Sei qui: Home » Frasi » I versi di Robert Louis Stevenson dedicati a chi si vuol bene

I versi di Robert Louis Stevenson dedicati a chi si vuol bene

Leggiamo questi dolcissimi versi che Robert Louis Stevenson dedica alla balia che lo accudì durante la prima infanzia, lasciando un dolce ricordo per tutta la vita dello scrittore.

I versi che Robert Louis Stevenson dedica alla sua balia, descrivono un legame profondo, di affetto e gratitudine. La figura della balia rappresenta per lo scrittore un sostegno, una protezione e una fonte di conforto durante la sua infanzia. Attraverso la dolcezza e la cura di questa donna, Stevenson ha trovato un rifugio emotivo in un periodo della vita spesso colmo di fragilità e necessità di supporto.

I versi evocano non solo la presenza protettiva della balia, ma anche un mondo di suoni rassicuranti e di parole che trasmettono sicurezza, una sorta di bozzolo protettivo che ogni bambino desidererebbe avere. Questa poesia è quindi una dedica, un ringraziamento e un augurio a chiunque legga i suoi versi, affinché possa incontrare una figura simile nel proprio percorso.

“E voglia il cielo che chiunque lo legga
trovi una come te che lo protegga
e ogni bambino che ascolti i miei versi
accanto al fuoco, come suoni sommersi
senta una voce dolce e incantatrice
come quella che allora mi rese felice”

La figura della balia come porto sicuro nella vita di Robert Louis Stevenson

La balia non era solo una figura lavorativa, ma incarnava un legame affettivo e spesso occupava il ruolo di confidente e protettrice. In un’epoca in cui la figura materna era talvolta distante, le balie diventavano per molti bambini una figura centrale. In questi versi, Stevenson auspica che chiunque legga possa trovare una persona altrettanto premurosa e che ogni bambino possa ascoltare i suoi versi sentendo in essi un’eco di quella protezione che egli stesso ha ricevuto.

Robert Louis Stevenson desidera che il suo augurio non sia solo una dedica isolata alla sua balia, ma un augurio universale affinché ogni lettore e ogni bambino possa sentire quella “voce dolce e incantatrice”. La dolcezza della balia, così come viene descritta, è la rappresentazione di un amore incondizionato e protettivo che va oltre il legame familiare.

La poesia come legame tra memoria e presente

Attraverso il ricordo della balia, Stevenson intreccia una memoria privata con un augurio collettivo, rendendo la poesia un ponte tra passato e presente. Questi versi risuonano di affetto nostalgico ma anche di una dimensione universale e senza tempo. È come se, ricordando la propria infanzia, Stevenson volesse restituire almeno una parte di quel bene ricevuto a chi legge e, indirettamente, anche alle generazioni future.

Il poeta si augura che ogni bambino, leggendo i suoi versi, possa sentire la presenza di una figura amorevole, come lui stesso ha fatto con la sua balia. In questo senso, la poesia assume una dimensione incantata e quasi fiabesca, dove le parole diventano un tramite per richiamare emozioni sopite e per creare una connessione tra autore e lettore, tra passato e futuro. È l’augurio di un’infanzia serena, resa tale dalla presenza di un adulto che offre protezione e conforto, il cui ricordo possa accompagnare per tutta la vita.

La “voce dolce e incantatrice” della balia è un’immagine poetica potente, che suggerisce il valore della parola gentile e confortante. La sua voce diventa per Stevenson una sorta di melodia rassicurante, un suono sommesso e costante che accompagna e rassicura il bambino durante la crescita. È una figura che non solo racconta storie, ma che attraverso la dolcezza e la delicatezza delle sue parole costruisce un mondo di sicurezza e stabilità.

La balia, con la sua voce rassicurante, rappresenta il potere terapeutico delle parole. In un certo senso, Stevenson ci ricorda quanto sia importante la comunicazione emotiva con i bambini, un aspetto che spesso si tende a sottovalutare. Le parole gentili e il tono di voce possono diventare una forma di protezione emotiva, capaci di lenire paure e insicurezze. In questi versi emerge una sorta di omaggio al potere delle parole che non sono solo suoni, ma gesti di amore e di presenza. Attraverso questa “voce incantatrice”, Stevenson ha trovato una sorta di conforto che spera anche gli altri possano conoscere.

L’augurio di un’infanzia felice

La poesia di Stevenson è anche un augurio di felicità e serenità per l’infanzia di chi legge. Egli spera che ogni bambino possa trovare un adulto che, come la sua balia, lo accompagni e lo guidi con dolcezza, trasmettendo amore e protezione. È un augurio che va oltre il semplice rapporto tra adulto e bambino: è il desiderio di un’infanzia che possa essere vissuta come un periodo di tranquillità e di gioia, senza timori o ansie. L’immagine della balia diventa così un simbolo di tutto ciò che rende sereno il cammino dei più piccoli e di un rapporto che dovrebbe essere alla base della crescita di ogni bambino.

In un’epoca come la nostra, dove spesso le relazioni si frammentano e la figura degli adulti di riferimento è sempre più lontana, queste parole di Stevenson assumono un valore ancora più profondo. La protezione, l’amore e la guida che egli descrive sono essenziali per il benessere emotivo e psicologico di chi cresce, e questi versi ci ricordano quanto sia importante per un bambino sentire che c’è qualcuno che si prende cura di lui con dolcezza e pazienza.

I versi che Stevenson dedica alla sua balia sono un inno all’amore incondizionato e alla protezione che ogni bambino merita di ricevere. La sua balia rappresenta la figura protettiva e amorevole che tutti speriamo di incontrare nella vita, qualcuno che ci guidi e ci rassicuri con parole dolci e una presenza confortante. Attraverso questi versi, Stevenson riesce a trasmettere il calore di un’infanzia serena e a regalare un augurio a tutti noi: trovare, in un modo o nell’altro, una persona che ci protegga con la stessa dolcezza della sua amata balia.

© Riproduzione Riservata