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Le fotografie di Vivian Maier in mostra al Bologna

A Bologna dal 3 marzo al 27 maggio si potranno ammirare alcuni dei più famosi scatti di una delle fotografe più apprezzate.

MILANO – “Vivian Maier, la fotografa ritrovata” questo è il nome della mostra che dal 3 marzo al 27 maggio a Bologna presso il Palazzo Pallavicini, che già ha ospitato recentemente l’esposizione su Milo Manara. La mostra sarà strutturata in modo da offrire ai visitatori un percorso espositivo che toccherà gli argomenti più importanti per la fotografa:   infanzia, autoritratti, ritratti, vita di strada, oggetti e colore. “Vivian Maier, la fotografa ritrovata” presenterà, sotto una selezione della curatrice, 120 fotografie in bianco e nero, di cui 10 in grande formato, 90 di formato medio più una meravigliosa sezione di 20 foto a colori.

 

La fotografa ritrovata

Il lavoro di Vivian Maier (1926-2009) è rimasto nell’ombra fino al 2007 , quando John Maloof, figlio di un rigattiere, acquista un box a un’asta. Dalla scatola emergono effetti personali femminili di ogni genere appartenenti a una donna, Vivian Maier, il cui contenuto è stato messo all’asta a causa di ritardi nel pagamento
dell’affitto. Tra questi oggetti emerge anche una cassa contenente centinaia di negativi e rullini, tutti ancora da sviluppare. Dopo averne stampati alcuni ed averli mostrati in giro, Maloof si rende conto dell’immenso tesoro che ha tra le mani e, grazie alla sua intuizione ed accurata divulgazione, porta in breve tempo questa fotografa sconosciuta a essere apprezzata e affermata a livello mondiale.

 

Il suo lavoro

L’originalità di Vivian Maier si esprime nel grande talento nello scattare fotografie che catturano particolari e dettagli evocativi della quotidianità piuttosto che la visione d’insieme, raccontando così la strada, le persone, gli oggetti e i paesaggi. L’obiettivo della sua macchina fotografica intercetta con attenzione soggetti poco considerati all’epoca, rendendoli invece protagonisti del suo lavoro: la strada è il suo palcoscenico.  Nello studio dei suoi lavori si riscontra un altro filone: la Maier sviluppa infatti una vera ossessione per il gesto del fotografare, per lo scatto vero e proprio e non per il risultato finale della fotografia. Il modus operandi dell’artista è di scattare tante più immagini possibili conservandole senza mostrarle a nessuno. Mentre nella società contemporanea l’apparire è una priorità, la Maier risulta essere sicuramente all’avanguardia nonostante i suoi tempi. Significativa evoluzione nel lavoro di Vivian Maier è il passaggio da fotografie in bianco e nero a immagini a colori; il cambiamento non riguarda solo lo stile, ma anche la tecnica: dalla Rolleiflex passa alla Leica, fotocamera leggera, comoda da trasportare che dava la possibilità di scattare le foto direttamente all’altezza degli occhi. Il suo lavoro a colori è singolare, espressivo, libero, a volte anche giocoso, ma sempre con quella specifica caratteristica della casualità.

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