Michela Murgia (3 giugno 1972 – 10 agosto 2023) attraverso questa frase tratta dal suo romanzo Accabadora ci invita a riflettere sul potere straordinario e sacrale della parola. Questo pensiero, radicato in una concezione arcaica e religiosa della parola, evidenzia come il linguaggio non sia semplicemente un mezzo di comunicazione, ma una forza creativa capace di costruire, plasmare e trasformare la realtà.
“Ogni volta che apri bocca per parlare, ricordati che è con la parola che Dio ha creato il mondo”
Michela Murgia: vessillifera della parola
La frase della Michela Murgia richiama direttamente il racconto biblico della Genesi, dove Dio crea il mondo attraverso la parola. In principio, tutto era caos e tenebra, e fu solo pronunciando “Sia la luce” che Dio portò l’ordine e la vita nel mondo. Questo racconto sottolinea la forza creatrice e divina della parola, capace di dare vita a tutto ciò che esiste. Michela Murgia riprende questo concetto per ricordarci che ogni volta che utilizziamo la parola, stiamo partecipando a un atto di creazione. Il linguaggio, quindi, non è solo uno strumento per esprimere pensieri o comunicare informazioni, ma è un atto sacro che ha il potere di plasmare il mondo che ci circonda.
La citazione ci ricorda anche la grande responsabilità che deriva dall’uso della parola. Se il linguaggio è una forza creativa, allora ogni parola pronunciata ha il potere di influenzare la realtà in modo profondo. Ogni volta che parliamo, stiamo contribuendo a creare una parte del mondo. Le parole possono costruire o distruggere, confortare o ferire, unire o dividere. Per questo motivo, è essenziale essere consapevoli dell’impatto che le nostre parole possono avere sugli altri e sul mondo. Non è un caso che, in molte tradizioni spirituali e religiose, il linguaggio sia considerato un dono sacro, da utilizzare con saggezza e rispetto.
Michela Murgia ci ricorda che il linguaggio non solo crea il mondo, ma anche le relazioni tra le persone. Attraverso la parola, comunichiamo non solo fatti e idee, ma anche emozioni, affetti, intenzioni. La parola è ciò che ci permette di entrare in relazione con gli altri, di costruire legami, di comprendere e di farci comprendere. In questo senso, la parola è anche uno strumento di connessione umana. Tuttavia, proprio perché ha questo potere di creare legami, è fondamentale utilizzarla con attenzione e responsabilità. Una parola sbagliata può ferire, distruggere una relazione, causare incomprensioni e conflitti. Al contrario, una parola giusta, pronunciata al momento giusto, può portare conforto, guarigione e comprensione.
Un aspetto interessante della riflessione sulla parola è il ruolo del silenzio. Se la parola ha un potere creativo, anche il silenzio ha un valore significativo. Il silenzio non è semplicemente l’assenza di parole, ma uno spazio di riflessione, di ascolto, di preparazione. Prima di parlare, è importante saper ascoltare, sia gli altri che noi stessi. Il silenzio ci permette di soppesare le parole, di considerare il loro impatto, di riflettere su ciò che vogliamo veramente dire. In un mondo spesso dominato dal rumore e dalla fretta, riscoprire il valore del silenzio può aiutarci a usare la parola con maggiore consapevolezza e rispetto.
La riflessione di Michela Murgia ci invita anche a considerare il ruolo della parola nella cultura e nella società. La parola è ciò che costruisce le narrazioni collettive, i miti, le storie che danno forma alla nostra identità culturale e sociale. Attraverso la parola, trasmettiamo conoscenze, valori, tradizioni. Ma la parola può anche essere uno strumento di potere, utilizzato per manipolare, controllare, opprimere. È per questo che è importante mantenere viva una coscienza critica riguardo all’uso della parola nella società. Le parole hanno il potere di costruire mondi, ma anche di creare inganni, di perpetuare disuguaglianze e ingiustizie. Essere consapevoli di questo potere significa assumersi la responsabilità di utilizzarlo in modo etico e giusto.
In conclusione, la citazione di Michela Murgia ci offre un potente promemoria del valore e della sacralità della parola. Ogni volta che parliamo, stiamo esercitando un potere creativo, partecipando a un atto di creazione che ha radici profonde nella nostra cultura e spiritualità. Questo ci impone una grande responsabilità: quella di usare le parole con saggezza, consapevolezza e rispetto. Le parole possono creare mondi, costruire relazioni, trasmettere valori, ma anche ferire, distruggere, manipolare. Essere consapevoli di questo potere e utilizzarlo in modo etico è una delle sfide più importanti del nostro tempo.