Per amare veramente occorre seguire una sora regola: essere se stessi. E’ questo l’insegnamento contenuto in una celebre frase di Italo Calvino, uno scrittore che ha segnato la nostra epoca con i suoi romanzi e con i suoi saggi, diventando un classico della letteratura italiana. Ecco la celebre frase tratta da “Il barone rampante“.
“Non ci può essere amore se non si è se stessi con tutte le proprie forze”
L’importanza di essere se stessi in amore
L’amore c’è quando c’è verità, quando si è se stessi, quando si riesce a dare il massimo senza paure. Per questo motivo, come scrive Calvino, non ci può essere amore se non si è se stessi con tutte le forze. Per essere se stessi, oltretutto, ci vuole coraggio. Mettersi a nudo, in qualsiasi relazione o rapporto che sia, è una condizione molto difficile per il nostro animo.
Condividere i nostri bagagli del passato, le nostre cicatrici, le nostre paure. Ma l’amore, se vissuto con filtri e barrire, non può fluire con la forza che necessita.
In un mondo pieno di cambiamenti, stimoli, ostacoli, non è semplice ritrovare la nostra autenticità. Ma lavorare su un rapporto amoroso, che ci permetta di essere davvero noi, è il lavoro e lo sforzo più bello che ci possa essere.
Non dobbiamo fingere di essere qualcun altro per catturare l’attenzione di chi amiamo, o peggio ancora annullare noi stessi per essere come il nostro partner vorrebbe: l’autenticità premia sempre nella vita, soprattutto quando si tratta di sentimenti. Solo chi ci accetta per come siamo, con i nostri pregi ed i nostri difetti, può meritare il nostro sentimento e saprà apprezzarci appieno.
Calvino, con la sua semplice purezza, voleva dirci proprio questo: lavorate su voi stessi, per poter amare liberamente l’altro.
La relazione tra Cosimo e Viola
La celebre frase è tratta da un passaggio del dialogo tra Cosimo, protagonista de “Il barone rampante” e Viola, vicina di casa dei Piovasco e marchesa D’Ondariva, nonché la donna da lui desiderata.
I due sembrano nati per appartenersi, eppure il loro amore autentico manca di un lieto fine a causa del diverso punto di vista sull’amore: rinuncia di sé secondo Viola, affermazione della propria personalità secondo Cosimo.
Italo Calvino
Italo Calvino è stato un intellettuale di grande impegno politico, civile e culturale, uno dei narratori italiani più importanti del Secondo Novecento. Ha seguito molte delle principali tendenze letterarie a lui coeve, dal Neorealismo al Postmoderno, ma tenendo sempre una certa distanza da esse e svolgendo un proprio personale e coerente percorso di ricerca.
Il barone rampante
Il barone rampante, pubblicato nel 1957, è il secondo romanzo della trilogia I nostri antenati. Negli anni che vengono prima della Rivoluzione Francese, Cosimo Piovasco di Rondò, 12 anni, primogenito del barone Arminio, per ribellarsi al padre va a vivere su un albero da cui non scenderà più.
Qui costruisce il suo mondo fatto di invenzioni e osserva la realtà libero da ogni condizionamento. Incontra protagonisti della storia come molti Diderot e Voltaire, parla con Napoleone e ha persino una sofferta storia d’amore.
Ormai vecchio e in punto di morte si aggrappa alla fune di una mongolfiera e scompare. La storia si colloca durante l’illuminismo e l’epoca della rivoluzione ma, come ne Il cavaliere inesistente e ne Il visconte dimezzato tutto assume connotati fiabeschi, proponendo un’interpretazione della realtà tipica di Calvino: tra realismo e fantastico.