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I versi di Gesualdo Bufalino sulla legalità per ricordare Paolo Borsellino

Leggiamo gli amari versi di "Chiuso per lutto" che ricordano i fatti atroci riguardanti gli attentati di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone: versi ricchi di speranza per un futuro all'insegna della legalità.

Gesualdo Bufalino e gli amari versi di “Chiuso per lutto” ricordano i fatti atroci riguardanti gli attentati di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone; nel’auspicio che nel futuro ci possa essere una società diversa, migliore, prendendo spunto dall’insegnamento dei due giudici-eroi.

Rileggiamo uno dei passi più struggenti della poesia in memoria di Paolo Borsellino in occasione dei 22 anni dalla strage di Via D’Amelio, avvenuta il 19 luglio 1992.

“Nessuna mano solleverà
la pietra dei vostri sepolcri…
Nessuna schioderà
le bare dalle maniglie di bronzo…

Forse solo la tua, bambino.”

Se vuoi leggere la poesia completa la puoi trovare qui: “Chiuso per lutto”

L’amaro ricordo e la speranza ancora bambina

I versi di Gesualdo Bufalino, dedicati alla memoria di Paolo Borsellino, evocano un profondo senso di dolore e rassegnazione, ma al tempo stesso accendono una scintilla di speranza per un futuro migliore. “Nessuna mano solleverà la pietra dei vostri sepolcri… Nessuna schioderà le bare dalle maniglie di bronzo… Forse solo la tua, bambino.” Questi versi sono un omaggio a Borsellino e a tutti coloro che hanno perso la vita nella lotta contro la mafia, ma rappresentano anche una riflessione sulla possibilità di un cambiamento generazionale.

Gesualdo Bufalino inizia con un’immagine potente e dolorosa: la pietra del sepolcro e le bare chiuse con maniglie di bronzo. Queste immagini simboleggiano la morte definitiva, l’assenza di ritorno. Esse rappresentano le vite spezzate di Borsellino e delle altre vittime della mafia, vite che non possono essere restituite, segnalando l’irrimediabilità della perdita. La pietra e le maniglie di bronzo evocano un senso di chiusura e di permanenza, un ricordo eterno delle vite dedicate alla giustizia e sacrificate per essa.

Nonostante il tono iniziale di rassegnazione, Bufalino introduce un elemento di speranza nel verso finale: “Forse solo la tua, bambino.” Qui, il bambino diventa simbolo di un futuro ancora plasmabile, di una nuova generazione che può portare il cambiamento. Mentre nessuno degli adulti sembra in grado di cambiare la realtà presente, il bambino rappresenta la possibilità di una società migliore, costruita su valori di giustizia e integrità.

Questi versi di Gesualdo Bufalino non sono solo un omaggio alla memoria di Paolo Borsellino e degli altri martiri della mafia, ma anche un richiamo alla responsabilità generazionale. Essi suggeriscono che il cambiamento non può venire dalle generazioni che hanno già vissuto e sofferto, ma da quelle future, che devono essere educate e ispirate dai sacrifici del passato. È un invito a investire nei giovani, a nutrire in loro i valori della giustizia, del coraggio e della verità.

Bufalino, con pochi ma intensi versi, riesce a catturare l’essenza del sacrificio di Borsellino e la necessità di guardare al futuro con speranza. Egli ci ricorda che, sebbene il passato sia segnato da sofferenza e perdita, il futuro è ancora aperto e nelle mani delle nuove generazioni. Questo messaggio è particolarmente rilevante oggi, in un mondo che continua a lottare contro l’ingiustizia e la corruzione. Solo attraverso l’educazione e l’ispirazione dei giovani possiamo sperare di sollevare la “pietra dei sepolcri” e costruire una società più giusta e libera.

La strage di via D’Amelio

Il 19 luglio 1992, il giudice antimafia Paolo Borsellino fu assassinato in un attentato dinamitardo a Palermo. L’auto su cui viaggiava, insieme alla sua scorta, esplose in via D’Amelio, uccidendo lui e cinque agenti. Questo tragico evento avvenne poco dopo l’omicidio del suo collega e amico, Giovanni Falcone. L’attentato fu orchestrato da Cosa Nostra, la mafia siciliana, in risposta alla loro implacabile lotta contro il crimine organizzato. La morte di Borsellino rappresentò un colpo durissimo per l’Italia, ma rafforzò la determinazione del paese a combattere la mafia.

Gesualdo Bufalino

Gesualdo Bufalino nasce a Comiso il 15 novembre del 1920. Sin da piccolo scopre l’amore per la lettura e la poesia, attingendo dalla libreria del padre, un fabbro con la passione per i libri. Il giovane Gesualdo sfrutta ogni mezzo per accaparrarsi quotidiani e nuove letture da intraprendere. Studia al liceo classico, poi si iscrive alla facoltà di Lettere di Catania.

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