La potenza comunicazionale di uno sguardo. Oggi siamo costretti ad andare in giro per strada muniti di mascherina, rinunciando a comunicare all’esterno attraverso a parte della mimica facciale. In particolare, non possiamo comunicare all’esterno attraverso un sorriso, muovendo le labbra o con un espressione della nostra bocca che possa comunicare contentezza o tristezza. Per fortuna, rimane lo sguardo come mezzo per trasmettere le nostre emozioni, o semplicemente chi siano. all’esterno. Ma in cosa consiste il potere comunicazionale di uno sguardo? La risposta migliore ce l’ha data Steve McCurry negli anni ’80 con la celebre fotografia di l’orfana dodicenne Sharbat Gula, meglio conosciuta come la ragazza afgana.
Steve McCurry, il fotografo della “Ragazza afgana” si racconta a Milano
Il grande fotografo americano ha scelto la meravigliosa location in piazza Aulenti come tappa milanese del suo tour italiano del 2016
Nascita di una fotografia storica
Nel 1984 National Geographic propose a Steve McCurry di scattare un fotoreportage nei vari campi di profughi allestiti lungo la frontiera afgano-pakistana. Il fotografo accettรฒ e si recรฒ nella provincia della Frontiera del Nord Ovest in Pakistan, dove iniziรฒ il proprio servizio fotografico. La sua attenzione venne catturata da un campo di Nasir Bagh, dove una tenda “rumorosa” ospitava una classe scolastica. Qui Steve McCurry fu immediatamente colpito dallo sguardo magnetico ed enigmatico di una delle ragazzine: l’orfana dodicenne Sharbat Gula. L’espressione del suo viso, con i suoi occhi di ghiaccio, resero ben presto l’immagine celebre in tutto il mondo.
Liberata la ‘ragazza afghana’ fotografata da Steve McCurry, Sharbat torna a casa
Finito lโincubo di Sharbat Gula, nota come la ‘ragazza afghana’, la donna torna a casa in Afghanistan dopo lโarresto in Pakistan
La potenza di uno sguardo
Chi guarda la celebre foto della ragazza afgana non puรฒ non essere colpito dallo sguardo magnetico della ragazza. I suoi occhi verde ghiaccio, spalancati e fissi verso l’osservatore, rivelano un vero e proprio caleidoscopio di emozioni. Da un lato vi si avverte la rabbia di un popolo dilaniato dalla guerra, mentre dall’altra denota una grandissima forza, abnegazione e voglia di riscatto. Nel suo sguardo tracce anche di insicurezza e e paura, presumibilmente dovuti allo stupore che provรฒ quando venendo fotografata da uno sconosciuto. Nel gennaio 2002 McCurry e il National Geographic organizzarono una spedizione per scoprire se la ragazza fosse ancora viva. A distanza di 17 anni, cosรฌ, McCurry potรฉ cosรฌ fotografarla nuovamente la “sua” ragazza afgana.
Uno sguardo vale piรน di mille parole
Lo sguardo รจ un tratto capace di contraddistinguere ciascuna persona, comunicando anche in mancanza di parole. Riusciamo a nasconderci dietro a frasi, gesti stereotipati, tono di voce, ma gli occhi dicono sempre la veritร . Si dice, infatti che lo sguardo sia lo specchio dell’anima proprio per la sua capacitร di trasmettere le emozioni che si provano, senza possibilitร di controllo. Lo scrittore spagnolo Gustavo Adolfo Bรฉcquer diceva che chi puรฒ parlare con lo sguardo puรฒ persino baciare con gli occhi. Forse non รจ un caso che, in periodo di distanziamento sociale e mascherine da indossare, ci sia rimasto lo sguardo per trasmettere qualcosa di noi, di persona o in video, all’esterno. Gli occhi come unico strumento, veritiero, per comunicare ciรฒ che siamo e ciรฒ che proviamo in questo particolare momento.