Sei qui: Home » Frasi » I versi di Quasimodo che traducono Saffo innamorata

I versi di Quasimodo che traducono Saffo innamorata

I versi di Salvatore Quasimodo, traduzione della lirica di Saffo "A me pare uguale agli dei", evocano un senso profondo di ammirazione e stupore di fronte all’amore, al desiderio, e alla bellezza, unendo temi classici con una sensibilità moderna. Leggiamoli assieme.

I versi di Salvatore Quasimodo, traduzione della lirica di Saffo , tratti dalla poesia “A me pare uguale agli dei, evocano un senso profondo di ammirazione e stupore di fronte all’amore, al desiderio, e alla bellezza, unendo temi classici con una sensibilità moderna. In questo articolo, esploreremo la ricchezza e la complessità di questi versi, analizzando come Quasimodo riesca a esprimere l’intensità del sentimento amoroso che fece scaturire queste parole nella poetessa Saffo, e la sua inarrivabile bellezza attraverso un linguaggio raffinato e carico di suggestioni.

“A me pare uguale agli dei
chi a te vicino così dolce
suono ascolta mentre tu parli”

Quasimodo e l’amore come esperienza divina

Quasimodo inizia la poesia paragonando l’esperienza dell’amore alla condizione divina, esprimendo un’ammirazione talmente intensa da considerare “uguale agli dei” chi ha la fortuna di essere vicino alla persona amata e ascoltarne il dolce suono della voce. Questo paragone con gli dei, figure che nella mitologia rappresentano il massimo grado di potere, bellezza e perfezione, eleva l’amore a un’esperienza quasi sacra, trascendente. L’amato diventa una divinità in terra, e chi può starle accanto vive un privilegio sublime.

Quasimodo, attraverso questa similitudine, sottolinea l’intensità del sentimento amoroso, che non si limita a una semplice attrazione fisica o affettiva, ma diventa un’esperienza quasi mistica. L’amore, in questo contesto, non è solo un legame tra due persone, ma un ponte tra l’umano e il divino, un’esperienza che trascende la quotidianità e che si avvicina alla sacralità.

L’importanza del suono

Il poeta attribuisce una grande importanza al “dolce suono” della voce dell’amata. Non si tratta solo delle parole, ma del suono in sé, che diventa il veicolo di un’esperienza sensoriale e emotiva. Il suono, in questi versi, assume un ruolo centrale: non è solo un mezzo di comunicazione, ma diventa esso stesso oggetto di venerazione e fonte di piacere.

Il suono della voce amata diventa così un’esperienza estetica, quasi musicale, capace di rapire i sensi e l’anima di chi lo ascolta. Questo richiamo alla sonorità è tipico della poesia di Quasimodo, dove il suono delle parole è curato nei minimi dettagli per creare un effetto armonico, che amplifica il significato dei versi.

L’eco della tradizione classica

La poesia di Quasimodo è spesso caratterizzata da un forte legame con la tradizione classica, e questi versi non fanno eccezione. Il paragone con gli dei e l’accento posto sulla bellezza e sul suono evocano l’epoca d’oro della poesia greca e latina, in particolare l’ode saffica, dove l’amore è spesso rappresentato come una forza potente, capace di elevare l’essere umano al di sopra della sua condizione mortale.

In effetti, la stessa struttura dei versi, con il loro ritmo delicato e cadenzato, richiama la musicalità e la perfezione formale della poesia antica, creando un ponte tra il passato e il presente. Quasimodo non si limita a riprodurre le forme antiche, ma le reinventa, adattandole alla sensibilità moderna e ai temi contemporanei.

L’amore come inarrivabile bellezza

Nel descrivere l’amore e la bellezza come qualcosa di divino, Quasimodo pone anche l’accento sulla loro inarrivabilità. L’amore è una condizione che si può solo contemplare, come un ideale irraggiungibile. Chi ascolta il suono della voce dell’amata è vicino agli dei, ma rimane comunque distante dalla perfezione divina che essa rappresenta. Questa distanza crea un senso di desiderio inappagabile, una tensione che è al centro della poesia amorosa.

Questa inarrivabilità dell’amore viene rappresentata attraverso la figura retorica del paragone. Il poeta non dice che chi è vicino all’amata è un dio, ma che è “uguale agli dei”. Questa sfumatura evidenzia il fatto che, per quanto perfetta, l’esperienza umana dell’amore è sempre un riflesso, un’imitazione di qualcosa di più grande e più perfetto.

La modernità di Quasimodo

Pur richiamando la tradizione classica, Quasimodo infonde nei suoi versi una sensibilità moderna, che si esprime nella tensione tra il desiderio e la consapevolezza della sua irrealizzabilità. La poesia diventa così non solo una celebrazione dell’amore e della bellezza, ma anche un’esplorazione delle loro contraddizioni e dei loro limiti.

In conclusione, i versi di Quasimodo “A me pare uguale agli dei / chi a te vicino così dolce / suono ascolta mentre tu parli” rappresentano un’intensa riflessione sull’amore, che unisce la profondità della tradizione classica con una sensibilità moderna. L’amore, in questi versi, è un’esperienza quasi divina, caratterizzata da una bellezza e un’intensità che trascendono la quotidianità, ma anche da una tensione irrisolta, che rende la poesia un’espressione perfetta del desiderio umano.

© Riproduzione Riservata