Quanto può essere salvifico l’amore per la nostra vita? Ce lo spiega Sofocle, il più grande drammaturgo dell’antica Grecia, con questa citazione tratta dalla tragedia “Edipo a Colono” rappresentata nel 401 a.C.:
“Una parola ci libera di tutto il peso e il dolore della vita: quella parola è amore”
L’amore libera tutti
L’amore libera da tutti i dolori dell’esistenza: lo sa bene chi, almeno una volta nella vita, ha provato questo forte sentimento verso una persona. Si tratta di un concetto che ritorna spesso nel mondo classico. Ovidio, nei suoi scritti sull’arte di amare, in particolare nell’Ars amatoria, invita a godersi la vita perché scorre rapida, più di quanto crediamo.
Ma vivere appieno il proprio tempo significa anche non rinunciare al dolore, non tirarsi indietro di fronte alle difficoltà. Esse sono necessarie per uno sviluppo umano e affettivo.
Il sentimento amoroso è in grado di toccarci e di accarezzarci solo se accettiamo anche il suo potenziale distruttivo. E’ proprio questa tensione continua che ci obbliga ogni giorno a lavorare su di noi, a cercare sempre un nuovo equilibrio e una versione sempre più sofisticata della nostra interiorità.
Il potere della semplicità
Questa frase di Sofocle è potente e geniale nella sua semplicità. Affermare che una singola parola possa liberarci ci invita a riflettere sul fatto che la soluzione ai problemi complessi dell’esistenza non risiede in dottrine complicate o teorie complesse, ma in un cambio di prospettiva interiore. L’amore non toglie il dolore fisico o la sofferenza, ma ne cambia il significato e il peso emotivo con cui viene percepito. L’amore, in sintesi, è la chiave per la libertà interiore.
Una dedica per chi crede ancora nell’amore
il sentimento amoroso non è un sogno, ma la realtà più concreta con cui misurarci. E oggi le sfide sono numerose e piene di insidie. Pensiamo a quanta strada c’è ancora da fare per far accettare e dare dignità e riconoscimento alle nuove forma d’amore che fino a poco fa la società ha volutamente ignorato. Amore fluido, quello omosessuale, poliamore alla fine hanno tutti il comune denominatore del desiderio, della passione, dell’attrazione.
“Una parola ci libera di tutto il peso e il dolore della vita: quella parola è amore”: Questa frase è un inno alla capacità umana di trascendere la sofferenza attraverso il sentimento più elevato che possediamo. Quale frase migliore ci sarebbe per raccontare del potentissimo sentimento in presenza del quale la morte scompare, come ben dice una delle interpretazioni etimologiche di amore?
L’opera da cui è tratta la frase di Sofocle
La frase citata in questo articolo è tratta da “Edipo a Colono“, parte della saga dei Labdacidi che racconta la storia della famiglia di Edipo. E’ la prosecuzione della vicenda raccontata nell’Edipo re. Con questa tragedia giungono alla conclusione le vicende legate al personaggio di Edipo, tra drammatiche sventure e ineguagliabili successi. Divenuto re dopo essere riuscito a dare la risposta corretta alla Sfinge, Edipo ucciderà il padre. Senza saperlo, procreerà con la madre Giocasta e sarà costretto ad andare in esilio e a vivere da mendicante, dopo aver subito in patria il disprezzo dei suoi sudditi.
Con la tragedia “Edipo a Colono” Sofocle riabilita la figura del re, dopo che egli ebbe subito senza colpa le sventure più tremende. Le vicende iniziano con il vagabondaggio di Edipo a Colono, in compagnia della figlia Antigone. E’ lì che il destino ha previsto i suoi ultimi giorni. Ma gli abitanti del posto scoprono la sua identità e solo l’intervento di Teseo, re di Atene, riesce a impedire il suo allontanamento forzato dalla città.
Per ringraziare dell’ospitalità ricevuta, Edipo rivela al re che la sua tomba proteggerà i confini di Atene dall’imminente attacco dei Tebani. Dopo numerose vicende, Edipo viene accompagnato da Teseo nel bosco sacro alle Eumenidi e lì sparisce per volontà divina. Diviene così l’eroe prescelto per proteggere la città.