Sei qui: Home » Frasi » Michela Murgia, le frasi più belle tratte dai suoi libri

Michela Murgia, le frasi più belle tratte dai suoi libri

Scopri il coraggio e la tenacia di Michela Murgia attraverso le frasi tratte dai suoi libri

Michela Murgia è stata la voce di coloro che tutti i giorni subiscono una discriminazione. La voce delle donne, dei precari, della diversità, dei più deboli.

Lo ha fatto sempre con determinazione e coraggio, affrontando le critiche senza mai tirarsi indietro. Anche nei confronti della malattia e della morte ha manifestato coraggio, dimostrandosi persona tenace.

Michela Murgia ha scelto il sorriso, alla disperazione. Anche i più critici sembrano aver apprezzato la lotta di questa leonessa sarda, che è riuscita a far diventare la morte, vita.

Arrivederci Michela, noi ti abbiamo seguito e ti continueremo a seguire, per sempre.

Chi è Michela Murgia

Michela Murgia è nata a Cabras nel 1972. Nel 2006 ha pubblicato Il mondo deve sapere (Super ET 2017), che ha ispirato il film di Paolo Virzí Tutta la vita davanti.

Per Einaudi ha pubblicato: Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell’isola che non si vede (2008), Accabadora (2009, premi Campiello e SuperMondello), Ave Mary (2011), L’incontro (2012), Chirú (2015), Futuro interiore (2016), Istruzioni per diventare fascisti (2018), Stai zitta. e altre nove frasi che non vogliamo sentire piú (2021) e collaborato alle antologie Presente(2012) e Sei per la Sardegna (2014).

Ha pubblicato anche L’inferno è una buona memoria (Marsilio, 2018), Noi siamo tempesta (Salani, 2019) e, con Chiara Tagliaferri, Morgana (Mondadori, 2019).

Le frasi tratte dai libri di Michela Murgia

Abbiamo selezionato diverse frasi dai principali libri della scrittrice scomparsa. Da queste frasi è facile comprendere il pensiero di Michela Murgia.

Il mondo deve sapere

Il Mondo deve sapere, Michela Murgia

Il lavoro è organizzato come in un gulag svizzero. Dodici ore filate divise in tre turni di quattro ore, senza soluzione di continuità. La casalinga non ha scampo. È lei il target della diabolica organizzazione Kirby.

***********

In questi posti chi ti assume è sempre uno psicologo. Cosa spinge uno che ha fatto psicologia a fare questo lavoro di merda? È un mistero più grande della transustanziazione.

***********

Le scienze umane della psicologia sociale in mano a questa gente diventano armi di distruzione di massa.

***********

Si può inchiappettare qualcuno in ogni posizione nel Kamasutra del marketing

***********

La tecnica era esattamente quella che mi aspettavo. Una telefonata studiata nei minimi dettagli, di cui mi danno il testo, insieme ad alcune indicazioni. «Sorridi, dall’altra parte del telefono si capisce. Se devi fare una domanda fuori testo, fà in modo che non cominci mai per “non” e che la risposta non possa mai essere “no”. Altrimenti ti seghi da sola.» Hai capito. Chiamale sceme.

***********

L’arroganza che diventa tecnica di vendita, assumendo il nome in codice di Sicurezza Di Sé.

***********

«Mai porre una frase in modo negativo. La parola no non deve mai comparire in nessuna delle sue varianti. Non chiedete: «“Non le verrebbe bene, signora, domani pomeriggio”?. «La risposta ovvia è: «“No, non mi viene bene affatto!”. «Dite invece: «“Signora, le viene meglio domani pomeriggio o dopo-dopomani mattina?”. «Così, con due alternative che sottendono comunque un sì, il no viene decisamente più complicato.»

***********

Mi daranno il premio Nobel per il precariato. Per poi levarmelo dopo due mesi.

***********

Non sei un lavoratore qualunque, perché non fai un lavoro qualunque. Non sei una persona comune, perché sei una persona di successo. Il tuo successo è già dentro di te!

