I versi di Pablo Neruda sul tempo che, come acqua, passa

5 Giugno 2025

Leggiamo assieme questi luminosi versi di Pablo Neruda sul tempo che passa, non si cristallizza, e con lui nulla, nemmeno l'amore e gli amanti.

I versi di Pablo Neruda sul tempo che, come acqua, passa

I versi di Pablo Neruda qui proposti — tratti dal vasto corpus lirico del poeta cileno — si impongono all’attenzione con la forza di una visione, di un’immagine sospesa tra concretezza e sogno, tra tempo e amore:

“È oggi: tutto il giorno di ieri è andato in pezzi
tra dita di luce e occhi di sogno,
il domani arriverà con passi verdi:
nessuno arresta il fiume dell’aurora.
Nessuno arresta il fiume delle tue mani,
gli occhi del tuo sogno, beneamata,
sei brivido del tempo che passa
tra luce verticale e sole cupo.”

Questo passaggio concentra alcune delle costanti più profonde della poesia di Neruda: il flusso del tempo, la tensione verso la bellezza e l’amore, la fusione tra elemento naturale e corpo umano, il desiderio di trattenere l’attimo, pur sapendo che scorre come un fiume. L’opposizione tra permanenza e fugacità diventa così centrale, incarnata nel ritmo incalzante del tempo che si frantuma (“tutto il giorno di ieri è andato in pezzi”) e nel fluire incessante del domani, rappresentato dal “fiume dell’aurora”.

Il tempo: frantumi e rinascita nei versi di Pablo Neruda

Neruda apre con un’affermazione secca: “È oggi”. La poesia si ancora subito al presente, un presente che si staglia nettamente tra un passato che si dissolve e un futuro in arrivo. Il giorno di ieri, ci dice il poeta, è andato in pezzi, frantumato “tra dita di luce e occhi di sogno”: un’immagine delicatissima e potente, in cui la luce — cioè la memoria, i frammenti delle ore trascorse — si scioglie tra sogno e materia, tra ricordo e percezione sensibile. Le dita della luce e gli occhi del sogno sono gli strumenti con cui il passato svanisce, eppure lascia una scia di bellezza.

Ma il tempo non si ferma: il domani è già in marcia, “con passi verdi”, immagine di speranza, di rigenerazione, di natura che si rinnova. Il verde qui è colore della vita, della rinascita, della possibilità che avanza.

Il fiume dell’aurora: il tempo come natura

La forza del tempo viene identificata con un fiume: “nessuno arresta il fiume dell’aurora”. Questa immagine è carica di energia: il tempo è liquido, come spesso nella poesia moderna, ma è anche luce che arriva, aurora che invade. L’aurora non è solo inizio del giorno: è anche simbolo del futuro, dell’inevitabilità, della trasformazione.

La scelta del termine “fiume” implica movimento inarrestabile, scorrere continuo, potenza. Non è possibile fermare l’aurora, così come non si può fermare il tempo, né l’amore.

Ed è qui che la metafora si amplifica: il fiume dell’aurora si sovrappone al “fiume delle tue mani”. Le mani della persona amata diventano tempo incarnato, forza naturale che partecipa al medesimo flusso del mondo. L’amore, o più esattamente la persona amata, è quindi la personificazione di questo scorrere: le sue mani e i suoi sogni si legano alla materia stessa del tempo.

Neruda rivolge ora l’attenzione direttamente alla sua “beneamata”, e la descrive come “brivido del tempo che passa”. Non solo, dunque, colei che si muove nel tempo, ma vera e propria sensazione del tempo stesso. L’amata è brivido, cioè vibrazione, emozione, segnale corporeo di qualcosa che ci sfiora e ci attraversa. È il tempo che, passando, ci scuote e ci ricorda che siamo vivi.

Il verso “sei brivido del tempo che passa” è uno dei più intensi e filosoficamente densi: trasforma l’amore in percezione del tempo, in sensibilità che ci rende coscienti della sua esistenza e del suo trascorrere. Questo è un tema caro anche a poeti come Rilke e Montale, per i quali l’amore è rivelazione dell’essere e della caducità.

Tra luce e ombra

La poesia si chiude con una tensione luminosa: “tra luce verticale e sole cupo”. Sono due immagini contrastanti, ma complementari. La luce verticale richiama la chiarezza del mezzogiorno, la verità, la rivelazione; il sole cupo, invece, è un ossimoro: il sole, per definizione luminoso, qui è velato, forse al tramonto, forse nascosto da nubi o in eclissi. L’amata, come il tempo stesso, si muove tra questi due poli: luce e oscurità, verità e mistero, chiarezza e malinconia.

Nei versi di Neruda, amore e tempo si fondono in un’unica corrente: sono entrambi movimenti inarrestabili, esperienze sensoriali e spirituali che ci legano alla realtà profonda del mondo. Il passato è frammentato e delicato, come sogno e luce che sfuggono. Il presente è un appiglio labile, ma intenso. Il futuro è già all’orizzonte, in cammino con “passi verdi”, e non possiamo impedirgli di arrivare.

Attraverso queste immagini, Neruda ci ricorda che il tempo non è solo una condanna, ma anche una promessa: ci permette di amare, di sognare, di sentire. L’amore, in questa prospettiva, non è rifugio dal tempo, ma il luogo in cui il tempo si fa percepibile, brivido, carne, luce. E la poesia è lo strumento che può, almeno per un attimo, dare forma a quel fiume che scorre, e che nessuno può arrestare.

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