La citazione di Giorgio Faletti tratta dal romanzo “Niente di vero tranne gli occhi” mette in luce una riflessione profonda sulla condizione umana e sulle scelte fondamentali che ogni individuo è chiamato a compiere nel corso della propria esistenza. Questa frase concentra in poche parole due delle più grandi questioni filosofiche e morali della storia del pensiero umano:
“Qualcuno ha posto gli esseri umani davanti al dubbio fra essere e non essere, qualcun altro davanti alla scelta fra essere e avere.”
Giorgio Faletti e il dilemma shakespeariano
La prima parte della citazione richiama immediatamente il celebre monologo di Amleto di William Shakespeare, in cui il protagonista si interroga sulla vita e sulla morte: “Essere o non essere, questo è il problema”. La questione posta da Faletti si riallaccia a questo dubbio esistenziale, che riguarda l’essenza stessa dell’essere umano e la sua presenza nel mondo.
Il dubbio tra l’esistere e il non esistere può essere interpretato in più modi. Da un lato, riguarda il dilemma della vita e della morte, della continuità dell’esistenza contro il nulla, il vuoto dell’oblio. Dall’altro, può essere letto in chiave più filosofica, come il contrasto tra un’esistenza vissuta in modo autentico e consapevole e una vita trascorsa nell’inconsapevolezza, senza vera partecipazione.
In un’epoca dominata da ritmi frenetici e da un’attenzione spesso eccessiva verso il superfluo, molte persone si trovano a vivere senza realmente interrogarsi sul proprio essere, senza chiedersi quale sia il significato della propria esistenza e quale scopo abbiano le loro azioni. Il richiamo al dubbio shakespeariano ci invita, dunque, a riflettere su cosa significhi realmente “essere” e su come possiamo dare un senso alla nostra esistenza.
La seconda parte della citazione di Faletti introduce un altro grande dilemma della condizione umana: la scelta tra essere e avere. Questo tema è stato esplorato a fondo dal filosofo Erich Fromm nel suo libro “Avere o essere?”, in cui egli contrappone due modelli di vita: quello basato sull’essere, ovvero sulla crescita interiore, la consapevolezza e l’autenticità, e quello basato sull’avere, ossia sul possesso materiale, sulla competizione e sull’accumulazione di beni.
Viviamo in una società consumistica che spesso premia chi possiede di più, chi accumula ricchezze e chi costruisce la propria identità attraverso gli oggetti. In questo contesto, la scelta tra essere e avere diventa ancora più rilevante. Chi sceglie “l’essere” decide di investire nella propria crescita personale, nelle relazioni umane, nella conoscenza e nella creatività. Chi sceglie “l’avere” tende a misurare la propria esistenza in base ai successi materiali, al denaro e allo status sociale.
Non si tratta di una scelta facile. La società moderna, con le sue regole e aspettative, spinge spesso verso il possesso come fonte di sicurezza e gratificazione. Tuttavia, numerosi pensatori hanno sottolineato come un’esistenza basata esclusivamente sull’accumulo di beni porti a una profonda insoddisfazione. Come scrisse anche Seneca, “non è povero chi ha poco, ma chi desidera di più”.
L’attualità della riflessione
La citazione di Faletti è estremamente attuale. In un mondo in cui il progresso tecnologico ha trasformato le modalità di comunicazione e i rapporti umani, siamo spesso costretti a interrogarci su cosa sia veramente importante. La digitalizzazione ha reso l’”avere” ancora più pervasivo: avere visibilità sui social media, avere un’immagine costruita, avere riconoscimenti pubblici. In questo scenario, la scelta tra essere e avere diventa ancora più complessa, perché il confine tra ciò che si è realmente e ciò che si mostra agli altri si fa sempre più labile.
Inoltre, il dibattito tra essere e avere ha implicazioni ambientali e sociali. L’eccesso di consumismo e l’accumulo di beni materiali hanno portato a una crisi ecologica senza precedenti. La ricerca del profitto a ogni costo ha generato profonde disuguaglianze economiche. Riflettere sulla scelta tra essere e avere non è solo un esercizio filosofico, ma una necessità per ripensare il nostro rapporto con il mondo e con gli altri.
La frase di Giorgio Faletti ci offre un’occasione per fermarci e riflettere sulle scelte che guidano la nostra esistenza. Il dubbio tra essere e non essere ci porta a interrogarci sul significato della vita e sul nostro posto nel mondo. La scelta tra essere e avere ci costringe a valutare le nostre priorità e a decidere se vogliamo vivere un’esistenza autentica e consapevole o se vogliamo lasciarci trascinare dalla logica del possesso.
In definitiva, la risposta a queste domande non è univoca e dipende dalle inclinazioni e dai valori di ciascuno. Tuttavia, ciò che possiamo fare è cercare di mantenere un equilibrio, senza dimenticare che l’essere, con le sue esperienze, relazioni e conoscenze, è ciò che realmente dà significato alla nostra vita. Come scrisse Antoine de Saint-Exupéry ne “Il piccolo principe”: “L’essenziale è invisibile agli occhi”. Sta a noi scegliere quale direzione prendere.