Una frase di Lalla Romano sul valore dei nostri sogni

24 Giugno 2025

Leggiamo assieme questa brevissima citazione di Lalla Romano in cui parla dell'importanza che hanno i sogni nel caratterizzare una persona.

Una frase di Lalla Romano sul valore dei nostri sogni

Con queste parole, Lalla Romano, scrittrice, poetessa e pittrice italiana del Novecento, tocca un nodo centrale della riflessione contemporanea sull’identità. Lungi dal presentare i sogni come un semplice lusso dell’immaginazione o come illusioni da scacciare in nome del realismo, Romano propone un’idea tanto delicata quanto profonda: il sogno come elemento integrante della conoscenza di sé.

“Imparare a convivere con i propri sogni fa parte oggi dell’arte di conoscere se stessi”

Lalla Romano e “i sogni tra noi leggeri”

Il termine “sogni” nella citazione può essere letto in almeno due accezioni: i sogni notturni, che affiorano nell’inconscio durante il sonno, e i sogni diurni, ovvero desideri, aspirazioni, visioni del possibile. In entrambi i casi, Romano ci invita a non reprimerli, ma a “conviverci”, a instaurare con essi un rapporto maturo e consapevole. Non si tratta di rincorrerli ciecamente, né di rinunciarvi per adattarsi passivamente alla realtà: si tratta, piuttosto, di accettarne la presenza, di riconoscere quanto essi dicano di noi, anche quando sembrano irrealizzabili.

Convivere con i propri sogni non significa dunque fuggire dal reale, ma costruire un equilibrio tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere, tra il presente e l’ideale. È un invito alla coesistenza, al compromesso fertile tra ciò che sogniamo e ciò che il mondo ci consente di essere. Proprio in questa coesistenza si gioca l’“arte di conoscere se stessi”, un’arte che oggi, nel nostro tempo inquieto e iper-razionale, è più urgente che mai.

L’arte della conoscenza di sé

La conoscenza di sé è un processo continuo, mai definitivo, che richiede apertura, ascolto, pazienza. Nella tradizione occidentale, da Socrate in poi, “conosci te stesso” è il monito fondante della filosofia e dell’etica. Tuttavia, oggi più che mai, questo percorso si complica: viviamo in una società dominata dalla velocità, dalla performance, dalla visibilità. In questo contesto, i sogni rischiano di essere derubricati a perdite di tempo, mentre la costruzione dell’identità è spesso frammentaria, condizionata da pressioni esterne.

Romano suggerisce invece che proprio i sogni sono una chiave di accesso alla nostra autenticità. Non come modelli da realizzare a ogni costo, ma come linguaggio con cui il nostro io profondo si esprime. Conviverci significa ascoltarli, interrogarli, tradurli. Vuol dire accettare anche la loro ambiguità, i loro mutamenti, le loro contraddizioni. E attraverso questo lavoro silenzioso e quotidiano, imparare a conoscersi.

L’importanza del limite

C’è un aspetto implicito nella citazione che merita attenzione: il riconoscimento del limite. Convivere con i propri sogni significa anche accettare che non tutti possano realizzarsi, che alcuni siano destinati a rimanere tali. Ma proprio questa consapevolezza non li rende inutili: anzi, li rende rivelatori. Ci mostrano ciò che desideriamo, ciò che temiamo, ciò che ci manca. E in questo modo ci aiutano a orientarci nella realtà.

È una lezione di maturità e di responsabilità: non fuggire nei sogni, ma nemmeno rinnegarli. Coltivarli come una parte della propria interiorità, come uno spazio in cui si riflette ciò che si è veramente, anche quando la vita va in tutt’altra direzione. È una visione profondamente umana e poetica dell’identità.

Un messaggio per il presente

Lalla Romano scriveva in un’Italia in trasformazione, attraversata da mutamenti sociali e culturali profondi. Ma la sua riflessione conserva oggi un’attualità sorprendente. In un mondo che ci spinge a “realizzarci” continuamente — nel lavoro, nelle relazioni, nei consumi — convivere con i propri sogni diventa un atto di resistenza dolce, un modo per restare fedeli a se stessi, anche nell’incertezza.

In un’epoca in cui si è costantemente esposti al confronto con gli altri — e ai loro sogni apparentemente più riusciti, più concreti, più riconosciuti — imparare a convivere con i propri sogni è anche un atto di cura verso la propria interiorità. Significa sottrarsi alla logica del successo a ogni costo, e affidarsi a una dimensione più intima e silenziosa, ma non meno vera.

La citazione di Lalla Romano ci consegna una etica della soggettività: non quella che pretende di affermarsi sul mondo, ma quella che si costruisce nell’ascolto, nel dialogo con il proprio mondo interiore. I sogni, ci dice, non sono scorie della fantasia, né distrazioni dalla realtà: sono strumenti conoscitivi, materiali vivi della nostra coscienza.

Conviverci, giorno per giorno, con lucidità e senza illusioni, è un atto poetico e politico insieme. Significa riconoscere che la verità di una persona non sta solo in ciò che fa, ma anche in ciò che desidera, in ciò che immagina, in ciò che, pur non potendo accadere, continua ad accompagnarla. In un tempo che sembra avere perso il senso dell’interiorità, Lalla Romano ci ricorda che conoscere se stessi è anche, e forse soprattutto, saper riconoscere i propri sogni — e imparare a camminarci accanto.

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