I versi di Marina Cvetaeva tratti da “L’amore è arco teso“ offrono una profonda riflessione sulla natura dell’amore e della passione. Le sue parole evocano un’analisi complessa delle dinamiche emotive e dei limiti umani posti di fronte a un sentimento così forte e travolgente.
“Non è inganno, la passione, non mente,
ma non concede dilazioni.
Poter essere solo comuni
mortali di amore…”
Marina Cvetaeva e l’amore che non concede dilazioni
Con queste parole, Cvetaeva ci invita a riconoscere la passione come una forza autentica e incontrollabile. Non è una menzogna, non è un’illusione che distorce la realtà: al contrario, la passione è una verità intensa, cruda e inarrestabile. Tuttavia, proprio perché così autentica e potente, non ammette procrastinazioni o rinvii. Una volta innescata, richiede di essere vissuta pienamente, senza indugio o esitazione. Questa urgenza è ciò che spesso porta l’individuo ad affrontare una sorta di conflitto interiore, poiché la passione non lascia spazio a scuse o esitazioni razionali. Cvetaeva sottolinea, quindi, la natura impietosa e talvolta crudele di questa forza, che travolge e pretende tutto, subito.
La mancanza di “dilazioni” nella passione rappresenta anche un riflesso della temporaneità della vita e della fugacità delle emozioni umane. In questo senso, la passione diventa una metafora per il tempo che passa, per la nostra incapacità di fermare o controllare i sentimenti che emergono, e la vita stessa.
Questo verso riflette il desiderio di un’esperienza più semplice e umana dell’amore, scevra delle pressioni estreme e delle esigenze imposte dalla passione. Cvetaeva sembra aspirare a una condizione in cui l’amore possa essere vissuto nella sua forma più quotidiana e mortale, senza il peso della grandiosità o dell’idealizzazione che spesso accompagna l’amore passionale.
Essere “comuni mortali di amore” significa sperimentare l’amore in modo realistico, con tutte le sue imperfezioni, debolezze e compromessi. È un desiderio di normalità, di equilibrio, di amore che sia umano nel vero senso della parola: fatto di errori, incertezze, ma anche di tenerezza e connessione profonda.
Questo desiderio di Marina Cvetaeva di un amore “mortale” può essere letto anche come una reazione alla natura travolgente e distruttiva della passione che lei stessa descrive. Se la passione è una forza che non ammette dilazioni, essere comuni mortali nell’amore significherebbe essere in grado di vivere un sentimento senza esserne consumati, senza dover affrontare costantemente la sua intensità.
I versi analizzati si inseriscono all’interno di una più ampia riflessione sulla passione e sull’amore che caratterizza l’intera raccolta L’amore è arco teso. Cvetaeva, una delle voci più intense della letteratura russa del XX secolo, ha vissuto in prima persona la contraddizione tra la ricerca di un amore ideale e l’inevitabile sofferenza che spesso accompagna le relazioni umane. Le sue poesie esplorano le complessità del desiderio, della perdita, e della difficoltà di conciliare la vita quotidiana con le emozioni più profonde e irrazionali.
Nella sua opera, l’amore è spesso raffigurato come una forza distruttiva ma essenziale, una tensione costante tra l’ideale e il reale, tra il desiderio di assoluto e la consapevolezza dei limiti umani. Il concetto di passione come una verità inarrestabile ma anche implacabile emerge chiaramente in questi versi, dove l’amore è tanto una benedizione quanto una maledizione.
Marina Cvetaeva, con la sua sensibilità poetica, riesce a condensare nei suoi versi l’essenza della passione e dell’amore. La sua poesia non si accontenta di definizioni semplicistiche, ma esplora la profondità e la complessità delle emozioni umane. In questi versi, in particolare, ci offre una visione dell’amore come una forza che, pur essendo autentica e veritiera, può anche essere crudele nella sua mancanza di compromessi e dilazioni.
Allo stesso tempo, Marina Cvetaeva esprime un desiderio di vivere l’amore in modo più umano, più semplice, in una dimensione in cui possiamo essere “comuni mortali”, senza dover affrontare costantemente l’urgenza e l’intensità della passione.