La frase di Giovanni Verga, tratta da “I Malavoglia” è una di quelle massime popolari che racchiude in poche parole un intero mondo di significati e di saggezza quotidiana. Come spesso accade con i proverbi, essa non solo fa sorridere per la sua semplicità e verità, ma offre anche uno spunto per riflettere sulle dinamiche umane e sociali, soprattutto nel contesto di una piccola comunità, come quella che Verga descrive nei suoi romanzi veristi.
“Amare la vicina è un gran vantaggio, si vede spesso e non si fa viaggio.”
Giovanni Verga e il mondo dei Malavoglia
“I Malavoglia” è uno dei capolavori del Verismo, un movimento letterario che si proponeva di rappresentare la realtà in maniera cruda e senza abbellimenti, concentrandosi in particolare sulle vite delle classi popolari e sulle loro difficoltà. La famiglia dei Malavoglia vive nel piccolo paese di Aci Trezza, in Sicilia, dove la vita di tutti i giorni è scandita dalle dure leggi del mare, della terra e della comunità. In un ambiente così ristretto e solidale, dove tutti si conoscono e le vite degli abitanti sono intrecciate in modo indissolubile, il proverbio di Verga assume una particolare rilevanza.
Nel mondo de “I Malavoglia”, le relazioni sono spesso viste non solo come questioni di sentimento, ma anche di praticità e convenienza. Le vite sono intrinsecamente legate alle necessità quotidiane, alla sopravvivenza e alla vicinanza. Amare una persona che vive vicino, in questo contesto, non è solo una questione di comodità geografica, ma anche di condivisione di una cultura, di un modo di vivere e di pensare.
Il proverbio riflette una saggezza popolare che trascende i confini del romanzo: la vicinanza fisica facilita le relazioni e ne riduce i costi, sia in termini di tempo che di risorse. Amare una persona che si trova a breve distanza permette di vederla più frequentemente, di coltivare la relazione in modo continuo e spontaneo, senza i vincoli imposti dalla distanza. In un’epoca in cui la tecnologia non esisteva e ogni viaggio rappresentava un impegno significativo, la possibilità di amare una persona vicina assumeva un valore ancora più grande.
Oggi, con le possibilità offerte dalla comunicazione digitale, il significato di questa massima potrebbe sembrare datato. Eppure, la realtà ci mostra che la vicinanza fisica resta un elemento fondamentale nelle relazioni umane. La frequenza dei contatti, la possibilità di condividere momenti della vita quotidiana, di incontrarsi senza pianificare troppo, sono ancora aspetti centrali che danno solidità a un rapporto. Il proverbio di Verga mette in luce un aspetto universale: la semplicità di poter vedere chi si ama senza grandi sforzi è un privilegio che non deve essere sottovalutato.
C’è, però, un lato ironico nella frase di Verga che non va trascurato. Il “gran vantaggio” di amare la vicina o il vicino, sottolineato dal proverbio, può nascondere anche delle insidie. In una piccola comunità, dove tutti osservano e giudicano, le relazioni che sono sotto gli occhi di tutti possono essere oggetto di pettegolezzi, invidie e malintesi. Così, quello che in apparenza sembra un vantaggio potrebbe trasformarsi in un limite, dove la vicinanza diventa anche una mancanza di privacy e di spazio personale. Verga, da maestro del Verismo, riesce con poche parole a evocare non solo l’aspetto positivo ma anche le potenziali complicazioni di un amore “a portata di mano”.
L’uso dei proverbi nei romanzi di Verga è una scelta stilistica che riflette l’aderenza dell’autore al linguaggio e alla mentalità del popolo che descrive. I proverbi rappresentano la voce collettiva della comunità, un sapere condiviso che si tramanda di generazione in generazione e che contiene in sé le lezioni apprese dalla vita. In “I Malavoglia”, i proverbi servono a rendere autentica la narrazione, a immergere il lettore nel contesto culturale del villaggio e a mostrare come la saggezza popolare permei ogni aspetto della vita quotidiana.
Questo particolare proverbio, con la sua leggerezza e il suo umorismo, invita a riflettere sulla semplicità delle cose vicine, sulla bellezza di ciò che è accessibile e familiare. E, allo stesso tempo, sottolinea come ogni relazione, anche quella apparentemente più semplice e conveniente, porti con sé una serie di sfide e complessità. Amare la vicina, o il vicino, può essere un “gran vantaggio”, ma richiede comunque impegno, comprensione e un pizzico di pazienza — esattamente come ogni altra relazione umana.
In conclusione, Verga, attraverso questo proverbio, non solo ci regala un sorriso ma ci ricorda anche l’importanza di valorizzare ciò che è vicino, di apprezzare le cose semplici della vita e di non dare per scontati i legami che possiamo coltivare senza dover affrontare lunghi viaggi. È un invito a guardare con occhi nuovi ciò che ci circonda, a riscoprire la bellezza del quotidiano e delle relazioni costruite a partire da una semplice vicinanza.