I versi di Tonino Guerra sulle piccole attenzioni in amore

17 Luglio 2025

Leggiamo assieme questi dolci e appassionati versi tratti dalle prime due strofe della poesia "La mia donna" dell'intellettuale Tonino Guerra.

I versi di Tonino Guerra sulle piccole attenzioni in amore

Nei versi tratti dalla poesia La mia donna di Tonino Guerra, si riflette un amore che non ha bisogno di gesti grandiosi né di dichiarazioni solenni, ma si radica profondamente nelle piccole cose, nei gesti minimi, nella presenza e nello sguardo reciproco. L’autore romagnolo, noto per la sua capacità di cogliere la poesia nel quotidiano e nel linguaggio semplice della gente, ci consegna in queste righe un ritratto intimo, tenero e vivo della relazione con la donna amata.

A lei piace il mio vestito blu
e alla domenica se posso lo metto
perché ci tengo anch’io a figurare.
A lei piace come mi muovo, se parlo,
se alzo un braccio oppure se discuto
a voce alta nel caffè.

Tonino Guerra e le attenzioni nei rapporti amorosi

Il primo verso, “A lei piace il mio vestito blu”, è il punto di partenza di una riflessione affettuosa sul potere dello sguardo dell’altro. Il vestito blu non è descritto come particolarmente elegante, né prezioso: è semplicemente un abito che piace a lei. Il soggetto, allora, lo indossa alla domenica, quando può, proprio per compiacere il desiderio della donna. Il gesto, apparentemente semplice, rivela in realtà una dinamica molto profonda dell’amore: il desiderio di piacere all’altro, di mostrarsi nella luce che l’altro ama.

L’espressione “perché ci tengo anch’io a figurare” apre una sfumatura interessante. “Figurare” qui non va inteso come ostentazione narcisistica, bensì come la volontà sincera di presentarsi bene, di essere degni dell’amore ricevuto. Il protagonista della poesia, consapevole dell’attenzione della donna, si prende cura della propria immagine non per vanità, ma per affetto. È un gesto di reciprocità: se lei lo guarda con ammirazione, lui vuole essere all’altezza di quello sguardo.

La seconda parte della strofa amplia questo sguardo amoroso: “A lei piace come mi muovo, se parlo, / se alzo un braccio oppure se discuto / a voce alta nel caffè.” Qui emerge il modo in cui l’amore colora ogni dettaglio della persona amata. Non si tratta più soltanto del vestito o dell’aspetto esteriore, ma del modo di muoversi, di parlare, perfino di gesticolare o di alzare la voce in un caffè.

Il soggetto è consapevole di essere osservato, ma non si sente giudicato: è amato proprio in ciò che è, nei suoi gesti naturali, nelle sue abitudini. L’amore che Tonino Guerra descrive è fatto di una presenza silenziosa ma continua: la donna guarda e ama ogni cosa dell’uomo, anche quelle che normalmente sarebbero considerate banali o addirittura poco eleganti, come discutere a voce alta.

Questi versi racchiudono una delle verità più profonde e spesso trascurate dell’amore duraturo: la capacità di cogliere il valore nell’ordinario. Non c’è bisogno di occasioni straordinarie per amare: bastano un abito, un gesto, una conversazione al bar. Quando si è amati in questo modo, si è visti veramente, in ogni dettaglio, e lo sguardo dell’altro diventa una forma di riconoscimento e di accoglienza.

Tonino Guerra, sceneggiatore e poeta, ha sempre saputo mantenere una scrittura umana, colloquiale, popolare, che attinge alla lingua della sua terra, la Romagna, e alla saggezza dei contadini, dei vecchi, dei semplici. In queste righe non c’è alcuna ricerca di raffinatezza stilistica: la bellezza nasce proprio dalla loro schiettezza. È una poesia parlata, quasi una confessione sussurrata a un amico, che contiene però una verità universale.

La scelta del caffè come luogo dell’ultima immagine è significativa: luogo di passaggio, di socialità, ma anche di piccole schermaglie verbali. Eppure anche lì, mentre discute ad alta voce, l’uomo si sa osservato da lei, e sa che anche quel suo modo di essere è accolto e amato. Non c’è bisogno di “recitare” o di correggersi: essere amati così com’è, e per come si muove nel mondo, è per il protagonista della poesia una forma di felicità profonda.

L’amore non è una cosa semplice, ma deve essere naturale

L’amore che Tonino Guerra racconta è concreto, corporeo, fatto di sguardi e piccole attenzioni. È un amore che si rinnova ogni domenica, che trova nel vestito blu il suo rito semplice, e nella quotidianità il suo campo d’azione. Non è un amore idealizzato, ma reale, capace di accogliere anche le imperfezioni e di trovare bellezza dove altri non guardano.

In definitiva, questi versi ci offrono una lezione sottile ma potente: la vera profondità dei sentimenti non si misura con le parole solenni, ma con la costanza degli sguardi, con il desiderio di piacere all’altro, con la tenerezza per le piccole cose. In un’epoca in cui l’amore spesso è narrato in termini spettacolari o drammatici, la poesia di Guerra ci ricorda che anche un vestito blu, un caffè rumoroso e un braccio alzato possono contenere il mondo.

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