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Il coro dell’Opera di Odessa intona in piazza “Va’ pensiero”, inno alla libertà

Il coro dell’opera di Odessa si raduna in piazza e sfida gli attacchi russi intonando il "Va’ pensiero", uno dei cori più noti del Nabucco di Giuseppe Verdi, inno alla libertà dei popoli oppressi.

Un inno alla libertà per il popolo ucraino. Il coro dell’opera di Odessa si raduna in piazza e sfida gli attacchi russi intonando il “Va’ pensiero“, uno dei cori più noti del Nabucco di Giuseppe Verdi, inno alla libertà dei popoli oppressi. Un momento toccante e commovente per la città che è nelle mira dei militari di Mosca.

“Brividi, lacrime e rabbia. L’Opera di Odessa canta Va’ Pensiero in strada, sotto la bandiera” il ministro della cultura, Dario Franceschini commenta così e rilancia sui social il video girato dal giornalista francese Pierre Alonso.

 

Va’ Pensiero

Va’, pensiero (Va, pensiero, sull’ali dorate) è uno dei cori più noti della storia dell’opera, collocato nella parte terza del Nabucco di Giuseppe Verdi (1842), dove viene cantato dagli Ebrei prigionieri in Babilonia. Il poeta Temistocle Solera scrisse i versi ispirandosi al salmo 137, Super flumina Babylonis (Sui fiumi di Babilonia).

Qui sotto è riportato il testo musicato da Verdi, che differisce da quello stampato nel libretto in una sola parola: “tepide” anziché “libere”.

Va, pensiero, sull’ali dorate;
va, ti posa sui clivi, sui colli,
ove olezzano tepide e molli
l’aure dolci del suolo natal!

Del Giordano le rive saluta,
di Sionne le torri atterrate.
O, mia patria, sì bella e perduta!
O, membranza, sì cara e fatal!

Arpa d’or dei fatidici vati,
perché muta dal salice pendi?
Le memorie nel petto raccendi,
ci favella del tempo che fu!

O simile di Sòlima ai fati
traggi un suono di crudo lamento,
o t’ispiri il Signore un concento
che ne infonda al patire virtù!

Parafrasi

Va’ Pensiero, sulle tue ali d’oro
Va’ e posati sui pendii e sulle colline,
Dove profuma tiepida e deliziosa
L’aria della nostra terra natale.

Saluta le rive del Giordano,
E le torri distrutte di Sion!
Oh mia Patria, così bella ma perduta,
Oh ricordo così caro, ma così doloroso.

Arpa d’oro dei profeti del fato,
Perché pendi silenziosa dal salice?
Riaccendi nel nostro cuore i ricordi,
Parlaci ancora della nostra Storia gloriosa!

Memore della sorte di Gerusalemme,
Fai risuonare un canto di cocente dolore,
Oppure il Signore ti ispiri una musica,
Che infonda la forza contro i patimenti.

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