***********

Fai in modo che il tuo sogno incontri le opportunità. Ma ricorda che l’opportunità lasciata passare non è mai persa… verrà trovata da qualcun altro.

***********

A volte ci sono delle persone che quando mi rispondono al telefono mi fanno pentire di non averlo fatto prima, questo pseudolavoro. Stavolta è un uomo, un signore deliziosamente sveglio, per essere un maschio. Non è per sessismo, è che i maschi sono oggettivamente più sprovveduti davanti a una voce di donna al telefono. Anche non al telefono, se è per quello. Ma questo è un altro discorso.

***********

Qui bisogna sorridere sempre, perché non si vende solo il Kirby. Si vende una filosofia di vita. Think Positive, Little Rose. Come direbbe la nonna, se ti stuprano e non puoi opporti, rilassati e cerca almeno di godertela.

***********

Perché alla fine ha ragione Stephen King, l’orrore è nel quotidiano, non è nel mostro che viene dallo spazio, è nella tazzina di caffè che non hai bevuto perché ha squillato il telefono.

***********

L’obiettivo raggiunto di oggi è la base di partenza per quello di domani

***********

È più facile scendere da una montagna che salirci, ma il panorama è migliore visto dalla cima.

***********

Lo spirito di squadra è l’attività di lavorare insieme attraverso una Visione Comune, è l’abilità di indirizzare dei risultati individuali verso degli Obiettivi Organizzativi, è il carburante che permette a delle persone comuni di raggiungere Risultati Non Comuni.

***********

Accabadora

Accabadora, Michela Murgia

Come gli occhi della civetta, ci sono pensieri che non sopportano la luce piena. Non possono nascere che di notte, dove la loro funzione è la stessa della luna, necessaria a smuovere maree di senso in qualche invisibile altrove dell’anima.

***********

Non metterti a dare nomi alle cose che non conosci, Maria Listru. Farai tante scelte nella vita che non ti piacerà fare, e le farai anche tu perché vanno fatte, come tutti.

***********

Le colpe, come le persone, iniziano a esistere se qualcuno se ne accorge.

***********

Non dire mai: di quest’acqua io non ne bevo. Potresti trovarti nella tinozza senza manco sapere come ci sei entrata.

***********

Quanti anni avesse Tzia Bonaria allora non era facile da capire , ma erano anni fermi da anni, come fosse invecchiata d’un balzo per sua decisione e ora aspettasse pazientemente di essere raggiunta dal tempo in ritardo.

***********

Ti ho picchiato perché mi hai detto una bugia. Le mandorle si ricomprano, ma alla bugia non c’è rimedio. Ogni volta che apri bocca per parlare, ricordati che è con la parola che Dio ha creato il mondo.

***********

Nell’ora della debolezza alcuni preferiscono diventare credenti piuttosto che forti.

***********

Fillus de anima. E’ così che li chiamano i bambini generati due volte, dalla povertà di una donna e dalla sterilità di un’altra.

***********

Per diverse ore attorno al corpo si susseguirono le voci delle donne e degli uomini, secondo una liturgia che alternava il pianto, la preghiera e la memoria in sequenza. Nessun passaggio poteva essere saltato, perché quel codice era indispensabile alla comunità per ricomporre la frattura fra presenze e assenze.

***********

Gli appezzamenti piccoli e irregolari raccontavano di famiglie con troppi figli e nessuna intesa, frantumate in una miriade di confini fatti a muretto a secco, in basalto nero, ciascuno con il suo astio a tenerlo su.

