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Una frase di Claudio Magris sull’importanza del viaggio

Oggi è il compleanno dello scrittore Claudio Magris. Per omaggiarlo, vi proponiamo una sua frase in cui descrive il suo concetto di viaggio inteso come metafora della vita e dei limiti umani.

Oggi compie gli anni il celebre scrittore Claudio Magris, nato il 10 aprile 1939. Per iniziare la giornata, vi proponiamo una sua celebre frase in cui descrive la sua idea di viaggio inteso come metafora della vita.

“Viaggiare è una scuola di umiltà, fa toccare con mano i limiti della propria comprensione, la precarietà degli schemi e degli strumenti con cui una persona o una cultura presumono di capire o giudicano un’altra.”

La frase di Claudio Magris

Questa frase è tratta dal libro di Magris “L’infinito viaggiare“. La citazione è emblematica di ciò che per l’autore rappresenta il viaggio: non solo un’occasione di svago, ma un atto di “persuasione”, ovvero la dimostrazione della capacità di possedere la propria vita, di riuscire a goderne con pienezza ogni istante.

Viaggiare secondo Magris mette di fronte al diverso, a ciò che per l’essere umano non è consuetudine. Il viaggio è scoperta, sia di ciò che è nuovo sia di se stessi, in particolare dei propri limiti derivanti agli schemi predisposti dalla società con cui, per dirla con le parole dell’autore, “una persona o una cultura presumono di capire o giudicano un’altra”.

I viaggi della storia

Per dimostrare il valore inestimabile del viaggio, nel suo libro Claudio Magris cita alcuni dei viaggi più celebri della storia e quelli che un po’ tutti abbiamo vissuto almeno una volta nella vita: il viaggio al di là delle colonne d’Ercole e il viaggio attorno alla propria stanza; il viaggio di formazione alla ricerca dell’identità e il viaggio che fa scoprire al viaggiatore la propria fragilità. Claudio Magris racconta vent’anni di viaggi, dalla Mancia di Don Chisciotte alla Pietroburgo di Raskolnikov, dai castelli di Ludwig di Baviera alla scrivania di Arnold Schönberg, dal Grande Nord al Grande Sud, e offre un affascinante percorso tra terre, popoli, libri, uomini.

Claudio Magris

Nato a Trieste il 10 aprile del 1939, Claudio Magris si è laureato all’Università di Torino con una tesi di laurea dal titolo “Il mito asburgico nella letteratura austriaca moderna” che è stata pubblicata da Einaudi nel 1963. Ha insegnato Lingua e Letteratura tedesca presso la medesima università, per poi passare a quella di Trieste.

È stato fra i primi a rivalutare il filone letterario di matrice ebraica all’interno della letteratura mitteleuropea, e all’interno di una prospettiva metalinguistica, con ”Lontano da dove. Joseph Roth e la tradizione ebraico-orientale” del 1971.

Oltre ad aver pubblicato numerosi saggi, Claudio Magris è anche autore di numerose opere di narrativa: “Danubio”, pubblicato nel 1986, lo ha consacrato come uno dei massimi scrittori italiani contemporanei. Con questo romanzo – nel quale si mescolano paesaggi, umori, incontri, riflessioni, racconti di un viaggiatore che accompagna con pietas e humor il vecchio fiume, dalle sorgenti al Mar Nero – Magris ripercorre in forma quasi diaristica la propria vita e le stagioni della cultura contemporanea, le sue fedi e le sue inquietudini.

Con “Danubio” lo scrittore e critico ha vinto il Premio Bagutta nel 1986. Ha ottenuto inoltre il Premio Strega, il premio Chiara alla carriera e il Premio letterario Giuseppe Acerbi, il Premio speciale per la saggistica e il Premio Mediterraneo per stranieri con “À l’Aveugle”.

Collabora con il Corriere della Sera, dove firma interventi di ampio respiro, prevalentemente di carattere letterario e culturale. L’autore, inoltre, è stato più volte accostato tra i papabili vincitori del Premio Nobel per la letteratura ma, come tanti altri favoriti della vigilia, non si è mai giudicato l’ambito riconoscimento letterario. 

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