La frase del Mahatma Gandhi sull’eccessivo egocentrismo

30 Settembre 2024

Condividiamo con più persone possibili questa bellissima frase del Mahatma Gandhi che ci ricorda quanto dannifico sia l'egocentrismo esasperato.

La frase del Mahatma Gandhi sull'eccessivo egocentrismo

La citazione di Mahatma Gandhi tratta dal libro Il mio credo, il mio pensiero riflette una delle idee centrali del pensiero di Gandhi. Il Mahatma, con la sua visione spirituale e filosofica, considerava l’ego e l’attaccamento personale come ostacoli fondamentali al progresso umano e alla realizzazione della pace universale. Questi concetti sono strettamente legati alla sua lotta per la non violenza (ahimsa) e alla sua ricerca della verità (satya), elementi che costituiscono i pilastri del suo pensiero morale e politico.

“Se potessimo cancellare l’«Io» e il «Mio» dalla religione, dalla politica, dall’economia saremmo presto liberi e porteremmo il cielo in terra.”

Il significato dell’«Io» e del «Mio» per il Mahatma Gandhi

Quando il Mahatma Gandhi parla dell’«Io» e del «Mio», si riferisce all’ego individuale, ovvero quel senso di separazione che porta l’individuo a vedere se stesso distinto e superiore rispetto agli altri. Questa separazione, secondo il Mahatma Gandhi, è fonte di conflitti e di divisioni nella società. L’«Io» crea una barriera che spinge l’uomo a perseguire solo i propri interessi, sia materiali che spirituali, e ad agire in maniera egoistica. Il «Mio», invece, rappresenta l’attaccamento alle cose materiali o alle ideologie personali. Questo attaccamento porta a desiderare di accumulare potere, ricchezza e riconoscimento, favorendo il sorgere di rivalità, avidità e sfruttamento.

Nella visione del Mahatma Gandhi, quindi, l’egoismo e l’attaccamento sono tra i principali responsabili delle ingiustizie e delle divisioni che caratterizzano la società umana. Eliminare questi elementi significherebbe abbandonare la competizione e la corsa verso il possesso di beni materiali o privilegi personali, per adottare invece una visione di comunità, solidarietà e servizio agli altri.

Nella religione, il Mahatma Gandhi riteneva che l’«Io» e il «Mio» distorcessero il vero significato della fede. Secondo lui, molte delle divisioni tra le diverse religioni e all’interno delle stesse religioni nascono dall’attaccamento ai dogmi, alle pratiche e alle strutture istituzionali, piuttosto che dall’essenza spirituale che dovrebbe unire gli esseri umani. La religione, nella sua essenza più pura, dovrebbe essere uno strumento di unione e non di divisione. Gandhi credeva fermamente che tutte le religioni condividessero lo stesso nucleo di verità e che, rimuovendo l’egoismo personale, l’uomo potesse riconoscere questa verità comune e vivere in pace.

Inoltre, secondo Gandhi, molte persone strumentalizzano la religione per legittimare il proprio potere o per soddisfare il proprio ego, distanziandosi dalla spiritualità autentica. Solo eliminando l’«Io» e il «Mio» dalla pratica religiosa, gli individui possono dedicarsi completamente al servizio degli altri e alla ricerca della verità spirituale.

Il pensiero del Mahatma Gandhi sull’eliminazione dell’«Io» e del «Mio» ha implicazioni profonde anche in ambito politico ed economico. In politica, l’egoismo è alla base della corruzione, dell’abuso di potere e del nazionalismo estremo. Gandhi sosteneva che il potere politico dovrebbe essere usato come mezzo per servire la comunità e promuovere il benessere collettivo, piuttosto che come strumento per rafforzare il proprio status o ottenere vantaggi personali. L’ideale gandhiano di leadership era quello di un servizio disinteressato e compassionevole.

In economia, l’attaccamento al «Mio» si manifesta sotto forma di avidità e desiderio di accumulare ricchezze. Questo porta a profonde disuguaglianze, alla povertà e allo sfruttamento delle risorse naturali. Gandhi promuoveva un’economia basata sulla semplicità, sull’autosufficienza e sulla condivisione dei beni. Egli sosteneva che solo attraverso una ridistribuzione equa delle risorse e il distacco dall’avidità personale sarebbe stato possibile costruire una società più giusta e armoniosa.

Quando il Mahatma Gandhi parla di portare il cielo in terra, si riferisce alla possibilità di creare una società ideale basata su principi di giustizia, verità e amore. Questo ideale può sembrare utopico, ma per il Mahatma Gandhi era una visione concreta del futuro, possibile se l’umanità fosse riuscita a superare l’egoismo e l’attaccamento. Il cielo, in questo senso, non è un luogo distante o irraggiungibile, ma uno stato di coscienza collettiva in cui ogni individuo vive in armonia con gli altri e con l’universo.

Il Mahatma Gandhi riteneva che la libertà autentica non fosse semplicemente la libertà politica o economica, ma la liberazione dall’ego e dagli attaccamenti. Solo quando gli uomini avrebbero imparato a vivere in accordo con i principi della verità e della non violenza, eliminando il senso dell’«Io» e del «Mio», sarebbe stato possibile realizzare una pace duratura e una società giusta.

In conclusione, la frase del Mahatma Gandhi ci invita a riflettere sul potere dell’egoismo e dell’attaccamento nel determinare le strutture sociali, politiche e religiose. L’abbandono dell’«Io» e del «Mio» non è solo una pratica individuale, ma una rivoluzione morale che potrebbe trasformare il mondo.

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