***********

«Quando finisce un lutto, Tzia?»
La vecchia non aveva alzato nemmeno la testa dal grembiulino che stava rifinendo.
«Che domande mi fai… quando finisce il dolore finisce il lutto».
«Quindi il lutto serve a far vedere che c’è il dolore…», aveva commentato Maria credendo di capire, mentre la conversazione già sfumava nel silenzio lento dell’ago e del filo.
«No, Maria, il lutto non serve a quello. Il dolore è nudo, e il nero serve a coprirlo, non a farlo vedere»

***********

Durante quel viaggio Maria si ingegnò per non dormire… il tempo le servì per farsi accabadora dei suoi ricordi, e trattare gli avvenimenti… come persone da far salire o meno sul traghetto per il continente. Uno per uno li segnò, mentre li ricordava per dimenticarli, e quando arrivò al porto di Genova scese dalla nave sentendosi più legger, convinta di aver lasciato sull’altra terra tutta la zavorra delle sue ferite.

***********

Ave Mary

Ave Mary, Michela Murgia

A lungo mi sono chiesta come fosse possibile che persone intelligenti, il più delle volte colte, spesso autonome economicamente, accettassero di essere oggetto di violenza all’interno della propria relazione. Adesso so che contano l’educazione femminile, frutto di secoli di addestramento alla subordinazione, e anche la parallela formazione maschile, imbevuta di proiezioni dominanti e possessive.

***********

Mentre l’uomo per generazioni è stato incoraggiato sin da bambino a essere volitivo e perentorio – e probabilmente più manifestava la propensione al rifiuto, più di lui si diceva che avesse «carattere» – alle bambine si insegnava invece la virtù dell’obbedienza, a essere compiacenti, inculcando in loro l’idea che il no fosse scortesia e il rifiuto superbia e presunzione di sé. In questo modo le donne sono cresciute con l’idea di essere una specie consenziente, ma ha finito per radicarsi anche negli uomini l’errata convinzione che le donne quando dicono no in realtà vogliano dire forse, e quando dicono forse è perché in fondo desiderano dire sì. Su questo sfondo culturale, i rifiuti delle donne non sono quasi mai considerati una cosa seria.

***********

Essere identificati come vittime è una condizione che dovrebbe essere transitoria per chiunque, legata a precise circostanze. Non si è vittime per il solo fatto di esistere come femmine invece che come maschi, ma lo si è sempre di qualcosa o di qualcuno. Il tentativo di trasformare le persone in vittime permanenti a prescindere dalle circostanze costringe la vittima al ruolo di vittimizzata, che è un’altra forma di violenza, più sottile e pervasiva, perché impone una condizione di passività che preclude la facoltà di riscattarsi. Il soggetto non può tentare di uscire dalla condizione di vittima, perché intorno ha un intero sistema che gli impedisce di essere qualcosa di diverso.

***********

Finché la volontà dell’uomo continuerà a essere l’unica fonte di diritto, la volontà delle donne sarà costretta a porsi come elemento di conflitto.

***********

Il buon senso popolare è convinto nel profondo del fatto che sì, Adamo sarà stato anche ingenuo e sciocco a cascarci, ma alla fine dei conti il tutto è partito dalla donna. La colpa della morte, e insieme di tutta la condizione di fatica e limite propria dell’esperienza umana, è quindi di Eva, archetipo primo del genere femminile.

***********

Una parte rilevante del nostro immaginario si gioca sulla rappresentazione della morte, e anche sulla sua mancata rappresentazione. L’assunto che la cultura occidentale moderna neghi l’idea della morte è talmente condiviso che se entrasse in un articolo della Costituzione ben pochi se ne lagnerebbero.

***********

Non è stato il cattolicesimo a inventare la prassi della subalternità della donna nel matrimonio, nè la concezione di inferiorità che la fonda, è anzi evidente che quell’idea esisteva da secoli. Tuttavia i padri della Chiesa potevano scegliere di utilizzare il potenziale destabilizzante e innovativo dell’annuncio cristiano e della figura di Maria per modificare alla radice le situazioni di ingiustizia e svalutazione della persona che quel sistema imponeva e continua imporre. In forza del sacrificio di Cristo – e San Paolo l’aveva capito tanto bene da metterlo per iscritto nella lettera ai Galati – non esisteva più la gerarchia … tra uomo e donna: il cristianesimo rifondava l’ordine stesso del cosmo. Se la Chiesa non si è inventata la subordinazione tra i sessi, ha deciso di legittimarla spiritualmente.

