Una frase di Bertolt Brecht sul valore assoluto della verità

3 Dicembre 2024

Leggiamo assieme questa citazione di Bertolt Brecht tratta da "Vita di Galileo", l'opera in cui l'autore tedesco omaggia Galileo Galilei e la sua ricerca della verità.

Una frase di Bertolt Brecht sul valore assoluto della verità

Nella vita ci sono dei valori imprescindibili: uno di questi è la verità. A tal proposito, una frase di Bertolt Brecht (10 febbraio 1898 – 14 agosto 1956), tratta dalla sua celebre opera Vita di Galileo, recita così:

“Statemi a sentire: chi non conosce la verità è soltanto uno sciocco; ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un malfattore.”

Questo pensiero, semplice e diretto, racchiude una profonda riflessione sulla responsabilità morale e intellettuale dell’uomo. Brecht non si limita a condannare l’ignoranza, ma punta il dito contro una colpa più grave: il rifiuto consapevole della verità. Attraverso queste parole, ci invita a riflettere sull’etica del sapere e sul ruolo che ciascuno di noi ha nel preservare l’onestà intellettuale e morale.

Bertolt Brecht e il suo omaggio a Galileo Galilei e alla ricerca della verità

Brecht non giudica severamente l’ignoranza, considerandola una condizione comune e potenzialmente superabile. Lo sciocco, colui che non conosce la verità, può essere visto come una figura passiva, priva di strumenti o volontà per accedere al sapere. L’ignoranza, pur essendo un limite, non comporta una colpa morale in sé: essa è piuttosto una mancanza di conoscenza che può essere colmata attraverso l’apprendimento e il confronto.

Qui emerge il vero centro della critica di Brecht. La malafede è il peccato intellettuale per eccellenza, un atto deliberato di distorsione della realtà. Questo comportamento è particolarmente grave perché, mentre l’ignoranza può essere scusata, il rifiuto intenzionale di ciò che è vero comporta una responsabilità morale. Il “malfattore” non è solo colui che mente, ma chi lo fa consapevolmente, tradendo non solo il sapere, ma anche la fiducia degli altri.

Nell’opera Vita di Galileo, Brecht affronta il tema della verità scientifica e della sua relazione con il potere. Galileo Galilei, scienziato e innovatore, si trova di fronte a un mondo dominato da dogmi e autorità che rifiutano le evidenze scientifiche per preservare il loro controllo. Il conflitto tra scienza e fede diventa, nell’opera, una metafora più ampia per il confronto tra verità e menzogna.

Galileo stesso rappresenta la figura dell’intellettuale che conosce ciò che è vero ma è costretto a piegarsi alle pressioni dell’autorità. La frase di Brecht può essere letta anche come una critica implicita a Galileo, che abiura le sue scoperte per salvare la propria vita. In questo gesto, l’opera solleva interrogativi sulla responsabilità degli intellettuali nel difendere ciò che è vero, anche a costo di grandi sacrifici personali.

La rilevanza contemporanea: fake news e manipolazione

L’idea di Brecht si rivela sorprendentemente attuale nel nostro tempo, caratterizzato dalla diffusione globale dell’informazione e, al tempo stesso, dalla proliferazione di notizie false e manipolate. Viviamo in un’epoca in cui la conoscenza è facilmente accessibile, ma anche facilmente distorta. La malafede di cui parla Brecht si manifesta oggi in molte forme: dai leader che negano fatti scientifici per convenienza politica, ai manipolatori che creano disinformazione per seminare paura o confusione.

La frase ci invita a riflettere sul ruolo di ciascuno di noi in questa dinamica. Se chi ignora la verità è “soltanto uno sciocco”, chi contribuisce consapevolmente alla disinformazione è un “malfattore”. La responsabilità, dunque, non è solo degli intellettuali o dei politici, ma di tutti coloro che partecipano al discorso pubblico. La conoscenza porta con sé un obbligo etico: quello di riconoscere e difendere la verità.

Un altro aspetto fondamentale della riflessione di Brecht è l’idea della verità come bene comune. Conoscere ciò che è vero non è solo un fatto individuale, ma ha implicazioni sociali. La sincerità è la base della fiducia reciproca, della giustizia e del progresso. Negarla o distorcerla significa mettere a rischio il tessuto stesso della comunità.

Bertolt Brecht sembra suggerire che la verità non è mai neutrale: essa ha un valore politico e morale. Scegliere di difendere ciò che è vero significa scegliere di agire per il bene collettivo, mentre negarla per interesse personale o ideologico equivale a un atto di sabotaggio sociale.

La frase di Bertolt Brecht ci pone di fronte a un dilemma fondamentale: come ci rapportiamo di fronte a ciò che vero? Siamo sciocchi, malfattori o difensori del sapere? L’opera Vita di Galileo ci ricorda che la verità è spesso scomoda e difficile da sostenere, ma la sua difesa è una responsabilità imprescindibile per chiunque voglia contribuire a una società più giusta e consapevole.

Nel nostro tempo, in cui la verità sembra spesso vacillare sotto il peso delle convenienze politiche e delle manipolazioni mediatiche, il monito di Bertolt Brecht è più rilevante che mai. Non possiamo permettere che la malafede prevalga: dobbiamo educarci e educare gli altri a riconoscere, difendere e vivere nella sincerità. Come Galileo, possiamo vacillare, ma la forza della conoscenza ci guiderà sempre verso una luce più grande.

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