Sei qui: Home » Frasi » Una frase di Roberto Vecchioni sull’idea di felicità

Una frase di Roberto Vecchioni sull’idea di felicità

Leggiamo la frase di Roberto Vecchioni tratta da un racconto dello straordinario volume "Viaggi del tempo immobile", in cui ci dà un'idea di felicità.

Nel suo libro Viaggi del tempo immobile, Roberto Vecchioni, uno dei più profondi cantautori e scrittori italiani contemporanei, ci offre una frase che racchiude il cuore pulsante della sua visione filosofica ed esistenziale. Queste frasi incantevoli incarnano una riflessione profonda sulla natura del tempo, sull’importanza della memoria e sul significato della felicità.

“Il mio è un infinito ritorno e circolare, perché è qui che sono in pace: rimarginati i due lembi dell’attesa e del ricordo, ho un’infallibile, momentanea, perfetta felicità.”

Il tempo circolare, la felicità tra i lembi di una tela: le parole del professore Roberto Vecchioni

L’idea di un “ritorno circolare” del tempo è una chiave interpretativa fondamentale. Vecchioni non si limita a osservare il tempo come una linea retta che va dal passato al futuro, bensì lo percepisce come un ciclo, un infinito alternarsi di momenti che ritornano su se stessi. Questa concezione del tempo trova radici in antiche tradizioni filosofiche e letterarie, dall’eterno ritorno di Nietzsche alla visione mitica delle civiltà antiche.

Il tempo lineare implica una continua separazione tra ciò che è stato, ciò che è e ciò che sarà, ma il tempo circolare di Vecchioni permette una riconciliazione: l’attesa e il ricordo non sono più opposti, ma lembi di una stessa trama che si rimarginano, cancellando ogni strappo interiore.

L’attesa rappresenta il futuro: è quel desiderio, spesso carico di inquietudine, rivolto verso ciò che non è ancora accaduto. È uno stato di sospensione, un’apertura al possibile, ma che porta con sé l’incertezza e, a volte, la frustrazione.

Dall’altro lato, c’è il ricordo, che rappresenta il passato. Esso è memoria, un atto di ritorno nostalgico verso momenti vissuti, che però rischia di intrappolarci in rimpianti e idealizzazioni.

Vecchioni individua la possibilità di pace e felicità in un momento prezioso e raro: il rimarginarsi dei due lembi dell’attesa e del ricordo. Questo incontro annulla la frattura tra passato e futuro, rendendo il presente un luogo di perfetta armonia.

La felicità perfetta e momentanea

Un aspetto affascinante della frase è la descrizione della felicità come “infallibile, momentanea, perfetta”.

Infallibile: Perché, nel momento in cui l’essere umano riesce a vivere la fusione tra passato e futuro, non può che trovare pace. Questa felicità è un’esperienza universale e condivisa, che sfugge agli errori del giudizio umano.

Momentanea: Per quanto autentica, la felicità non è eterna. Vecchioni accetta la natura transitoria della gioia, come un dono che arriva quando meno ce lo aspettiamo e che svanisce, lasciando tuttavia una traccia indelebile.

Perfetta: La perfezione della felicità risiede proprio nel suo carattere effimero. È una rivelazione, una pausa dalla frammentarietà del vivere quotidiano, in cui il presente diventa l’unico tempo possibile.

Il tempo immobile

La frase di Vecchioni richiama una delle idee centrali del suo libro: il tempo immobile. È un paradosso: il tempo, per sua natura, è movimento, cambiamento, scorrere continuo; ma c’è un’idea di immobilità che Vecchioni ricerca e celebra. Non si tratta di un rifiuto del fluire temporale, ma di un’esperienza interna in cui ogni movimento si pacifica e si dissolve nell’unità del momento presente.

Questa visione si avvicina alla filosofia orientale, come nella meditazione zen, dove si insegna a vivere il momento presente senza attaccarsi al passato o al futuro. Tuttavia, Vecchioni introduce un elemento personale e umano: il passato e il futuro non sono da rifiutare, ma da integrare in un’esperienza unitaria.

La forza della frase di Vecchioni sta nel suo radicamento nella quotidianità. Non parla di felicità straordinaria, irraggiungibile o epica, ma di momenti semplici in cui, per una volta, il ricordo di ciò che è stato e l’attesa di ciò che sarà smettono di combattere tra loro.

La gioia perfetta non è una fuga dalla realtà, ma un ritorno a essa. È il sorriso inaspettato durante una passeggiata, il silenzio condiviso con una persona cara, il ricordo che emerge senza malinconia o il sogno del futuro che non porta ansia.

Questa riflessione sul tempo e sulla felicità è il cuore pulsante dell’arte di Roberto Vecchioni, che nelle sue canzoni e nei suoi libri ha sempre cercato di raccontare la complessità dell’essere umano. La sua scrittura intreccia poesia e filosofia, mescolando il sublime con il quotidiano, l’eterno con il momentaneo.

Il messaggio che emerge da questa frase è universale: la felicità è possibile quando impariamo a riconciliare dentro di noi il tempo. Non serve cercare altro, perché la perfezione, per quanto effimera, è già qui, in quel fragile ma prezioso equilibrio tra ciò che siamo stati, ciò che saremo e ciò che siamo adesso.

© Riproduzione Riservata