***********

L’educazione religiosa alla ritrosia sessuale ha generato nelle donne una condizione di forte ipocrisia tra il dover dire e il voler fare, condannando alla clandestinità il loro desiderio e imponendo agli uomini una visione distorta del complesso mondo erotico femminile, che a lungo è stato ignorato. Il concedersi o negarsi al desiderio maschile finì per essere l’unica forma di potere permessa alle donne, e i tempi e i modi della contrattazione del consenso al rapporto sessuale divennero il solo spazio per esercitarlo.

***********

La chirurgia estetica in continuo sviluppo, la cosmetica antiage che ci lusinga dagli scaffali e la maniacale manutenzione da palestra a cui ci sottoponiamo non sono solo l’effetto del martellamento pubblicitario che denigra le nostre normalità, ma sono segnali di un desiderio di trasformare il corpo in santuario immutabile, l’indizio dell’incapacità di fare pace con la morte, la nostra.

***********

Il terrorismo estetico alimenta nelle donne anche la paura che trascurare l’aspetto fisico possa significare non fare abbastanza per la propria salute

***********

Invece di accrescere l’autorevolezza, l’età avanzata colloca infatti le donne in una posizione di ulteriore fragilità, perché all’abbassamento del parametro estetico si accompagna anche lo svilimento pubblico della capacità intellettuale, qualora fosse stata prima riconosciuta.

***********

L’incontro

L'incontro, Michela Murgia

Nessun Natale trascorso in famiglia compete dentro all’anima con il vento in faccia di certe discese in bicicletta senza mani, col riflesso della treccia scura che dondola sulla schiena della bambina più bella o con la rovente vergogna di un giornale per grandi trovato tra gli sterpi e sfogliato insieme in silenzio, attoniti. In quelle verginità perdute c’è il segreto patto dei veri complici, il potere normativo delle prime consapevolezze comuni, contro le quali non esiste famiglia che possa pretendere maggiori diritti.

***********

Benedetto sempre sia il rispetto per la carne della nostra carne, ma la strada e l’averci giocato insieme offre ai bambini una più alta dimensione di parentela, che nemmeno da adulti sarà mai dimenticata.

***********

L’estate per Maurizio aveva la forma sinuosa di una curva a gomito, e lui l’adorava.

***********

Come si è nati è una di quelle cose che bisogna farsi spiegare piú volte, e dev’essere per questo che dopo, per tutta la loro vita, molti adulti cercano di liberarsi dalle parentele casuali affermandone altre decise da sé con puri atti di volontà. Testimoni di matrimonio vengono assunti come fratelli.

***********

Non c’è stato di famiglia che possa vincere la battaglia contro i pomeriggi di sole estivo in cui si è riusciti a infilare il primo pallone in porta tra le grida dei compagni, o liberato insieme una libellula gigante entrata per sbaglio in un retino per farfalle. Cosa può il richiamo del proprio sangue contro la consapevolezza di essere stati la causa involontaria del primo sangue sgorgato dal ginocchio di un amico?

***********

Non c’è plurale nel mondo di un figlio unico, educato dalla solitudine a diventare per sempre l’unica misura di se stesso.

***********

Cosí li senti davvero certi adulti nei bar, uomini fatti e disfatti mille volte dalla vita, vantarsi an- cora tra di loro dei legami nella strada dell’infanzia – abbiamo fatto il gioco insieme – come di un parto condiviso.

***********

Chirú

Chirù, Michela Murgia

Amarsi vuol dire perdere l’equilibrio, derubarsi l’un l’altro, attrarsi e spaventarsi, scambiarsi di posto.

***********

L’amore è la più deformante delle energie, può chiederci addirittura di sacrificare noi stessi.

***********

Della sua fragilità in quell’istante amai proprio quello che dell’amore si paga piú caro: l’assenza di calcolo e di misura che appartiene solo alle cose nate libere.

