Stamattina 19 giugno con la prima prova scritta iniziano gli esami di Maturità per 526.317 studenti. Per augurare il meglio a tutti i maturandi, dedichiamo loro una celebre frase dello scrittore Giuseppe Pontiggia, utile anche a stemperare la tensione per i più emotivi.
L’essenziale non è quello che si sa, ma quello che si è.
L’essenziale è quello che si è
Spesso la gente da più importanza a dimostrare agli altri ciò che conosce a livello di cultura e all’estetica, dimenticandosi di curare il proprio spirito e la propria persona o di rendere magari condivisibile il proprio sapere, senza soltanto ostentarlo. Questo stile di vita “superficiale” oggi, in una società basata sulle apparenze, è seguito da molti, desiderosi di ostentare il proprio “io” senza però volerlo mettere a disposizione degli altri.
Essere o apparire?
Ma quindi “essere” è più importante di “sapere”? In realtà non è così: per spiegare l’idea alla base di questo aforisma di Giuseppe Pontiggia, prendiamo in prestito le parole del filosofo russo P.D.Ouspensky presenti all’interno del suo libro “Frammenti di un osservatore sconosciuto“, secondo il quale lo sviluppo dell’uomo segue due linee: “sapere” ed “essere” appunto. Ma affinché l’evoluzione della persona avvenga in modo corretto e coerente, le due linee devono procedere insieme, parallele l’una all’altra e sostenersi reciprocamente.
Se una delle due linee diventa predominante sull’altra, lo sviluppo dell’uomo diventa irregolare, non coerente: se il sapere predomina l’essere, esso diventa teorico, astratto, inapplicabile alla vita; al contrario, quando l’essere ha la meglio sul sapere, l’uomo ha il potere di fare, ma non sa che cosa deve fare. Ecco perché è fondamentale che le due linee vadano di pari passo nel corso della formazione dell’uomo.
In bocca al lupo agli studenti per la Maturità
E, a proposito di formazione, l’esame di Maturità, e in generale il percorso di formazione che va dalla scuola all’università, rappresenta una tappa fondamentale di questo viaggio in equilibrio tra essere e sapere. Gli studenti, e in particolare i maturandi, devono sapere che l’importante non è accumulare nozioni e conoscenze, ma è saperle mettere in pratica, a propria disposizione ma anche a beneficio degli altri: solo così si potrà essere protagonisti di un’esistenza coerente e reale.
Perché, come diceva Plutarco, “I giovani non sono vasi da riempire ma fiaccole da accendere”.
La frase di Giuseppe Pontiggia vuole essere quindi benaugurante per tutti i maturandi: ragazzi, vivete questa esperienza degli esami di maturità al meglio delle vostre possibilità, sapendo che si tratta di un appuntamento che corona un percorso di studi lungo anni e che vi ha fornito gli strumenti essenziali per affermarvi nella vita ed essere persone di cultura, non solo apparire come tali.
Giuseppe Pontiggia
Giuseppe Pontiggia, detto Peppo (Como, 25 settembre 1934 – Milano, 27 giugno 2003) è stato uno scrittore, aforista, critico letterario e curatore editoriale italiano.
Le sue opere, in particolare Nati due volte, ebbero grande successo internazionale e vennero tradotte in spagnolo, tedesco, inglese, olandese, ungherese, francese, svedese, cinese e giapponese.