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I versi di Khalil Gibran dedicati alla forza dell’amore

Leggiamo questi tanto incantevoli quanto granitici versi che Khalil Gibran dedica proprio all'amore, quella forza che, nonostante tutto, ci rende vivi.

I versi di Khalil Gibran aprono uno squarcio lirico su tre forze fondamentali che animano l’esistenza umana: l’amore, la bellezza e la giovinezza. Gibran, scrittore e poeta libanese che ha saputo intrecciare Oriente e Occidente in una sintesi spirituale e filosofica unica, esprime in queste poche righe un’intera visione del vivere, come se volesse dipingere una scena eterna che si ripete nel tempo, al di là delle generazioni.

“La processione dell’amore va per la sua strada
E la bellezza incede solenne;
Insieme alla giovinezza,
che fa squillare le trombe della gioia,”

La processione dell’amore nei versi di Khalil Gibran

La prima immagine che emerge è quella della “processione dell’amore”. Il termine “processione” evoca qualcosa di sacro, di rituale, di solenne. Non si tratta di una semplice marcia o di un movimento casuale: la processione ha una direzione, una ritualità, un ordine che non può essere interrotto. Allo stesso modo, l’amore, per Gibran, è una forza che procede costantemente, indipendentemente dagli ostacoli o dalle tragedie del mondo.

L’amore, inteso non solo come sentimento romantico ma come principio universale di unione, connessione e compassione, è una potenza che attraversa la storia umana senza mai arrestarsi. Gibran sembra suggerire che, anche nei momenti di crisi, anche quando sembra che l’odio o l’indifferenza abbiano il sopravvento, la processione dell’amore continua, imperturbabile, lungo la sua strada. È una fiducia profonda nella capacità dell’amore di sopravvivere, di rinnovarsi, di essere sempre presente come fondamento della vita.

La bellezza: una presenza solenne

Accanto all’amore in cammino, Khalil Gibran pone la “bellezza”, che “incede solenne”. La bellezza, come l’amore, non è qui semplicemente intesa in senso estetico: non si tratta solo di lineamenti perfetti o di paesaggi mozzafiato. Piuttosto, la bellezza è una qualità intrinseca del mondo, una manifestazione visibile dell’armonia, dell’ordine, del mistero.

Il fatto che la bellezza “inceda solenne” la avvicina ancora di più al sacro. Incede come una regina o una sacerdotessa, con passo lento e maestoso, consapevole della sua importanza, della sua funzione nel mantenere viva nell’uomo la nostalgia dell’infinito. La bellezza, nella visione di Gibran, non è mai frivola: è una forza seria, capace di elevare l’animo umano, di ricordargli la sua origine divina.

Attraverso questa immagine, il poeta ci ricorda che ogni esperienza estetica autentica — sia essa l’ascolto di una musica, l’incontro con uno sguardo, la visione di un tramonto — ha il potere di trasfigurarci, di strapparci alla banalità quotidiana e di riconnetterci con qualcosa di più grande.

La terza figura che si unisce alla processione è la “giovinezza”, che “fa squillare le trombe della gioia”. Se l’amore è il motore e la bellezza l’apparato solenne, la giovinezza è l’entusiasmo, l’energia irrefrenabile che dà vita e movimento alla scena.

La giovinezza, qui, non va intesa solo come una fase biologica, ma come uno stato d’animo, una qualità interiore di apertura, di speranza, di coraggio. Le “trombe della gioia” non sono suonate per celebrare il passato o per compiangere il dolore, ma per annunciare un presente vibrante e un futuro carico di possibilità.

Gibran ci mostra che la gioia non è semplicemente una reazione agli eventi esterni, ma una scelta, un atto creativo. È una manifestazione della giovinezza interiore che ogni essere umano può coltivare, indipendentemente dall’età anagrafica.

Un corteo senza tempo

La scena che Gibran descrive — amore, bellezza, giovinezza in marcia — è atemporale. Potremmo immaginarla accadere oggi come mille anni fa, nei deserti del Medio Oriente o nelle metropoli contemporanee. È un’immagine che trascende le epoche, perché parla di forze permanenti, che abitano l’anima umana e la spingono, sempre, verso l’alto.

Nonostante le disillusioni, le guerre, le ingiustizie, questa processione non si ferma. Essa è il cuore pulsante della vita stessa. Chiunque riesca, anche solo per un attimo, a intravedere questa marcia invisibile, trova in sé stesso una fonte inesauribile di speranza.

I versi di Khalil Gibran sono un invito a ricordare ciò che conta davvero: coltivare l’amore, cercare la bellezza, mantenere viva la giovinezza del cuore. Non è un compito facile in un mondo spesso dominato dalla fretta, dalla superficialità e dalla paura. Ma è l’unica via per vivere autenticamente, per non perdere il contatto con la propria verità più profonda.

In un’epoca in cui la speranza sembra talvolta vacillare, Gibran ci offre una visione di grande forza e delicatezza: la vita, nonostante tutto, continua a celebrare l’amore, a manifestare la bellezza e a squillare di gioia. Sta a noi unirci a questa eterna processione.

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