Tra le opere più celebrate di William Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate occupa un posto speciale per la sua leggerezza, la sua fantasia e l’abilità con cui intreccia elementi comici, fiabeschi e poetici. All’interno di questa commedia, i versi:
«Io / deformerò la mia voce in modo da ruggire / pian pianino come una colomba da latte. Ruggirò / come un usignolo.»
appaiono come un piccolo capolavoro di comicità e di ironia linguistica, che mette in scena non soltanto l’ingenuità dei personaggi, ma anche la straordinaria capacità di Shakespeare di giocare con le parole e con le immagini.
Il contesto: la compagnia degli artigiani
Questi versi sono pronunciati da Bottom, il tessitore, uno degli artigiani ateniesi che, nel tempo libero, decidono di allestire una rappresentazione teatrale in onore delle nozze di Teseo e Ippolita. La commedia che intendono mettere in scena è la tragica storia di Piramo e Tisbe, tratta dalle Metamorfosi di Ovidio.
Gli artigiani, però, non sono attori professionisti: la loro inesperienza li rende goffi e ridicoli, e proprio questa goffaggine diventa fonte inesauribile di comicità. Bottom, in particolare, è convinto di avere grandi capacità teatrali e si offre di recitare qualsiasi parte, dal giovane amante alla fanciulla in pena, fino al leone. È in questo contesto che pronuncia i versi in questione, assicurando che saprà modulare la sua voce in modo da interpretare un ruggito non spaventoso, bensì dolce come il tubare di una colomba o melodioso come il canto di un usignolo.
L’assurdità del paradosso
Il comico nasce dal contrasto tra i termini utilizzati. Il ruggito è per definizione un suono forte, aggressivo, che incute timore. La colomba da latte, al contrario, richiama un’immagine di fragilità e di tenerezza, con il suo tubare sommesso e pacifico. Ancor più evidente è il paradosso quando Bottom dichiara che ruggirà “come un usignolo”: l’usignolo è il simbolo del canto dolce e armonioso, diametralmente opposto al ruggito animalesco.
Questo gioco di contrasti mostra come Shakespeare sappia generare comicità attraverso l’uso del linguaggio: le parole accostano elementi inconciliabili, e il risultato è un effetto comico immediato, che mette in ridicolo la presunzione del personaggio.
La comicità ingenua di Bottom
Il tessitore Bottom incarna l’ingenuità teatrale. Egli non si rende conto dell’assurdità delle sue affermazioni: è sinceramente convinto di poter conciliare l’inconciliabile, di trasformare un ruggito in un canto soave. La sua ingenuità è ciò che lo rende comico ma anche, in un certo senso, simpatico.
Shakespeare non deride soltanto la goffaggine di un uomo del popolo che si improvvisa attore, ma mette in scena il desiderio universale di partecipare alla bellezza dell’arte, anche senza possedere i mezzi adeguati. Bottom e i suoi compagni non hanno la tecnica né la cultura teatrale, ma hanno entusiasmo e fantasia, e proprio per questo diventano protagonisti di momenti memorabili.
La riflessione sul teatro
Questi versi hanno anche un valore metateatrale. Nel Sogno di una notte di mezza estate, Shakespeare riflette sul senso del teatro e sulla sua capacità di trasformare la realtà. Gli artigiani, pur ridicoli, cercano di imitare la vita, ma finiscono per distorcerla, creando situazioni grottesche.
La pretesa di ruggire come un usignolo mostra come il teatro sia sempre un’illusione, un tentativo di trasformare la voce, il corpo, il gesto in qualcos’altro. Anche l’attore più esperto, in fondo, cerca di dare forma a ciò che non è, di modulare la sua voce per renderla convincente. In Bottom, questo meccanismo è portato all’estremo e reso comico, ma non perde la sua valenza di riflessione sull’arte scenica.
Simbolismo delle immagini
Soffermandoci sulle immagini evocate, possiamo notare che la colomba e l’usignolo sono animali carichi di simbolismo. La colomba rappresenta pace, purezza, tenerezza; l’usignolo, nella tradizione poetica, è simbolo di canto melodioso, di poesia, di ispirazione lirica. Accostarli a un ruggito significa contaminare la dimensione elevata e poetica con quella animale e brutale. È un modo per dire che l’arte, talvolta, nasce anche dal mescolare registri diversi, dall’unire sacro e profano, lirico e comico.
Shakespeare e il gioco dei contrari
L’arte di Shakespeare si fonda spesso sul gioco dei contrari: amore e odio, realtà e sogno, tragedia e commedia. In questi versi il contrasto è affidato alle immagini sonore, ma la logica è la stessa: mettere in scena l’impossibile, suscitando meraviglia e risata.
Il Sogno di una notte di mezza estate intero è costruito su questi paradossi: il bosco notturno in cui gli amanti si perdono e si ritrovano è un luogo dove la logica è sovvertita, dove l’impossibile diventa possibile. In questo scenario, anche un ruggito che suona come un canto d’uccello non appare poi così assurdo.
I versi in cui Bottom proclama di voler ruggire come una colomba o come un usignolo sono un piccolo gioiello di comicità linguistica e di riflessione teatrale. Shakespeare vi concentra la sua capacità di mescolare registri, di giocare con le parole e di ridicolizzare la presunzione umana, senza tuttavia cancellarne la tenerezza.
Dietro la risata suscitata da queste battute, c’è una riflessione più profonda: il teatro è sempre un’arte di trasformazione, di illusione, di metamorfosi. E se persino un ruggito può diventare canto melodioso, allora il palcoscenico si conferma come il luogo privilegiato dove tutto è possibile, anche l’impossibile.