisce che non si tratta solo di un fatterello bizzarro, ma che dietro quelle strambe pellicole si nasconda una remota vicenda dalle tinte tragiche e fosche. Non sarà però solo questo cold case a impegnare il commissario perché, proprio in quei giorni, nella scuola frequentata dal figlio di Augello viene compiuto uno spaventoso quanto incomprensibile attentato.

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