Una frase di Esopo sull’ambizione, virtù da saper controllare

1 Settembre 2025

Leggiamo questa citazione di Esopo tratta dalle sue "Favole" in cui ci mette in guardia sull'ambizione che, se non controllata, può far del male.

Una frase di Esopo sull'ambizione, virtù da saper controllare

La citazione attribuita a Esopotratta da una delle sue favole, racchiude in poche parole una lezione universale che attraversa i secoli: l’ambizione smodata, il desiderio di riconoscimento e gloria, invece di elevare l’uomo, rischia di accecarlo, privandolo della capacità di giudizio e conducendolo spesso alla rovina. Non sorprende che un pensatore come Esopo, maestro di sapienza popolare, abbia espresso questa verità con l’efficacia lapidaria tipica delle sue favole, in cui dietro il velo di animali e metafore si celano riflessioni profonde sulla natura umana.

«La bramosia degli onori turba la mente umana e oscura la visione dei pericoli»

Esopo e la bramosia come turbamento dell’animo

Il termine bramosia porta in sé un senso di eccesso, di desiderio che supera la misura. Non si tratta della naturale aspirazione dell’uomo a migliorare la propria condizione o a cercare il riconoscimento dei suoi meriti, bensì di un’avidità insaziabile, che diventa passione dominante e offusca ogni altro valore.

Esopo mette in evidenza come questa ricerca ossessiva di onori non solo non arricchisca realmente la vita, ma anzi la impoverisca. L’animo, occupato interamente dal desiderio di primeggiare, perde lucidità, si agita, non riesce più a distinguere i veri pericoli dalle illusioni. In altre parole, l’ambizione, se mal governata, non è motore di crescita ma causa di cecità.

L’oscuramento della ragione

La seconda parte della citazione è altrettanto incisiva: l’amore per gli onori «oscura la visione dei pericoli». Chi è accecato dal desiderio di gloria non percepisce i rischi che lo circondano. L’uomo che insegue il riconoscimento sociale, politico o personale, può non accorgersi delle trappole che egli stesso si tende, sottovalutare le conseguenze delle sue azioni, ignorare le insidie degli altri.

La metafora della vista offuscata è eloquente: chi vive solo per il plauso altrui diventa come chi cammina in un campo minato al buio, incapace di distinguere ciò che potrebbe salvarlo da ciò che lo condanna. La lucidità cede il passo all’illusione.

L’attualità del pensiero di Esopo

Pur essendo collocata in un contesto antico, questa riflessione mantiene una sorprendente attualità. Oggi, come ai tempi di Esopo, l’ambizione di ottenere riconoscimenti e visibilità domina gran parte della vita sociale. Nel mondo contemporaneo, i social network amplificano la ricerca di onori effimeri: like, follower, approvazione immediata diventano nuove forme di gloria, capaci di turbare la mente non meno dei titoli nobiliari o degli incarichi politici di un tempo.

La frase di Esopo, quindi, può essere letta come un avvertimento non solo per i potenti o per chi aspira a posizioni di prestigio, ma per ogni individuo che rischia di sacrificare la propria serenità e il proprio giudizio sull’altare del riconoscimento pubblico.

L’insegnamento morale delle favole

Il legame tra questa massima e le favole di Esopo è evidente. Nei suoi racconti, animali e uomini cadono spesso vittime della propria vanità e vengono puniti dalla loro stessa cecità. Basti pensare alla favola del corvo e della volpe: il corvo, desideroso di sentirsi lodato per la sua voce, si lascia ingannare dalle adulazioni della volpe e perde il formaggio che aveva nel becco. È un esempio perfetto di come la bramosia di onori – in questo caso, la vanità di essere ammirato – porti a trascurare il pericolo e a subire danno.

La citazione in esame, dunque, non è solo un enunciato teorico, ma un principio che Esopo stesso ha sviluppato e illustrato più volte attraverso i suoi apologhi.

La sapienza esopica anticipa riflessioni che verranno riprese da filosofi successivi. Gli Stoici, ad esempio, mettevano in guardia contro il desiderio di gloria, considerandolo una passione che allontana l’uomo dalla virtù e dalla saggezza. Seneca scriverà che l’ambizione è come un fuoco che divora senza mai saziarsi. Anche Machiavelli, secoli dopo, avvertirà che chi governa deve saper distinguere tra il desiderio di onore e il pericolo di cadere vittima della propria hybris.

In questo senso, Esopo può essere considerato un precursore di un atteggiamento critico nei confronti delle illusioni del potere e della gloria.

Onore vs virtù

Un altro punto cruciale è la distinzione tra onore e virtù. Mentre la virtù è un bene interiore, stabile, che dipende dall’essere, l’onore è un riconoscimento esterno, mutevole, che dipende dall’opinione degli altri. Chi confonde i due rischia di smarrire il senso della propria vita: invece di coltivare il bene interiore, insegue un’ombra che sfugge continuamente.

Esopo ci ricorda, dunque, che il vero valore dell’uomo non risiede nella gloria che riceve, ma nella saggezza e nella capacità di vivere con equilibrio, senza lasciarsi ingannare dalle lusinghe del consenso.

«La bramosia degli onori turba la mente umana e oscura la visione dei pericoli» è una massima che suona come un avvertimento universale, valido in ogni epoca. Esopo, con la sua consueta chiarezza, denuncia il pericolo di un’ambizione smodata che, lungi dal nobilitare l’uomo, lo rende fragile, cieco, incapace di riconoscere le insidie.

Il messaggio è chiaro: la ricerca di onori e riconoscimenti non deve diventare ossessione, pena lo smarrimento della ragione. Solo chi sa mantenere la misura, coltivando la virtù piuttosto che la vanità, può vivere con lucidità e libertà interiore.

L’insegnamento esopico, se accolto, non è soltanto un ammonimento morale, ma anche una via verso una vita più consapevole, in cui l’uomo non si lascia trascinare dai miraggi dell’onore, ma sa vedere con chiarezza i pericoli e affrontarli con mente serena.

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