***********

Ci sono cose che non diventano autentiche fino a quando non le chiami per nome, e cose che invece quando le nomi perdono ogni verità

***********

Una famiglia è il posto dove essere sangue del sangue significa essere l’uno la ferita dell’altro.

***********

Ho il terrore delle persone buone, sono capaci di fare casini inenarrabili e non riesci manco a dargliene la responsabilità

***********

Nessuno può sapere quanto rumore fa una certezza che si rompe.

***********

Molte volte nella vita ho osservato le persone agire mosse dall’idea che la confidenza le autorizzasse a trascurare la grazia.

***********

Non capiva perché le persone passassero tutta la vita a cercare di essere piú speciali degli altri: se solo avessero immaginato cosa significava essere diversi in un posto in cui essere diversi voleva dire essere soli, ciascuno si sarebbe accontentato di sé stesso.

***********

Quella parola vaga mi fece più paura di una sentenza esplicita. Le cose senza contorno mi riportavano alla condizione affidataria dell’infanzia, al timore attavico degli armadi socchiusi, … In casa mia c’era un modo pauroso di fare esistere le cose e consisteva nel non nominarle mai. Io i nomi delle cose li pretendevo.

***********

Sarei dovuta diventare adulta per capire quanta e donna rimaneva in quella signora bionda di trentasei anni quando la madre e la moglie avevano consumato la loro parte

***********

Temo con ogni fibra quel tipo di persona che è pronta a scambiare per pensiero il moto casuale di tutto quello che gli passa per la testa e chiama sincerità l’incapacità di controllarlo

***********

Sono troppo destabilizzanti gli appartamenti raggiunti fuori dalla norma, oltre i confini di quei patti tacito su cui si reggono molte relazioni che amiamo definire solide. Le varianti di struttura non sono gradite. Ogni volta che ho detto che ero felice così, ho sempre scorto negli occhi altrui il bisogno di non crederci.

***********

Ci sono anime che hanno addosso un’incrinatura segreta, una frattura sospesa che sfugge anche a chi la porta dentro. Quella linea sottile può restare invisibile per lungo tempo, animando l’illusione dell’intero come fa la crepa nel cuore di un piatto scheggiato. Quando quella frattura cede è sempre a causa di un niente : basta un grado in meno nell’aria a provocare la contrazione della materia e metterne a nudo la ferita

***********

Quello che io chiamo pensiero non somiglia in nulla a un lampo illuminante, perché è il risultato di un delicato processo di risalita da certi fondali solo miei.

***********

Il flusso scomposto di giudizio avventati, umori e temerarietà brucia allo stesso modo le labbra di chi lo pronuncia e le orecchie di chi lo ascolta, e lo fa nell’istante stesso in cui vi prende forma

***********

La cosa che il sardo sa dire meglio non è l’amore. È la nostalgia.

***********

quando in un universo piccolo non c’è niente che può resistere all’attrazione di una super stella, questa diventa un buco nero che divora ogni cosa entri nel suo raggio.

***********

Mai guardato una ragazza per strada ? Neanche di sfuggita ?
– No, io sono fedele.
-Fedeli sono i cani e i carabinieri.
– E che altro dovrebbe essere una persona innamorata ?
– Affidabile, per esempio. E’ molto meglio che fedele.
Te ne accorgerai…

***********

Le parole a cui devi stare attento non sono le tue, ma quelle degli altri.

***********

Bisogna essere molto attenti per riconoscere nei gesti altrui il suono sordo della ceramica scheggiata. Io non lo ero.

***********

Sembra che non so tenermi vicino nessuno.
Forse dipende da come imposti le tue relazioni.
Intendi quelle sentimentali?
Tutte le relazioni sono sentimentali

***********

In ogni famiglia c’è un membro che orienta il clima emotivo di tutti gli altri. Quell’impercettibile catena di controllo che attribuisce silenziosamente a un solo famigliare la supremazia emotiva non ha a che fare con l’età, col sesso e nemmeno con l’intelligenza di chi la esercita. 

