Italo Calvino è stato un intellettuale di grande impegno politico, civile e culturale, uno dei narratori italiani più importanti del Secondo Novecento. Ha seguito molte delle principali tendenze letterarie a lui coeve, dal Neorealismo al Postmoderno, ma tenendo sempre una certa distanza da esse e svolgendo un proprio personale e coerente percorso di ricerca. Per ricordare il grande scrittore, abbiamo selezionato i suoi aforismi più celebri.

La lettera d’amore di Italo Calvino a Elsa De Giorgi
Ecco una delle più appassionate lettere d’amore di Italo Calvino resa nota dall’attrice dopo la morte dell’autore
Italo Calvino, gli aforismi più celebri
‘D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda.’
‘Nella mia vita ho incontrato donne di grande forza. Non potrei vivere senza una donna al mio fianco. Sono solo un pezzo d’un essere bicefalo e bisessuato, che è il vero organismo biologico e pensante.’
‘Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.’
‘Chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d’esperienze, d’informazioni, di letture, d’immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un’inventario d’oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.’
‘I futuri non realizzati sono solo rami del passato: rami secchi.’
‘Se alzi un muro, pensa a cosa lasci fuori.’
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‘Era un uomo noioso, questo è certo, anche se non cattivo: noioso perché la sua vita era dominata da pensieri stonati, come spesso succede nelle epoche di trapasso. L’agitazione dei tempi a molti comunica un bisogno di agitarsi anche loro, ma tutto all’incontrario, fuori strada.’
‘Quei due, così come sono, sono reciprocamente necessari. Ecco, questo modo d’essere è l’amore.’
‘Lui conobbe lei e se stesso,
perché in verità non s’era mai saputo.
E lei conobbe lui e se stessa,
perché pur essendosi saputa sempre,
mai s’era potuta riconoscere così.’
‘Gridò, se si può dir che gridi chi parla senza emetter quasi suono ma con tutta la sua forza.’
‘L’arte di scriver storie sta nel saper tirar fuori da quel nulla che si è capito della vita tutto il resto; ma finita la pagina si riprende la vita e ci s’accorge che quel che si sapeva è proprio un nulla.’