Chandra Livia Candiani, nella poesia contemporanea, è una voce che si distingue per la sua delicatezza e profondità. I suoi versi sono capaci di evocare immagini e riflessioni che toccano l’animo, esplorando la complessità dell’esistenza umana con una semplicità apparente che nasconde significati profondi. I versi tratti dalla raccolta di poesie “Fatti vivo” rappresentano un esempio emblematico di questa poetica, offrendo uno spunto per una riflessione sulla natura dell’identità, della transitorietà e del linguaggio. Scopriamoli assieme:
“Siamo nuvole
i nomi complicano la tessitura
ma siamo nuvole,
notturne mattiniere
dipende.”
La Leggerezza dell’Essere per Chandra Livia Candiani
“Siamo nuvole” scrive Chandra Livia Candiani, donandoci un’immagine poetica che ci richiama immediatamente alla mente qualcosa di effimero, leggero e in continuo mutamento. Le nuvole, infatti, non hanno una forma stabile; si trasformano continuamente, plasmandosi secondo le correnti d’aria e la luce. In questo senso, la metafora suggerisce l’idea che la nostra esistenza sia caratterizzata da una simile transitorietà. Come le nuvole, anche noi siamo soggetti a cambiamenti, a mutazioni continue che sfuggono a una definizione fissa.
Questa leggerezza non è da intendersi come superficialità, bensì come una qualità essenziale dell’essere. Essere nuvole significa essere aperti al cambiamento, accettare la propria mutevolezza e quella del mondo che ci circonda. È un invito a vivere senza il peso delle definizioni rigide, delle identità scolpite nella pietra. È un richiamo a una vita vissuta con leggerezza, ma non per questo meno autentica o significativa.
Chandra Livia Candiani, nei versi successivi, afferma che “i nomi complicano la tessitura”. Qui, la poetessa sembra criticare il linguaggio, o meglio, la tendenza umana a etichettare e definire tutto con precisione. I nomi, le parole, sono strumenti potenti, ma possono anche diventare limitanti. Nominare qualcosa significa darle una forma, un confine, e in qualche modo ridurre la sua complessità. Le nuvole, per loro natura, sfuggono a una categorizzazione precisa. Così, anche gli esseri umani, nel loro essere essenzialmente “nuvole”, si trovano spesso intrappolati in definizioni che non riescono a catturare l’essenza vera della loro identità.
Il concetto di identità, quindi, viene presentato come una “tessitura” complessa, fatta di fili sottili che si intrecciano in modi sempre nuovi. I nomi cercano di ordinare questa tessitura, ma nel farlo rischiano di complicarla, di renderla meno fluida e più rigida. L’identità, invece, dovrebbe essere vissuta come un processo continuo, un movimento, più che come una condizione statica.
Notturne e Mattiniere: Le Sfaccettature dell’Esistenza
Nei versi finali, Chandra Livia Candiani aggiunge un ulteriore strato di complessità all’immagine delle nuvole: “notturne mattiniere / dipende.” Con questa affermazione, la poetessa riconosce la natura multiforme dell’esperienza umana. Le nuvole, infatti, possono essere soffici e luminose come quelle del mattino, oppure scure e dense come quelle della notte. Allo stesso modo, gli esseri umani attraversano momenti di luce e oscurità, di chiarezza e confusione.
La frase “dipende” sottolinea ulteriormente la natura mutevole e soggettiva della nostra esistenza. Le nostre esperienze, il nostro umore, il nostro essere, possono cambiare a seconda delle circostanze, delle persone che incontriamo, dei momenti che viviamo. Non c’è una realtà univoca e definitiva, ma piuttosto una serie infinita di possibilità, di sfumature, di cambiamenti.
I versi di Chandra Livia Candiani offrono, quindi, una visione dell’esistenza come un flusso continuo, dove l’identità è fluida e il cambiamento è inevitabile. Essere “nuvole” diventa una modalità di vita, una forma di saggezza che ci invita a non attaccarci troppo alle definizioni, alle certezze assolute, ma a vivere con la consapevolezza della nostra intrinseca impermanenza.
Questa visione di Chandra Livia Candiani può sembrare destabilizzante in un mondo che spesso cerca la sicurezza e la stabilità, ma rappresenta anche un invito a una maggiore apertura mentale e spirituale. Accettare di essere nuvole significa accogliere la bellezza del cambiamento, la ricchezza delle differenze, la possibilità di reinventarsi continuamente.
In definitiva, i versi di Chandra Livia Candiani ci spingono a riflettere su chi siamo e su come viviamo la nostra identità. Siamo nuvole, afferma la poetessa, e questa consapevolezza dovrebbe liberarci dal peso delle definizioni e delle aspettative, permettendoci di vivere con maggiore leggerezza e autenticità. La poesia diventa così uno strumento per esplorare la complessità dell’esistenza umana, offrendo una visione che, pur nella sua semplicità, è capace di aprire nuove prospettive e nuove possibilità.
Bellissima anche la sua poesia, tra le altre, “Tu tienimi” su cui abbiamo scritto un delicato articolo, delicato come i suoi versi.