Una frase di Luigi Einaudi sul valore assoluto della libertà

18 Settembre 2025

Con questa affermazione, Luigi Einaudi, economista, intellettuale liberale e secondo Presidente della Repubblica Italiana, condensa un principio cardine non solo della sua visione politica, ma della tradizione del pensiero liberale europeo. La frase, all’apparenza semplice, racchiude un intreccio profondo tra due concetti che spesso vengono considerati separati: la libertà e

Una frase di Luigi Einaudi sul valore assoluto della libertà

Con questa affermazione, Luigi Einaudi, economista, intellettuale liberale e secondo Presidente della Repubblica Italiana, condensa un principio cardine non solo della sua visione politica, ma della tradizione del pensiero liberale europeo. La frase, all’apparenza semplice, racchiude un intreccio profondo tra due concetti che spesso vengono considerati separati: la libertà e la giustizia. Per Einaudi, non vi può essere l’una senza l’altra: una società che neghi la libertà non potrà mai dirsi giusta, e una giustizia autentica non può che fiorire in un terreno libero.

“Giustizia non esiste là ove non vi è libertà.”

Luigi Einaudi e legame tra libertà e giustizia

Per comprendere appieno la portata della citazione, è utile soffermarsi sui due termini. Giustizia significa riconoscere a ciascuno ciò che gli spetta, creare equilibrio tra diritti e doveri, garantire l’imparzialità delle leggi. Libertà, invece, è la possibilità per l’individuo di scegliere, di esprimersi, di agire senza costrizioni arbitrarie.

Ludovico Einaudi afferma che se manca la libertà, la giustizia diventa un’illusione. Una legge emanata in un regime autoritario, anche se formalmente “giusta”, non può dirsi veramente tale, perché non nasce dal consenso libero dei cittadini ma dall’imposizione del potere. La giustizia, per esistere, ha bisogno di un terreno in cui l’individuo possa manifestarsi liberamente, rivendicare i propri diritti, criticare, proporre alternative.

Una lezione nata dall’esperienza storica

Le parole di Ludovico Einaudi acquistano un valore particolare se lette alla luce del contesto storico. L’economista piemontese visse gli anni bui del fascismo, quando la libertà di stampa, di pensiero e di associazione furono soppresse. In quel periodo, la giustizia veniva spesso invocata come giustificazione di leggi eccezionali e tribunali speciali. Ma era una giustizia di facciata, piegata agli interessi del regime.

Einaudi, che fu esule in Svizzera durante la dittatura, comprese sulla propria pelle come la privazione della libertà annullasse ogni possibilità di giustizia autentica. Solo dopo la caduta del fascismo, con la nascita della Repubblica e l’approvazione della Costituzione del 1948, fu possibile gettare le basi per una convivenza fondata tanto sulla giustizia quanto sulla libertà.

La Costituzione come sintesi di libertà e giustizia

Non è un caso che la frase di Ludovico Einaudi risuoni profondamente nei principi fondamentali della Costituzione italiana. L’articolo 3 stabilisce che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge; l’articolo 13 sancisce l’inviolabilità della libertà personale; l’articolo 21 difende la libertà di pensiero e di espressione.

Questi articoli non sono meri enunciati teorici, ma risposte concrete a un passato in cui la libertà era stata negata e la giustizia tradita. La democrazia italiana nasce proprio dal riconoscimento che senza libertà individuali, senza possibilità di dissentire, criticare, associarsi, ogni sistema giuridico rischia di diventare uno strumento di oppressione.

Libertà come condizione, giustizia come obiettivo

L’intuizione di Luigi Einaudi suggerisce anche un ordine logico: la libertà è la condizione necessaria, la giustizia il fine. Senza la prima, la seconda non può realizzarsi. Non si tratta, quindi, di valori in competizione, ma di tappe di un unico percorso. La libertà crea lo spazio per la giustizia, la giustizia orienta la libertà affinché non degeneri in arbitrio.

Questa visione contrasta tanto con i regimi autoritari, che sacrificano la libertà in nome di una giustizia imposta dall’alto, quanto con le derive di un individualismo sfrenato, che esalta la libertà senza riconoscere la necessità di regole comuni.

Un tema ancora attuale

Il pensiero di Luigi Einaudi conserva oggi un’attualità impressionante. Viviamo in un’epoca segnata da nuove forme di potere: quello dei grandi colossi tecnologici, delle dinamiche economiche globali, delle emergenze sanitarie e ambientali. In molti casi si discute se sia lecito sacrificare la libertà individuale per garantire sicurezza, ordine o persino giustizia sociale.

Luigi Einaudi ci ricorda che non si può avere vera giustizia senza un contesto libero. Se le decisioni collettive non nascono dal confronto aperto, dal rispetto delle opinioni, dalla possibilità di critica, allora si rischia di costruire un sistema solo apparentemente giusto, ma in realtà oppressivo.

La lezione per i cittadini

La frase di Einaudi non è soltanto un monito ai governanti, ma anche un invito ai cittadini. Difendere la libertà non significa solo rivendicare i propri diritti, ma riconoscere che senza di essa non può esserci giustizia per nessuno. Ogni volta che si limita la libertà di parola, di stampa o di associazione, si mina la base stessa su cui si fonda l’idea di giustizia.

Einaudi ci invita dunque a un impegno costante: vigilare perché le istituzioni rispettino la libertà, ma anche perché ciascun individuo ne faccia un uso responsabile, contribuendo così a costruire una società realmente giusta.

Giustizia non esiste là ove non vi è libertà”: con queste parole Luigi Einaudi ci offre una lezione che travalica i confini del suo tempo. Non esiste vera giustizia in un contesto di oppressione, perché senza libertà la legge diventa arbitrio, la regola si trasforma in catena. Solo una società che custodisce la libertà individuale può sperare di costruire un sistema giusto, in cui ogni persona veda riconosciuta la propria dignità.

La citazione ci ricorda che giustizia e libertà non sono due valori separati, ma due facce della stessa medaglia: insieme costituiscono il cuore pulsante di ogni democrazia.

© Riproduzione Riservata