Una frase di Giorgio Faletti su cosa è importante nella vita

9 Febbraio 2025

Leggiamo la frase di Giorgio Faletti che, oggi più che mai, ci mette di fronte ad una realtà sempre più incentrata sulle futilità, lontana dall'essenza.

Una frase di Giorgio Faletti su cosa è importante nella vita

La citazione di Giorgio Faletti tratta dal romanzo “Niente di vero tranne gli occhi” mette in luce una riflessione profonda sulla condizione umana e sulle scelte fondamentali che ogni individuo è chiamato a compiere nel corso della propria esistenza. Questa frase concentra in poche parole due delle più grandi questioni filosofiche e morali della storia del pensiero umano:

“Qualcuno ha posto gli esseri umani davanti al dubbio fra essere e non essere, qualcun altro davanti alla scelta fra essere e avere.”

Giorgio Faletti e il dilemma shakespeariano

La prima parte della citazione richiama immediatamente il celebre monologo di Amleto di William Shakespeare, in cui il protagonista si interroga sulla vita e sulla morte: “Essere o non essere, questo è il problema”. La questione posta da Faletti si riallaccia a questo dubbio esistenziale, che riguarda l’essenza stessa dell’essere umano e la sua presenza nel mondo.

Il dubbio tra l’esistere e il non esistere può essere interpretato in più modi. Da un lato, riguarda il dilemma della vita e della morte, della continuità dell’esistenza contro il nulla, il vuoto dell’oblio. Dall’altro, può essere letto in chiave più filosofica, come il contrasto tra un’esistenza vissuta in modo autentico e consapevole e una vita trascorsa nell’inconsapevolezza, senza vera partecipazione.

In un’epoca dominata da ritmi frenetici e da un’attenzione spesso eccessiva verso il superfluo, molte persone si trovano a vivere senza realmente interrogarsi sul proprio essere, senza chiedersi quale sia il significato della propria esistenza e quale scopo abbiano le loro azioni. Il richiamo al dubbio shakespeariano ci invita, dunque, a riflettere su cosa significhi realmente “essere” e su come possiamo dare un senso alla nostra esistenza.

La seconda parte della citazione di Faletti introduce un altro grande dilemma della condizione umana: la scelta tra essere e avere. Questo tema è stato esplorato a fondo dal filosofo Erich Fromm nel suo libro “Avere o essere?”, in cui egli contrappone due modelli di vita: quello basato sull’essere, ovvero sulla crescita interiore, la consapevolezza e l’autenticità, e quello basato sull’avere, ossia sul possesso materiale, sulla competizione e sull’accumulazione di beni.

Viviamo in una società consumistica che spesso premia chi possiede di più, chi accumula ricchezze e chi costruisce la propria identità attraverso gli oggetti. In questo contesto, la scelta tra essere e avere diventa ancora più rilevante. Chi sceglie “l’essere” decide di investire nella propria crescita personale, nelle relazioni umane, nella conoscenza e nella creatività. Chi sceglie “l’avere” tende a misurare la propria esistenza in base ai successi materiali, al denaro e allo status sociale.

Non si tratta di una scelta facile. La società moderna, con le sue regole e aspettative, spinge spesso verso il possesso come fonte di sicurezza e gratificazione. Tuttavia, numerosi pensatori hanno sottolineato come un’esistenza basata esclusivamente sull’accumulo di beni porti a una profonda insoddisfazione. Come scrisse anche Seneca, “non è povero chi ha poco, ma chi desidera di più”.

L’attualità della riflessione

La citazione di Faletti è estremamente attuale. In un mondo in cui il progresso tecnologico ha trasformato le modalità di comunicazione e i rapporti umani, siamo spesso costretti a interrogarci su cosa sia veramente importante. La digitalizzazione ha reso l’”avere” ancora più pervasivo: avere visibilità sui social media, avere un’immagine costruita, avere riconoscimenti pubblici. In questo scenario, la scelta tra essere e avere diventa ancora più complessa, perché il confine tra ciò che si è realmente e ciò che si mostra agli altri si fa sempre più labile.

Inoltre, il dibattito tra essere e avere ha implicazioni ambientali e sociali. L’eccesso di consumismo e l’accumulo di beni materiali hanno portato a una crisi ecologica senza precedenti. La ricerca del profitto a ogni costo ha generato profonde disuguaglianze economiche. Riflettere sulla scelta tra essere e avere non è solo un esercizio filosofico, ma una necessità per ripensare il nostro rapporto con il mondo e con gli altri.

La frase di Giorgio Faletti ci offre un’occasione per fermarci e riflettere sulle scelte che guidano la nostra esistenza. Il dubbio tra essere e non essere ci porta a interrogarci sul significato della vita e sul nostro posto nel mondo. La scelta tra essere e avere ci costringe a valutare le nostre priorità e a decidere se vogliamo vivere un’esistenza autentica e consapevole o se vogliamo lasciarci trascinare dalla logica del possesso.

In definitiva, la risposta a queste domande non è univoca e dipende dalle inclinazioni e dai valori di ciascuno. Tuttavia, ciò che possiamo fare è cercare di mantenere un equilibrio, senza dimenticare che l’essere, con le sue esperienze, relazioni e conoscenze, è ciò che realmente dà significato alla nostra vita. Come scrisse Antoine de Saint-Exupéry ne “Il piccolo principe”: “L’essenziale è invisibile agli occhi”. Sta a noi scegliere quale direzione prendere.

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