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Una frase di Jorge Luis Borges sulla felicità e i rimorsi

Borges ha spesso parlato nelle sue poesie di felicità, raffigurata come qualcosa da ricercare a tutti i costi nella propria vita, senza rimpianti: proprio come nell'estratto presente all'interno dalla poesia "Il rimorso".

Jorge Luis Borges è stato uno degli autori più importanti del XX secolo; soprattutto attraverso l’arte del racconto erudito ha cambiato per sempre il mondo della letteratura ispirando autori del calibro di Gabriel Garcia Marquez e Julio Cortazar.

Borges ha spesso parlato nelle sue poesie di felicità, raffigurata come qualcosa da ricercare a tutti i costi nella propria vita, senza rimpianti: proprio come nell’estratto che vi proponiamo di seguito, tratto dalla poesia “Il rimorso”.

“Ho commesso il peggiore dei peccati
che un uomo possa commettere. Non sono stato felice.”

La felicità sprecata

Jorge Luis Borges con queste parole ci offre un’opportunità per riflettere sulla rilevanza della felicità nella nostra vita. Questo pensiero ci invita a considerare quanto sia cruciale perseguire la felicità e quanto sia un atto di coraggio osare per essa.

Nella società contemporanea, siamo spesso spinti a raggiungere standard di successo definiti da fattori esterni: carriera, denaro, status sociale. Tuttavia, queste metriche non garantiscono necessariamente la felicità. La frase suggerisce che il vero peccato non è la mancanza di successo materiale, ma l’incapacità di vivere una vita felice. Questo ci invita a riconsiderare le nostre priorità e a mettere la felicità al centro delle nostre aspirazioni.

Essere felici spesso richiede coraggio, sembra intendere questo, Borges, che dedicò i suoi giorni ad una vita contemplativa covando sempre dentro sé il rimpianto per una vita attiva non avuta. Significa prendere decisioni che possono non essere convenzionalmente accettate o che comportano rischi. Può significare cambiare lavoro, perseguire una passione non remunerativa, o lasciare una relazione tossica. Osare per la propria felicità implica affrontare l’ignoto e l’incertezza, sfidando la paura di fallire. Ma è proprio attraverso questi atti di audacia che possiamo scoprire una vita più autentica e soddisfacente.

La frase di Borges sottolinea anche una certa responsabilità personale verso la propria felicità. Non essere felici può essere visto come un fallimento personale, un segno che non abbiamo ascoltato abbastanza noi stessi o che non abbiamo preso le iniziative necessarie per migliorare la nostra condizione. La felicità non è semplicemente una questione di circostanze esterne, ma un impegno attivo che richiede introspezione e azione.

Cercare la felicità significa anche cercare l’auto-realizzazione. È un viaggio che ci porta a scoprire chi siamo veramente e cosa desideriamo dalla vita. Questo percorso non è sempre lineare e può essere pieno di ostacoli, ma è essenziale per vivere una vita piena di significato. Osare per la propria felicità significa anche avere il coraggio di vivere in modo autentico, di seguire i propri sogni e desideri, nonostante le pressioni sociali e le aspettative degli altri.

Borges e la felicità da non rimpiangere

Dedicando tutta la vita alla letteratura, Borges, spesso si è chiesto se la sua vita fosse realmente piena, fosse realmente stata vissuta o sprecata in “inezie”. Forse anche questo è un gioco letterario, o forse il suo rimpianto è sincero. ma leggiamo direttamente i versi dell’autore argentino:

Il rimorso, la poesia di Borges

Ho commesso il peggiore dei peccati
che un uomo possa commettere. Non sono stato
felice. Che i ghiacciai dell’oblio
possano travolgermi e disperdermi, senza pietà.

I miei mi generarono per il gioco
rischioso e stupendo della vita,
per la terra, l’acqua, l’aria, il fuoco.
Li frodai. Non fui felice. Realizzata

non fu la giovane loro volontà. La mia mente
si applicò alle simmetriche ostinatezze
dell’arte che intreccia inezie.

Ereditai valore. Non fui valoroso.
Non mi abbandona, mi sta sempre a lato
l’ombra d’essere stato un disgraziato.

Jorge Luis Borges

Jorge Luis Borges, scrittore e poeta argentino nato a Buenos Aires nel 1899 e morto a Ginevra nel 1986, è una figura chiave nella letteratura del XX secolo. Dopo aver iniziato i suoi studi in Argentina, Borges trascorse gli anni dal 1914 al 1918 a Ginevra e dal 1919 al 1921 in Spagna. Durante la sua permanenza in Spagna, insieme ad altri giovani scrittori e poeti, fu uno dei promotori del movimento d’avanguardia noto come ultraísmo. Tornato in Argentina nel 1921, Borges fondò le riviste letterarie Prisma e Proa.

Nonostante abbia raggiunto presto una notevole fama in patria, condusse una vita estremamente riservata e appartata. Nel corso degli anni, si dedicò a una intensa attività critica e erudita, la quale influenzò profondamente lo sviluppo del suo stile letterario, noto per la sua originalità e per la ricchezza di riferimenti culturali.

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