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I versi di Antonin Artaud per un settembre di speranza

I versi di Antonin Artaud evocano un paesaggio sospeso tra sogno e realtà, trasportando il lettore in un mondo in che trascende l'ordinario.

I versi di Antonin Artaud evocano un paesaggio sospeso tra sogno e realtà, tra il concreto e l’onirico, rivelando l’immensa capacità dell’autore di trasportare il lettore in un mondo in cui la potenza delle immagini trascende il linguaggio ordinario.

“Le hai sentite?
Navi su acque morte scivolavano
sotto nuvole rosse, in sere color eliotropio,
e, un volo di coorti, flotte d’oro
alzavano verso il sole le vele della speranza.”

Antonin Artaud e la visione di un mondo sospeso

Antonin Artaud, figura di spicco dell’avanguardia teatrale e letteraria, ha sempre cercato di spingere i confini della percezione e della rappresentazione. Nei suoi versi, spesso ritroviamo immagini che sembrano provenire da una dimensione altra, una realtà parallela che sfida la logica e l’ordinario. In questi versi, le navi che scivolano su “acque morte” rappresentano un movimento verso l’ignoto, un viaggio che non è solo fisico, ma anche spirituale e metaforico.

Le “acque morte” possono essere lette come una metafora dell’immobilità e della stagnazione, un simbolo di un’esistenza priva di vitalità o di uno stato mentale in cui l’ispirazione è sopita. Tuttavia, anche in questa staticità, Antonin Artaud introduce un elemento di dinamismo e speranza: le navi non sono ferme, scivolano, seppur lentamente, verso una destinazione indefinita sotto “nuvole rosse”, segno di un’atmosfera carica di presagi, forse di pericolo o di trasformazione.

Artaud non sceglie mai i suoi elementi visivi per caso. Le “nuvole rosse” e le “sere color eliotropio” dipingono un cielo che non è né sereno né completamente tempestoso, ma carico di una bellezza melanconica. Il rosso, simbolo del sangue, della passione e della violenza, si mescola con il viola dell’eliotropio, un fiore il cui nome significa “colui che si volge verso il sole”. Questa combinazione cromatica crea una tensione visiva e emotiva che rispecchia lo stato d’animo di chi si trova a navigare in un mondo incerto.

Le “flotte d’oro” che “alzano verso il sole le vele della speranza” rappresentano un contrasto luminoso con le acque morte, introducendo un elemento di redenzione e di rinnovamento. L’oro, da sempre simbolo di ricchezza, potere e divinità, qui diventa un veicolo di aspirazione, un riflesso della luce del sole che è fonte di vita e di energia. Le vele, gonfie di speranza, suggeriscono che nonostante le difficoltà del viaggio, c’è sempre un impulso innato verso il miglioramento, verso la salvezza o la scoperta.

L’immagine delle “vele della speranza” sollevate verso il sole appare quasi come un atto di sfida o di fede contro la disperazione delle “acque morte”. Antonin Artaud, attraverso questa dicotomia tra morte e speranza, sembra voler suggerire che anche nei momenti più bui e statici della vita, c’è sempre una possibilità di elevazione, un’uscita verso la luce.

Questa speranza, però, non è ingenua. Antonin Artaud era ben consapevole della fragilità della condizione umana e della difficoltà di mantenere viva la speranza in un mondo spesso dominato da sofferenza e caos. Le “coorti” che volano, le flotte che si dirigono verso il sole, sono immagini che celebrano la resistenza e la determinazione, ma senza dimenticare che il loro volo avviene in un contesto di incertezza e precarietà.

Il linguaggio di Antonin Artaud, ricco di simbolismi e di immagini vivide, si inserisce in quella linea di poesia che cerca di andare oltre le mere parole, verso un’esperienza totale che coinvolge tutti i sensi. Il suo approccio è spesso vicino al surrealismo, ma con una spinta ulteriore verso il teatro della crudeltà, un concetto da lui elaborato che mira a scuotere lo spettatore o il lettore fin nelle sue radici emotive e psicologiche.

In questi versi, Antonin Artaud utilizza la potenza del linguaggio per evocare non solo un paesaggio visivo, ma uno stato d’animo universale: il conflitto tra la desolazione e la speranza, tra il desiderio di movimento e la paura dell’immobilità. È un invito a guardare oltre la superficie, a cercare quella luce dorata che, nonostante tutto, continua a brillare all’orizzonte.

I versi di Antonin Artaud ci invitano a riflettere sulla natura del viaggio umano attraverso le acque spesso torbide dell’esistenza. Le immagini di navi su acque morte, di cieli colorati e di vele alzate verso il sole, ci ricordano che, nonostante le sfide e le incertezze, c’è sempre un impulso vitale che ci spinge avanti, un desiderio di elevarsi oltre il presente e di cercare nuovi orizzonti. Antonin Artaud, con la sua scrittura visionaria, ci offre una mappa emotiva per navigare nel complesso mare della nostra esperienza umana, invitandoci a non perdere mai di vista le vele della speranza.

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