***********

Della sua fragilità in quell’istante amai proprio quello che dell’amore si paga più caro: l’assenza di calcolo e di misura che appartiene solo alle cose nate libere.

***********

Da come sfoggiava la sua pazienza e la sua comprensione capii che era vittima di quel particolare modo di essere cattolici che trasforma i veicoli ciechi dell’esistenza in croci da esibire

***********

Futuro interiore

Futuro interiore, Michela Murgia

Non ci sono colpe del passato né pesi nel presente che possano esimerci dal prenderci la responsabilità di sognare il futuro.

***********

Chi nasce nella bellezza crescerà convinto di meritarsi un mondo bello e sarà difficile persuaderlo ad accontentarsi di qualcosa di meno. 

***********

Chi non ha risposte si salverà forse con una domanda, se saprà sceglierla bene.

***********

Istruzioni per diventare fascisti

Istruzioni per diventare fascisti, Michela Murgia

 

Una democrazia giovane, specialmente se nata da una guerra o da una rivoluzione civile, sarà molto reattiva al fascismo, ma una democrazia – poniamo caso – con addosso una settantina d’anni avrà perso gran parte della memoria iniziale di sé e avrà seppellito i testimoni oculari che con i loro racconti reggevano la sua retorica.

***********

Il fascismo per fortuna sa aspettare. É come un herpes – gli organismi primari sono sempre quelli da cui si impara di più – che può resistere interi decenni nel midollo della democrazia facendo credere di essere scomparso, salvo saltare fuori più virale che mai al primo prevedibile indebolimento del suo sistema immunitario.

***********

Chi è popolare si riconosce nel popolo, ma chi è populista può fare di più: offrire al popolo qualcuno in cui riconoscersi.

***********

Siamo in tempi in cui le fonti di informazione hanno perso autorevolezza e la fondatezza delle affermazioni tende per tutti al grado zero.

***********

Il problema è stabilire chi non è in parte coinvolto nella legittimazione del fascismo come metodo, cioè quanto fascismo c’è in quelli che si credono antifascisti.

***********

L’avete notato che nemmeno la fica è democratica? Non ce n’è per tutti, ma solo per chi sa prendersela.

***********

Il rischio è dire: se tutto è fascismo, niente lo è. Non è così. Non tutto è fascismo, ma il fascismo ha la fantastica capacità, se non vigiliamo costantemente, di contaminare tutto.

***********

Le parole generano comportamenti e chi controlla le parole controlla i comportamenti.

***********

Più le democrazie sono rappresentative di ogni singola minoranza politica, più lento sarà l’agire dell’esecutivo e questo sarà percepito dal popolo come un insopportabile immobilismo.

***********

Se il gioco è carnefici contro vittime, è un gioco perso: nessuno vuole passare per lo stronzo che chiude la porta di casa mentre fuori si muore di fame. Se invece tutti sono vittime allora le fragilità ci mettono sullo stesso piano e nessuno ha obblighi verso gli altri.

***********

Non si diventa fascisti senza un nemico, perché il fascismo per porsi deve opporsi.

***********

Noi siamo tempesta

Noi siamo tempesta, Michela Murgia

Se la vita ti porta via qualcosa e ti rende fragile, non è la forza dell’altro che ti serve, ma sapere che la tua debolezza è accolta e capita, che nessuno la teme o la sfugge.

***********

Essere malati in un certo senso vuol dire essere speciali, ma solo se c’è qualcuno che quella specialità decide di amarla così com’è. Altrimenti essere speciale è solo un modo gentile per dire che sei solo.

***********

Una nave non è solo una nave: è un’idea che galleggia e dice che in questo mare, in questo mondo, non siamo soli.

***********

Essere amici è questo: diventare il battito che spinge l’altro più lontano di quanto potrebbe mai arrivare da solo

***********

Impara più cose che puoi: solo gli insetti si specializzano. Sei un insetto tu?

