Nella citazione tratta dalla raccolta di interviste a Lucio Dalla, “E ricomincia il canto”, emerge una riflessione straordinaria sul coraggio, sull’innovazione e sulla ricerca di sé. Il ritorno di Ulisse dal mare, descritto da Dalla, non è soltanto il simbolo di un viaggio compiuto, ma l’emblema di una sfida vinta contro le convenzioni e i limiti che il mondo spesso ci impone.
“E la gente? Parla, la gente, talvolta ha paura, all’inizio non capiva. Ora invece Ulisse è finalmente tornato dal mare, è coperto di sale, di stanchezza ma anche di felicità, per aver dimostrato che i viaggi contro i venti, contro le correnti sono possibili. Ora la gente lo acclama, lo ha compreso, ha capito che per tante persone che seguono le rotte prestabilite ce ne deve essere almeno una che abbia il coraggio di andare avanti per conto proprio, per scoprire nuovi linguaggi, nuove strade mai tentate prima.”
Queste parole sono un inno all’autenticità, alla libertà e al valore di osare. Vediamo come Lucio Dalla, con questa metafora, racconti non solo l’epopea di Ulisse ma anche il senso profondo della creatività, dell’esplorazione e dell’essere umano che si confronta con i propri limiti e con quelli imposti dalla società.
La figura di Ulisse alter-ego di Lucio Dalla nella vita e nella canzone “Itaca”
Ulisse, l’eroe omerico, è da sempre icona del viaggiatore, colui che affronta il mare per sfidare il destino e tornare a casa. Ma in queste righe, Dalla ci offre un Ulisse diverso, più moderno, coperto di sale e di stanchezza, ma soddisfatto perché il suo viaggio non era solo per tornare a Itaca: era una sfida ai limiti della conoscenza e del conformismo.
Questa lettura attualizza il mito, trasformandolo in un racconto universale sull’essere umano che sfida l’omologazione. Per Dalla, Ulisse rappresenta chi si ribella alle rotte prestabilite, agli schemi ripetuti. È l’uomo che decide di andare oltre, di esplorare ciò che gli altri temono o ignorano.
Dalla sottolinea un elemento fondamentale: la paura iniziale della gente. “Parla, la gente, talvolta ha paura, all’inizio non capiva.” In questa frase risuona una verità universale: l’umanità tende spesso a temere ciò che non conosce. Il nuovo è destabilizzante, rompe equilibri e certezze.
Ulisse non è accolto come un eroe al momento della sua partenza, né durante il viaggio. È solo alla fine, quando il suo ritorno dimostra la possibilità di affrontare e vincere le sfide, che la gente lo acclama. Questo processo di trasformazione della comunità riflette un fenomeno ricorrente: l’iniziale incomprensione per chi osa tracciare strade alternative lascia gradualmente spazio al riconoscimento del loro valore.
Quando Dalla parla di “nuovi linguaggi” e “nuove strade mai tentate prima”, allude chiaramente anche al processo creativo e artistico. Come musicista e poeta, Dalla era lui stesso un moderno Ulisse. La sua carriera artistica è stata una continua esplorazione di generi, stili e temi, spesso sfidando le aspettative del pubblico e delle istituzioni culturali.
In musica, così come nella vita, seguire rotte prestabilite significa conformarsi, evitare il rischio e la scoperta. Ma è solo affrontando l’incertezza e cercando strade mai battute che si può dare vita a qualcosa di veramente nuovo. In questo senso, la musica di Lucio Dalla è stata una navigazione tra le correnti, sempre tesa a scoprire linguaggi che parlassero non solo alla mente, ma anche al cuore.
La forza di questa citazione risiede nel fatto che il viaggio controcorrente di Ulisse non è esclusivo degli artisti, ma appartiene a ogni essere umano. Ognuno di noi affronta venti contrari e correnti avverse nella propria vita: può trattarsi di una scelta di vita non convenzionale, di una carriera difficile, di una relazione sfidante.
La lezione di Dalla è che, anche quando gli altri non comprendono, quando il viaggio sembra solitario e irto di ostacoli, è possibile proseguire, dimostrare a sé stessi e al mondo che valeva la pena tentare. E al termine del viaggio, ciò che resta non è solo la stanchezza ma una felicità autentica, radicata nel fatto di essere rimasti fedeli alla propria visione.
Osare come atto di libertà
Con la metafora di Ulisse, Lucio Dalla ci invita a riflettere sul significato profondo della libertà e dell’autenticità. La società, spesso dominata da paura e conformismo, ha bisogno di figure che abbiano il coraggio di rompere gli schemi, di tracciare nuove rotte per ispirare gli altri.
Che si tratti di un artista, di un pensatore o di una persona comune, chiunque osi seguire la propria strada diventa un esempio di resistenza e innovazione. Ulisse, coperto di sale e stanchezza, rappresenta non solo il successo personale ma anche un contributo collettivo: il dimostrare agli altri che ciò che sembrava impossibile è invece raggiungibile.
In questo, Lucio Dalla ci offre un’ulteriore lezione, tanto artistica quanto esistenziale: per cambiare il mondo, basta iniziare a viaggiare, anche controcorrente.