I versi di Marina Cvetaeva sul valore della spensieratezza

31 Luglio 2024

Una delle più grandi poetesse russe del XX secolo, ha sempre esplorato nei suoi versi le contraddizioni dell'esperienza umana. Scopriamo i suoi versi, scritti nel 1918, in cui, in contrasto con tanta parte della sua poesia, si concede, e ci concede, un momento di spensieratezza.

I versi di Marina Cvetaeva sul valore della spensieratezza

Marina Cvetaeva, una delle più grandi poetesse russe del XX secolo, ha sempre esplorato nei suoi versi le contraddizioni dell’esperienza umana. Scopriamo i suoi versi, scritti nel 1918 in cui, in contrasto con tanta parte della sua poesia, si concede, e ci concede, un momento di spensieratezza, momento in cui l’amore le ricorda l’importanza della leggerezza.

“La spensieratezza è un caro peccato,
caro compagno di strada e nemico mio caro!
tu negli occhi m’hai spruzzato il riso
e la mazurca mi ha spruzzato nelle vene.”

Marina Cvetaeva e la bellezza della spensieratezza

La poetessa inizia i suoi versi con un paradosso: “La spensieratezza è un caro peccato.” L’uso della parola “peccato” implica una trasgressione, qualcosa che è contro le norme morali o etiche. Tuttavia, l’aggettivo “caro” suggerisce che, nonostante la sua natura potenzialmente dannosa, la spensieratezza è anche qualcosa di prezioso, cosa che di fatto, anche se tendiamo a dimenticarlo. In questo contrasto risiede la tensione centrale del verso: la spensieratezza è sia tentatrice che pericolosa. Marina Cvetaeva riconosce che abbandonarsi alla leggerezza può essere un’azione sbagliata, ma è anche una tentazione irresistibile.

Marina Cvetaeva continua definendo la spensieratezza come “caro compagno di strada e nemico mio caro”. Questo doppio ruolo di compagno e nemico sottolinea la duplicità dell’emozione. La spensieratezza accompagna la poetessa nel suo viaggio attraverso la vita, offrendo momenti di gioia e risate. Tuttavia, come un nemico insidioso, essa può distrarre dalla realtà e portare a conseguenze negative. La poetessa sembra suggerire che la spensieratezza, se non gestita con cura, può allontanare dalla verità e dalle responsabilità, rendendo vulnerabili agli errori e alle illusioni.

Nel terzo e quarto verso, Marina Cvetaeva utilizza immagini vivide per descrivere l’effetto della spensieratezza: “tu negli occhi m’hai spruzzato il riso / e la mazurca mi ha spruzzato nelle vene.” Qui, il riso simboleggia la gioia spontanea e incontrollata, un’esplosione di felicità che illumina gli occhi. È un’immagine di innocenza e di leggerezza che può sembrare liberatoria e purificante.

La mazurca, una danza tradizionale polacca, è spesso associata a vivacità e spirito. “Mi ha spruzzato nelle vene” suggerisce che la spensieratezza infonde energia e vitalità, facendola circolare attraverso il corpo come il sangue. Questo suggerisce un’infusione di vita e movimento, un invito a lasciarsi andare e a vivere pienamente il momento. Tuttavia, la danza può anche essere vista come qualcosa di temporaneo e effimero, un piacere momentaneo che non dura.

La Contraddizione della Spensieratezza

Attraverso questi versi, Marina Cvetaeva esplora la contraddizione della spensieratezza: è al contempo liberatoria e pericolosa. Offre un sollievo dalle preoccupazioni quotidiane e una fuga dalle responsabilità, ma può anche portare a una disconnessione dalla realtà e a un abbandono delle proprie responsabilità. La poetessa sembra essere consapevole di questa dualità, abbracciando la spensieratezza pur riconoscendo i suoi pericoli.

Marina Cvetaeva ci invita a riflettere su come bilanciare il desiderio di leggerezza con la necessità di affrontare le sfide e le responsabilità della vita. In un mondo che spesso valorizza la serietà e la produttività, la spensieratezza può essere vista come un atto di ribellione, un modo per rivendicare la propria umanità e la propria gioia. Tuttavia, la poetessa ci avverte anche di non lasciarci completamente dominare da essa, riconoscendo i suoi limiti e i suoi rischi.

In conclusione, i versi di Marina Marina Cvetaeva sulla spensieratezza offrono una meditazione profonda sulla natura dell’emozione e sulla sua ambivalenza. La poetessa celebra la gioia e la vitalità che la spensieratezza può portare, ma mette anche in guardia contro i suoi pericoli. In questo modo, ci invita a trovare un equilibrio tra il lasciarsi andare e il mantenere il controllo, tra il vivere il momento e il riconoscere le nostre responsabilità.

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