***********

Forse è a questo che serve l’arte, a far vedere i fili nascosti tra le cose e tra le persone. Non è così strano se a molti l’arte non piace: gli fa vedere quanto siano prigionieri, burattini, mosche intrappolate nella tela degli altri.

***********

Sono pochissime le persone in grado di capire che la differenza non è un vuoto di possibilità ma un pieno di alternative

***********

Deve essere difficile essere un genio, costretto a pensare che tutto dipenda dalla tua intuizione, immaginarti sempre come se fossi unico al mondo, dover misurare le sfide solo sulle tue capacità, vederti sempre come straordinario e sentire ogni fallimento come se fosse il disastro di una vita intera.

***********

E se a cambiare fossero le storie che ci insegnano da bambini? Se anziché farli addormentare sognandosi soli contro il mondo e l’uno contro l’altro dessimo loro avventure dove diventare potenti insieme?

***********

Gli uomini spesso scambiano l’ambizione con la speranza. L’ambizione è il desiderio che le cose che fai si realizzino così come le vuoi; la speranza è la certezza che fare quelle cose abbia un senso comunque, indipendentemente da come finiranno, perché ci sono cose che vanno fatte solo perché è giusto e necessario.

***********

Stai zitta

Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più, M. Murgia

Il problema non è quanta pelle si veda del corpo di una donna, ma quanto lo sguardo maschile sia formato culturalmente a sessualizzare ogni centimetro che ne scorge. Se hai la testa a forma di fucile, tutto quello che vedi ti sembra un bersaglio, ed evidentemente la testa a forma di fucile, in questo Paese, ce l’avevano e continua ad avercela ancora in parecchi.

***********

Il mansplaining, parola resa al meglio in italiano dal neologismo «minchiarimento», è proprio questo: una pratica sessista di superiorità paternalistica esercitata da qualunque uomo che, in una discussione con una donna, si metta a illustrarle le cose in modo accondiscendente e semplificato, dando per scontato che lei ne sappia meno di lui anche quando ci sarebbero abbastanza elementi per supporre il contrario.

***********

La donna socialmente gradita è una donna silenziosa, che diletta con qualunque arte, tranne quella oratoria.

***********

Il silenzio è una virtù, ma solo se sono le donne a praticarlo. Agli uomini nessuno chiede di tacere le loro riflessioni interiori, anzi sono così sollecitati a condividerle che è lecito sospettare che prima di parlare parecchi di loro non abbiano riflettuto a sufficienza.

***********

Un uomo può sperimentare la discriminazione personale per varie ragioni, ma non conosce la discriminazione di genere, perché nessuna cultura ha mai perseguitato i maschi in quanto maschi.

***********

Un gruppo di uomini che parlano è un consesso dialettico, un gruppo di donne un pollaio.

***********

L’uomo al comando è solo per definizione, perché nel sistema gerarchico patriarcale la prima conseguenza del dominio è la solitudine.

***********

La donna che non vuole irritare l’uomo con cui si sta confrontando deve agognare di avere spesso torto o almeno di non avere sempre ragione. Specialmente quando ha ragione.

***********

Da una donna nessuno si attende che faccia il capo, ma se proprio deve esserlo, allora che sia un capo-mamma dolce e comprensiva, pena la riduzione a stronza senza cuore.

***********

Se una donna dal carattere deciso viene definita «cazzuta», a esserle evocati addosso non sono semplicemente i genitali maschili, ma la capacità di usarli come farebbe un uomo potente: per penetrare qualcun altro. La sovrapposizione linguistica tra sesso penetrativo e potere è costante e voluta.

***********

Qualunque donna che ragiona con disinvoltura riesce nella magia nera di far tornare l’uomo bambino, scatenando una reazione aggressiva e infantile.

***********

La colpa è un carico morale esclusivamente personale e, a meno che tu non abbia praticato deliberatamente un’ingiustizia o una violenza su qualcuna, ovviamente non è tua. La responsabilità invece è un carico etico collettivo che ci riguarda tutti e tutte, perché le regole che seguiamo ogni giorno reggono la disuguaglianza che viviamo, anche se in misura diversa.

