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Una frase di Gustave Flaubert sul valore dell’empatia verso gli altri

La frase del giorno è attribuita a Gustave Flaubert, scrittore francese, nonché iniziatore del Naturalismo, in cui si affronta il tema dell'empatia e dell'importanza di mettersi nei panni degli altri

L’8 maggio 1880 ci lasciava Gustave Flaubert. Per ricordarlo, iniziamo la giornata con una celebre frase dello scrittore francese, nonché iniziatore del Naturalismo.

Bisogna avere un cuore per capire quello altrui.

L’importanza dell’empatia

Con questa frase, Gustave Flaubert vuole far capire quanto sia importante saper usare il proprio cuore per comprendere i sentimenti e lo stato d’animo altrui. Perché il cuore non è solo quell’organo che battendo ci consente di poter vivere, ma metaforicamente è anche il centro da cui partono le nostre emozioni, positive e negative che siano. 

Quando giudichiamo gli altri, ci dimentichiamo spesso di avere di fronte persone come noi, con le stesse nostre fragilità e debolezze, frutto delle esperienze passate vissute. A volte dovremmo avere maggiore sensibilità, metterci nei panni degli altri, comprendere il perché ci si comporta in un certo modo, capire da dove nascono certe emozioni negative o certe reazioni che consideriamo forti o esagerate. 

In una sola parola, dovremmo essere più empatici nei confronti delle persone che ci circondano. Per farlo, però, prima dobbiamo fare un passo indietro e capire noi stessi, guardarci dentro, riconoscere le nostre mancanze e i nostri punti deboli. Se ci riusciamo, sarà più facile comprendere anche gli altri e i loro difetti, capire il loro stato d’animo perché almeno una volta nella vita anche noi abbiamo vissuto le stesse sensazioni. 

Se non riusciamo ad avere questo tipo di comportamento, non dovremmo avvicinarci a una persona in difficoltà, perché potremmo solo peggiorare il suo stato d’animo. Perché, per dirla con le parole di Flaubert, solo chi è conscio di avere un cuore e provare dei sentimenti può comprendere il cuore ed i sentimenti degli altri.

Gustave Flaubert

Gustave Flaubert nasce a Rouen il 12 dicembre 1821. Il padre è primario chirurgo della città, la madre è una ricca proprietaria terriera.

Flaubert inizia a scrivere sin dall’adolescenza. Nel 1836 sulla spiaggia di Trouville incontra Elise Foucault, ragazza sposata, musa dello scrittore nel suo romanzo “L’educazione sentimentale” (1843-45). Studia legge a Parigi, ma dopo pochi anni fa ritorno a Rouen. Nel 1846 si trasferisce, con la madre, nella casa di campagna di Croisset, sulla Senna, dove scriverà tutti i suoi più importanti capolavori.

Negli anni successivi Gustave Flaubert viaggia in Medioriente, Grecia e Italia insieme all’amico Maxime Du Camp. Il primo lavoro successivo al suo ritorno è “Madame Bovary“, scritto tra il 1851 e il 1856.

Negli anni tra il 1863 e il 1869 Flaubert si dedica alla riscrittura dell'”Educazione sentimentale”, uno dei romanzi più importanti dell’autore francese. A causa di un attacco di epilessia, Gustave Flaubert muore a Croisset l’8 maggio 1880.

Il tema centrale delle sue opere è il contrasto tra l’illusione e la realtà, tra la vita sognata e l’esperienza, tra l’immensità del desiderio e la banalità dell’esistenza. Si tratta di un contrasto tragico, che rivela il pessimismo radicale dello scrittore.

Un romanzo che segna un’epoca

Considerato l’iniziatore del naturalismo nella letteratura francese, Gustave Flaubert è conosciuto soprattutto per essere l’autore del romanzo “Madame Bovary” e per l’accusa di immoralità che questa opera gli procurò. La storia di Madame Bovary viene pubblicata a puntate su la rivista “Revue de Paris” nel 1856, e segna una vera e propria svolta nella letteratura europea.

La protagonista Emma è un personaggio dominato dall’artificiosità, nutrito di sogni e fantasticherie destinati inevitabilmente a infrangersi (e di qui il termine bovarismo).

Il romanzo ottenne un successo vastissimo, anche per il processo all’autore che ne seguì. Sebbene assolto, Flaubert, che era stato messo sotto accusa per oscenità, uscì duramente provato dalla vicenda giudiziaria.

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