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“Icons”, la mostra fotografica di Steve McCurry approda a Cagliari

Un’esposizione che conduce i visitatori in un viaggio simbolico nell'universo di esperienze ed emozioni del più grande fotografo contemporaneo: Steve McCurry

Dal 12 giugno 2020 al 10 gennaio 2021, la mostra “Steve McCurry – Icons” presenta per la prima volta in Sardegna 100 immagini che ripercorrono la carriera del grande fotografo statunitense, dagli esordi ad oggi. Dopo l’emergenza sanitaria globale che ha investito il mondo intero, la mostra “Steve McCurry – Icons”, curata da Biba Giacchetti, assume per la Sardegna, ma più in generale per l’Italia, un messaggio di ripartenza. Attraverso le immagini iconiche del grande maestro della fotografia contemporanea, Steve McCurry racconta il nostro tempo con uno sguardo sempre rivolto all’Uomo.

Steve McCurry

“Con le sue foto Steve McCurry ci pone a contatto con le etnie più lontane e con le condizioni sociali più disparate – afferma la curatrice Biba Giacchetti – mettendo in evidenza una condizione umana fatta di sentimenti universali e di sguardi la cui fierezza afferma la medesima dignità. Con le sue foto ci consente di attraversare le frontiere e di conoscere da vicino un mondo che è destinato a grandi cambiamenti. La mostra inizia, infatti, con una straordinaria serie di ritratti e si sviluppa tra immagini di guerra e di poesia, di sofferenza e di gioia, di stupore e d’ironia”.

L’esposizione

Si tratta di un’esposizione che conduce i visitatori in un viaggio simbolico nel complesso universo di esperienze e di emozioni che caratterizza le sue immagini. Non mancherà il ritratto di Sharbat Gula. Ovvero la ragazza afghana che McCurry ha fotografato nel campo profughi di Peshawar in Pakistan e che, con i suoi grandi occhi verdi e col suo sguardo triste, è diventata un’icona assoluta della fotografia mondiale. All’interno del percorso espositivo sarà proiettato un video, dal titolo “Le massime di Steve McCurry”, in cui l’artista americano racconta il suo modo di intendere la fotografia e un altro filmato, prodotto dal National Geographic, dedicato alla lunga ricerca che ha consentito di ritrovare, 17 anni dopo, “la ragazza afghana” ormai adulta.

 

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