***********

“Volere è potere, dice il proverbio, ma alle donne si lascia credere che il loro potere sia invece quello di essere volute.

***********

Per poter acquisire il diritto di occupare lo spazio civico, una donna deve avere una competenza eccezionale laddove a un uomo basta essere minimamente capace.

***********

Se sei tu a sceglierlo o a concordarlo, tutto è legittimo, ma diventa delegittimante e depotenziante se invece sono gli altri a importelo, specialmente quando l’intenzione è proprio quella di sminuirti.

***********

La proiezione sociale delle donne come creature ontologicamente materne non ha smesso di dominare la narrazione pubblica.

***********

L’idea che l’esperienza del materno debba rendere piú umane le donne eccellenti ha come contraltare il fatto che le donne che scelgono di non essere madri sono invece raccontate o sottintese come creature disumane, mancanti della parte piú realizzata della loro essenza.

***********

Un maschio fa le cose per un perché, mentre una femmina solo se ha un per chi. Se non ce l’ha, bisogna temerla.

***********

Vuoi sempre avere ragione.
Come tutti, verrebbe da dire quando si sente questa frase. Quando discutiamo e difendiamo una posizione, chi vorrebbe avere torto?

***********

Non ci sono nomi di donne prestigiosi come quelli degli uomini.
L’assunto sarebbe vero se il prestigio fosse un dato di natura, ma nessuno viene deposto in culla già autorevole.

***********

Davanti a ogni comportamento molesto ci intimano di essere superiori, sorridere,
abbozzare e non opporre alcuna resistenza, perché tanto è una battaglia persa.

***********

“Contano le idee e non chi le porta.”
Se fosse vero, dalla composizione di tutti i contesti espressivi dovremmo dedurre che le idee, in questo Paese, le abbiano soprattutto i maschi.

***********

Il linguaggio è un’infrastruttura culturale che riproduce rapporti di potere. L’imposizione del cosiddetto maschile universale è un modo per dire che state occupando abusivamente il posto di un uomo, ma che questa anomalia durerà talmente poco che non vale nemmeno la pena di trovare una parola esatta che la definisca. Alcune di queste donne, convinte che «i problemi siano ben altri», hanno rinunciato alla pretesa di vedersi declinare la carica secondo il proprio genere, salvo poi verificare a loro spese che dietro il rifiuto di rispettare la grammatica si nascondeva (nemmeno troppo bene) il rifiuto di rispettare loro.

***********

In ogni ambito ci sono uomini mediocri e uomini eccellenti; solo che quando un uomo sbaglia è colpa sua, mentre quando sbaglia una donna, sono tutte le donne a essere incluse nel suo fallimento.

***********

La cultura dello stupro vive del pregiudizio che se una donna dice no vuol dire forse e se dice forse vuol dire sí, per cui niente di quello che afferma in relazione alla sua volontà ha in realtà un valore fattuale.

***********

Le donne italiane, che sono tra le europee quelle che subiscono il maggior dislivello nella distribuzione del carico di lavoro familiare nella coppia, se vivono anche la dimensione della carriera svolgono di fatto due lavori, uno dei quali non retribuito, con il relativo carico mentale. In questa carambola di energie disperse si inserisce la terrificante leggenda del cervello femminile multitasking, che aggiunge ulteriori pretese di performatività.

***********

La categoria dell’uomo forte, oltre a evocare i truci ricordi novecenteschi e la loro eco attuale, nella quotidianità rende molto difficile la vita agli uomini, costretti a negare di avere fragilità e a nascondere tutti quegli aspetti della loro personalità che per qualche ragione non collimano con la proiezione della forza virile machista.

***********

Tre ciotole, l’ultimo libro di Michela Murgia

“Tre ciotole” di Michela Murgia

Tre cose non si possono nascondere: uno starnuto, la bellezza e la povertà

© Riproduzione Riservata