Una frase di Cicerone sulla leggerezza e sulla saggezza

4 Dicembre 2024

Leggiamo assieme questa massima di Cicerone, l'abilissimo oratore romano, su quanto siano differenti infanzia e maturità, e sul bene di entrambe.

Una frase di Cicerone sulla leggerezza e sulla saggezza

La citazione di Marco Tullio Cicerone (3 gennaio 106 avanti Cristo – 7 dicembre 43 avanti Cristo), tratta dal suo dialogo filosofico De senectute (“Sulla vecchiaia”), racchiude una riflessione universale sul trascorrere del tempo e sull’evoluzione della natura umana attraverso le stagioni della vita. Con queste parole, Cicerone distingue le qualità tipiche della gioventù e della vecchiaia, tratteggiandone caratteristiche complementari e in armonia tra loro.

“La leggerezza è propria dell’età che sorge, la saggezza dell’età che tramonta.”

Cicerone e il bene che si può ricavare da ogni età

Questa riflessione, benché risalente al I secolo a.C., rimane attuale, poiché tocca temi profondamente radicati nella condizione umana: la transitorietà dell’esistenza, l’accumulo dell’esperienza e l’ineluttabile passaggio dal vigore giovanile alla riflessività della maturità.

La leggerezza della gioventù: una forza creativa e impulsiva

L’”età che sorge”, secondo Cicerone, è il tempo della leggerezza, un termine che non va inteso in senso negativo, ma piuttosto come sinonimo di vitalità, spensieratezza e apertura al nuovo. La giovinezza è una fase in cui l’essere umano si sente proiettato verso il futuro, mosso da sogni, ambizioni e una percezione del tempo come infinito.

Questa leggerezza si manifesta nel desiderio di esplorare, nell’audacia di sfidare i limiti e nella capacità di affrontare le difficoltà con una certa disinvoltura. È il periodo delle emozioni forti e del vivere intensamente, dove la razionalità spesso cede il passo all’istinto e all’entusiasmo. La giovinezza non è fatta per la ponderazione, ma per l’azione; non è il tempo della saggezza, ma della scoperta.

Tuttavia, questa leggerezza ha anche il suo lato oscuro. Come sottolinea Cicerone in altre parti del De senectute, la gioventù è spesso soggetta all’imprudenza e agli errori, proprio perché manca dell’esperienza necessaria per valutare appieno le conseguenze delle proprie scelte. È una fase vitale ma anche incompleta, un terreno fertile in cui l’individuo inizia a costruire se stesso senza però avere ancora piena consapevolezza del mondo.

La saggezza della maturità: un tesoro di esperienze

In contrapposizione alla leggerezza giovanile, l’età che “tramonta” è quella della saggezza. Cicerone celebra la vecchiaia non come una fase di declino, ma come un momento di pienezza interiore. È il tempo in cui l’individuo raccoglie i frutti delle esperienze accumulate, delle riflessioni maturate e delle lezioni apprese lungo il cammino. La saggezza non è un dono innato, ma il risultato di un lungo processo di crescita personale.

La vecchiaia, per Cicerone, è il momento in cui l’uomo si distacca dalle passioni che caratterizzano la giovinezza e raggiunge una serenità superiore, dedicandosi alla contemplazione e alla ricerca della verità. È una fase in cui il presente e il passato acquistano maggiore significato, e le ambizioni si trasformano in una più profonda comprensione della vita.

La saggezza della vecchiaia non è però priva di sfide. La perdita della forza fisica e l’avvicinarsi della fine dell’esistenza possono generare timori e malinconie, ma per Cicerone queste difficoltà possono essere superate attraverso la virtù e il vivere secondo ragione. La vecchiaia è così rivalutata come una condizione di equilibrio e saggezza, una guida per le generazioni più giovani.

Ciò che rende questa citazione così potente è la complementarità tra leggerezza e saggezza. L’una non esclude l’altra, ma rappresenta due fasi necessarie e inevitabili della vita umana. La leggerezza della giovinezza è il punto di partenza, un’energia propulsiva che permette all’individuo di affrontare il mondo con entusiasmo. La saggezza della vecchiaia, d’altro canto, è il punto di arrivo, il compimento di un percorso che trova il suo significato nel tempo e nell’esperienza.

In un certo senso, Cicerone ci invita a vivere pienamente ogni stagione della vita, cogliendone le peculiarità senza rimpianti o paure. La gioventù è un periodo in cui si semina, ma la vecchiaia è il tempo della raccolta. La leggerezza e la saggezza, pur così diverse, sono entrambe fondamentali per un’esistenza equilibrata e appagante.

L’insegnamento di Cicerone è particolarmente rilevante in una società moderna che spesso celebra la giovinezza come valore assoluto, dimenticando la ricchezza che può derivare dall’esperienza. Nella cultura odierna, in cui l’invecchiamento è talvolta vissuto con ansia e paura, le parole del filosofo romano ci ricordano che ogni fase della vita ha un suo significato unico e prezioso.

Se la gioventù è il tempo del fare, la vecchiaia è il tempo dell’essere. E, forse, la vera saggezza consiste nel saper riconoscere il valore di entrambe, abbracciando ogni età come parte di un viaggio più grande. Così, leggerezza e saggezza si intrecciano, formando un’unità che conferisce alla vita la sua profondità e bellezza.

© Riproduzione Riservata