La citazione di Mahatma Gandhi tratta dal libro “Il mio credo, il mio pensiero” riflette una delle idee centrali del pensiero di Gandhi. Il Mahatma, con la sua visione spirituale e filosofica, considerava l’ego e l’attaccamento personale come ostacoli fondamentali al progresso umano e alla realizzazione della pace universale. Questi concetti sono strettamente legati alla sua lotta per la non violenza (ahimsa) e alla sua ricerca della verità (satya), elementi che costituiscono i pilastri del suo pensiero morale e politico.
“Se potessimo cancellare l’«Io» e il «Mio» dalla religione, dalla politica, dall’economia saremmo presto liberi e porteremmo il cielo in terra.”
Il significato dell’«Io» e del «Mio» per il Mahatma Gandhi
Quando il Mahatma Gandhi parla dell’«Io» e del «Mio», si riferisce all’ego individuale, ovvero quel senso di separazione che porta l’individuo a vedere se stesso distinto e superiore rispetto agli altri. Questa separazione, secondo il Mahatma Gandhi, è fonte di conflitti e di divisioni nella società. L’«Io» crea una barriera che spinge l’uomo a perseguire solo i propri interessi, sia materiali che spirituali, e ad agire in maniera egoistica. Il «Mio», invece, rappresenta l’attaccamento alle cose materiali o alle ideologie personali. Questo attaccamento porta a desiderare di accumulare potere, ricchezza e riconoscimento, favorendo il sorgere di rivalità, avidità e sfruttamento.
Nella visione del Mahatma Gandhi, quindi, l’egoismo e l’attaccamento sono tra i principali responsabili delle ingiustizie e delle divisioni che caratterizzano la società umana. Eliminare questi elementi significherebbe abbandonare la competizione e la corsa verso il possesso di beni materiali o privilegi personali, per adottare invece una visione di comunità, solidarietà e servizio agli altri.
Nella religione, il Mahatma Gandhi riteneva che l’«Io» e il «Mio» distorcessero il vero significato della fede. Secondo lui, molte delle divisioni tra le diverse religioni e all’interno delle stesse religioni nascono dall’attaccamento ai dogmi, alle pratiche e alle strutture istituzionali, piuttosto che dall’essenza spirituale che dovrebbe unire gli esseri umani. La religione, nella sua essenza più pura, dovrebbe essere uno strumento di unione e non di divisione. Gandhi credeva fermamente che tutte le religioni condividessero lo stesso nucleo di verità e che, rimuovendo l’egoismo personale, l’uomo potesse riconoscere questa verità comune e vivere in pace.
Inoltre, secondo Gandhi, molte persone strumentalizzano la religione per legittimare il proprio potere o per soddisfare il proprio ego, distanziandosi dalla spiritualità autentica. Solo eliminando l’«Io» e il «Mio» dalla pratica religiosa, gli individui possono dedicarsi completamente al servizio degli altri e alla ricerca della verità spirituale.
Il pensiero del Mahatma Gandhi sull’eliminazione dell’«Io» e del «Mio» ha implicazioni profonde anche in ambito politico ed economico. In politica, l’egoismo è alla base della corruzione, dell’abuso di potere e del nazionalismo estremo. Gandhi sosteneva che il potere politico dovrebbe essere usato come mezzo per servire la comunità e promuovere il benessere collettivo, piuttosto che come strumento per rafforzare il proprio status o ottenere vantaggi personali. L’ideale gandhiano di leadership era quello di un servizio disinteressato e compassionevole.
In economia, l’attaccamento al «Mio» si manifesta sotto forma di avidità e desiderio di accumulare ricchezze. Questo porta a profonde disuguaglianze, alla povertà e allo sfruttamento delle risorse naturali. Gandhi promuoveva un’economia basata sulla semplicità, sull’autosufficienza e sulla condivisione dei beni. Egli sosteneva che solo attraverso una ridistribuzione equa delle risorse e il distacco dall’avidità personale sarebbe stato possibile costruire una società più giusta e armoniosa.
Quando il Mahatma Gandhi parla di portare il cielo in terra, si riferisce alla possibilità di creare una società ideale basata su principi di giustizia, verità e amore. Questo ideale può sembrare utopico, ma per il Mahatma Gandhi era una visione concreta del futuro, possibile se l’umanità fosse riuscita a superare l’egoismo e l’attaccamento. Il cielo, in questo senso, non è un luogo distante o irraggiungibile, ma uno stato di coscienza collettiva in cui ogni individuo vive in armonia con gli altri e con l’universo.
Il Mahatma Gandhi riteneva che la libertà autentica non fosse semplicemente la libertà politica o economica, ma la liberazione dall’ego e dagli attaccamenti. Solo quando gli uomini avrebbero imparato a vivere in accordo con i principi della verità e della non violenza, eliminando il senso dell’«Io» e del «Mio», sarebbe stato possibile realizzare una pace duratura e una società giusta.
In conclusione, la frase del Mahatma Gandhi ci invita a riflettere sul potere dell’egoismo e dell’attaccamento nel determinare le strutture sociali, politiche e religiose. L’abbandono dell’«Io» e del «Mio» non è solo una pratica individuale, ma una rivoluzione morale che potrebbe trasformare il mondo.